Ordini record per il debito pubblico, 2025 inizia bene per Italia

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Il ministro Giancarlo Giorgetti non poteva aspettarsi di meglio dal primo collocamento sindacato di quest’anno. L’emissione del nuovo BTp a 10 anni e del BTp Green 2046 hanno attirato ordini per quasi 275 miliardi di euro. Il primo bond ha segnato un nuovo record per i titoli del debito pubblico italiano, aggiornando il dato di settembre. Allora, il BTp a 30 anni sfiorò i 131 miliardi di richieste, mentre questa settimana la domanda ha toccato i 145 miliardi.

Record per debito italiano

C’è voglia di Italia nel mondo.

Vedremo nei dettagli quanti saranno stati gli investitori stranieri. Le percentuali nelle occasioni precedenti sono state altissime e ci aspettiamo che restino tali anche per l’operazione appena conclusa. La domanda da record per il nostro debito lascia ben sperare per il prosieguo dell’anno appena iniziato. Stando al Tesoro, a dicembre lo stock sarebbe risalito al 135,8% del Pil. Grosso modo, poco meno di 3.000 miliardi di euro.

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Torna fiducia sull’Italia

La solidità della domanda alle aste di per sé non dice molto. In questi giorni, è stata alta persino per i Gilt venduti dal Tesoro di Londra, che eppure stanno rimanendo travolti da una tempesta perfetta. Tuttavia, gli spread raccontano per nostra fortuna una storia differente da quella britannica. I rendimenti decennali sono intorno all’1,15% più alti dei rendimenti tedeschi. E’ il dato più basso da oltre tre anni a questa parte. Cosa ancora più importante, il trend è calante negli ultimi mesi. Viceversa, i Gilt tendono ad offrire relativamente di più rispetto agli altri titoli europei e con la sterlina che vale sempre meno contro il dollaro, anche se in lieve apprezzamento contro l’euro.

I record di ordini per il debito italiano riflettono due tendenze. La prima riguarda l’approfittarsi tra gli investitori dei rendimenti elevati ancora offerti dall’Italia. Restano i più alti dell’Eurozona.

La seconda è legata all’aumento della fiducia sulla sostenibilità dei conti pubblici. A sua volta, essa deriva sia dalla prospettiva di tassi di interesse più bassi, sia dalle manovre di bilancio convincenti adottate in questi anni dal governo Meloni. Lo rimarca la stessa Banca Centrale Europea nel suo ultimo Bollettino economico pubblicato poche ore fa.

Occupazione su, crescita bassa

Ci sono altri numeri che incoraggiano gli investitori. L’occupazione in Italia è ai massimi di sempre, al 62,4% nel mese di novembre e sopra 24 milioni di lavoratori. Crescono i contratti stabili, smentendo sindacati e politici che vanno sostenendo il contrario. Il tasso di disoccupazione non era mai stato così basso, sceso al 5,7%. L’inflazione stessa è rassicurante. E’ stata in media all’1% nel 2024, sotto i livelli dell’Eurozona e di economie come Francia, Germania e Spagna. Questo sostiene un ulteriore recupero di competitività verso i nostri partner commerciali.

Non va tutto bene. La crescita economica è tornata ad essere bassa. Dovremmo aver chiuso il 2024 con un +0,7% o poco più. Per il 2025 non andrà granché meglio e, data la congiuntura internazionale, i rischi sono più al ribasso che al rialzo. Ma il record di ordini per il debito pubblico ci segnala che c’è fiducia verso Roma anche in relazione a quanto accade altrove. Le distanze con i bond francesi si sono ridotte a circa 0,30-0,35% per il rendimento decennale, ai minimi da 15 anni. La stabilità di governo sta servendo in tal senso, così come il posizionamento politico nel quadro internazionale della premier Giorgia Meloni.

Ok record sul debito, ma servono capitali

La voglia di debito tra gli investitori stranieri non deve distogliere la nostra attenzione dalla necessità che essi rivolgano lo sguardo ad altri asset. Piazza Affari rimane una borsa marginale e a forte sconto nel confronto con il resto d’Europa. Non riusciamo ad attirare capitali dall’estero per la nascita di nuove attività economiche e conseguente creazione di ricchezza.

I record positivi sul mercato del debito non ci devono fare dimenticare che la ricchezza la creano le imprese. Invece, siamo sempre più meta di turisti, non di imprenditori. E di questo passo finiremo tutti per servire espresso, spaghetti e pizza nei ristoranti. Non necessariamente in quest’ordine.

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