«Grazie a cittadinanza e professori»

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La presentazione del rapporto di Amnesty international “Ti senti come se fossi un subumano. Il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza”, che doveva tenersi domani all’Ateneo Veneto – annullato nella giornata di ieri dall’Ateneo per paura di contestazioni – si terrà a Ca’ Foscari, aula magna del complesso di San Giobbe. 

L’incontro, che si sarebbe dovuto svolgere nell’Ateneo (che ha ritirato la concessione della sala), era stato contestato nei giorni scorsi dal presidente della comunità ebraica di Venezia Dario Calimani che aveva accusato Amnesty di fare «propaganda».

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«Nonostante il ritiro della sala all’ultimo minuto, la presentazione si terrà lo stesso presso l’Università Ca’ Foscari, grazie soprattutto alla solidarietà della cittadinanza veneziana. Abbiamo ricevuto innumerevoli messaggi di supporto e proposte d’aiuto. Un ringraziamento particolare va alle professoresse e ai professori del “Comitato guerra e pace Ca’ Foscari” dell’Università che ci hanno permesso di utilizzare un’aula, anche più grande rispetto a quella precedente presso l’Ateneo Veneto» scrive Amnesty international Veneto – Trentino Alto Adige su Facebook.

Gli attivisti, con la collaborazione del Gruppo Giovani 109 di Venezia, invitano quindi «nuovamente la cittadinanza alla presentazione del rapporto “Ti senti come se fossi un subumano”, che documenta e analizza il genocidio che sta venendo messo in atto da Israele contro la popolazione palestinese a Gaza». L’evento si terrà sempre il 9 gennaio dalle 17 alle 19 presso l’Aula Magna Guido Cazzavillan dell’Università Ca’ Foscari di Venezia presso la sede di San Giobbe (Sestiere di Cannaregio 873), con Vito Todeschini, legal advisor di Amnesty International, e Tina Marinari, coordinatrice campagne della sezione italiana.

Le reazioni politiche e la replica della comunità ebraica

Nel pomeriggio di oggi, sono arrivati poi i chiarimenti della comunità ebraica di Venezia, che in una nota spiega di non aver «mai proposto né chiesto censure sull’evento organizzato da Amnesty. La sola vibrata protesta ha riguardato l’impiego superficiale del termine ‘genocidio’ per descrivere una guerra terribile e sanguinosa che si sta combattendo da due parti con conseguenze spaventose, nel tempo, per tutti i civili coinvolti». La Cev ha ribadito il suo no alla narrazione proposta da Amnesty, rivendicando il «diritto di contestarne la grave parzialità, e il pericolo che tanta unilateralità costituisce per la diffusione del pregiudizio e dell’odio nell’opinione pubblica» ma d’altra parte garantisce, in risposta alle accuse ricevute, di non aver mai avuto intenzione di «porre in atto gesti o azioni di contestazione aperta nei confronti di qualsiasi evento, pur deplorevole, in atto. Non è nelle corde della nostra Comunità». 

Condanna la scelta dell’Ateneo Veneto anche Sara Visman, del Movimento 5 Stelle. «Siamo lieti che l’Università di Ca’ Foscari abbia accolto l’Associazione nella sua sede di San Giobbe a Venezia dopo che, pare, non si sia potuto trovare spazio nemmeno presso l’M9 a Mestre. È molto strano che nella “casa dei veneziani” come si definisce l’Ateneo veneto, si sia impedito ai cittadini di incontrare un’associazione da sempre impegnata nella difesa dei più deboli adducendo motivi legati alla presunta presenza di soggetti che avrebbero potuto creare un clima di scontro durante il dibattito; insomma, danzando tra un forse e un se che non trova riscontro alcuno, come anche nessuna richiesta di manifestazione specifica (con l’intento strumentalizzare l’evento) è stata richiesta alla Digos» nota la consigliera comunale.

Dello stesso tono il commento di Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista: «Ringraziamo l’Università Ca’ Foscari di Venezia per la decisione di ospitare il convegno di Amnesty International. Per un partito antifascista come il nostro è inconcepibile che Ateneo Veneto abbia subito pressioni che alla fine hanno condotto al diniego. Doveroso quindi il plauso alle autorità accademiche veneziane di Ca’ Foscari per la possibilità data ad Amnesty international di presentare e discutere il rapporto».



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