Mazara, la pesca è finita e i giovani se vanno… • Prima Pagina Mazara

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Finita la “sbornia” delle festività di fine anno la Città di
Mazara del Vallo con l’inizio del 2025 si trova ad affrontare una quotidianità
complessa, difficile, ben palese anche a quanti sarebbero restii ad ammetterlo.
Le strade del centro cominciano a svuotarsi, a dir la verità quest’anno non si
sono riempite come gli altri anni: molti mazaresi emigrati per lavoro e studio
non sono scesi per le festività soprattutto a causa del caro voli (un flop le iniziative
regionali finalizzate a contenere l’alto costo dei biglietti); in molti casi
sono stati i familiari residenti (pensionati) a raggiungere i figli nelle città
del centro nord approfittando di periodi lunghi.

La realtà è una nitida fotografia
della situazione socio-economica della Città. E’ pur vero che la crisi prodotta
dalla attuale “stagflazione”, un processo congiunto di stagnazione produttiva e
di inflazione, riguarda l’intero Paese ma risulta certamente evidente in una
realtà peculiare qual è Mazara del Vallo dove stentano a sopravvivere le
attività primarie tradizionali, pesca ed agricoltura (questa attività per lo più
in mano a marsalesi e petrosileni proprietari di terreni nel territorio
mazarese).

La profonda crisi che ormai da circa un ventennio attanaglia il comparto
pesca mazarese (vedi la progressiva diminuzione dei motopesca il cui numero si
è ridotto a 70 unità) ha influenzato in maniera significativa non solo l’indotto,
la filiera, ma l’intera economia cittadina. Più volte abbiamo affrontato la
questione relativa alla crisi della pesca citando quali cause gli alti costi di
armamento e gestione, le progressive restrizioni degli areali di pesca, le sempre
più stringenti normative UE, e la difficoltà a reperire manodopera in un
settore, quello peschereccio, ove senza ombra di dubbio si è retto sul lavoro a
bordo da parte di lavoratori immigrati (rimandiamo l’approfondimento delle
problematiche della marineria in un ‘altra fase).

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Nel contesto cittadino non
riesce a decollare, nonostante il suo sviluppo sia stato incessantemente propagandato
negli ultimi 15 anni, il cosiddetto “polmone turistico”, sono diverse le ragioni di
questo “gap” rispetto ad altre località regionali o anche provinciali, innanzitutto
la non compiuta sinergia pubblico-privato nell’implementazione di una seria
programmazione con l’utilizzo di adeguati strumenti del marketing territoriale.
Insomma c’è una buona volontà diffusa ma nella pratica molto ancora da
lavorare.

Tornando alla situazione
economico-sociale della Città negli ultimi mesi si è accentuato un fenomeno
poco incoraggiante. Diversi grandi negozi e boutique situate nel centro, in
particolare lungo Corso Umberto I, hanno chiuso i battenti. Sempre più mazaresi negli
ultimi anni tendono a recarsi nei grandi centri commerciali delle città
limitrofe, in particolare a Castelvetrano, dove possono trovare una scelta più
ampia e prezzi più competitivi durante tutto l’anno. Inoltre, è in costante aumento il
numero di cittadini, soprattutto i giovani, che acquistano abbigliamento anche
attraverso vari siti internet specializzati.

Le migliaia di universitari e
lavoratori fuorisede invece preferiscono spendere, avendo più possibilità di
scelta, nelle città nelle quali si sono trasferiti appunto per lo studio e
lavoro. Oggi più che mai, bisogna ammetterlo, a reggere i consumi, a sostenere
l’economia della Città, la cui popolazione dopo tre decenni è scesa sotto i 50mila
abitanti, sono le pensioni; intere famiglie riescono ad arrivare a fine mese “ottimizzando”
i propri stipendi con le pensioni dei genitori; è una triste e dura realtà.

Nel
territorio nel giro di un paio di decenni sono sorte numerose cooperative che
gestiscono centri di accoglienza, case di cura, case-famiglia; una fitta rete di
strutture socio-assistenziali soprattutto per anziani (vedi l’invecchiamento
demografico) e per giovani immigrati (il cui impiego invece nel mondo del
lavoro, nonostante la demagogia di destra e di sinistra, potrebbe risultare
importante sia ai fini produttivi che contributivi) in grado di garantire la
redditività di famiglie o anche di single.

Contemporaneamente si è assistito al
proliferare di esercizi di compravendita di oro e argento, e di attività legate
alle scommesse sportive. In questo contesto, a parte qualche intrepido o audace, per molti giovani autoctoni, in
mancanza di serie prospettive o di utili amicizie, l’unica soluzione è apparsa quella
della ricerca del proprio futuro lontano da casa…

Francesco Mezzapelle  





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