Fuori Francesco Daleffe, dentro Thomas Picenni: in Consiglio surroga al veleno

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Surroga al veleno quella votata a Cologno al Serio nell’ultimo Consiglio comunale del 2024: l’ingresso in Aula di Thomas Picenni al posto del dimissionario Francesco Daleffe nelle fila del gruppo di centrodestra è stato accolto con il voto contrario di Maurina Raimondi, che siede tra i banchi della maggioranza.

Il no alla surroga

Il voto contrario di Raimondi è stato una sorta di “rappresaglia politica”, che affonda le sue radici nella seduta del giugno 2024. Ma andiamo con ordine.
All’inizio della seduta di fine anno la sindaca Chiara Drago ha proceduto alla surroga del consigliere del centrodestra, assente per ragioni di lavoro.

“Il consigliere ha rassegnato le dimissioni dalla carica trasmettendo una nota lo scorso 12 dicembre – ha affermato – stasera non è presente quindi chiedo al capogruppo Marco Picenni se vuole prendere la parola al posto suo”.

“Daleffe non è riuscito a liberarsi e si scusa, non è una mancanza di rispetto verso il Consiglio e la carica che ha ricoperto con impegno e dedizione – è intervenuto allora il leghista – lo ringrazio a nome del gruppo e della cittadinanza per il servizio volto”.

Ringraziamenti a cui si è unita anche la sindaca, che ha poi messo ai voti la surroga. Tutti hanno espresso parere favorevole tranne la consigliera Raimondi, che ha votato contro, senza fornire spiegazioni: un voto che ha fatto sorridere la prima cittadina e sgranare gli occhi al centrodestra. E, non appena il consigliere surrogato ha preso il suo posto in Aula, il collega Robert Carrara ha chiesto spiegazioni.

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“Ho visto che c’è stato un voto negativo – ha esordito Carrara – deve essere motivato, tecnicamente: se tutta la maggioranza avesse fatto lo stesso perché gli è antipatico Picenni non sarebbe subentrato? Se ci sono profili di incompatibilità si manifestano altrimenti, essendo una presa d’atto non è possibile votare contro”.

“Non è una presa d’atto ma un voto, quindi sono possibili i tre pareri – ha ribattuto la prima cittadina – non è stato motivato ma credo sia facilmente comprensibile la ragione, visto che poco tempo fa la consigliera è stata parimenti oggetto di surroga. Allora altri consiglieri hanno deciso di astenersi o di votare contro, può farlo solo chi è in minoranza?”.

“Avete votato tutti contro – ha ricordato Raimondi – una cosa mai vista in Consiglio comunale”.

“Io non ho mai votato contro, assolutamente” ha replicato stupito Carrara, a cui hanno fatto eco i colleghi, altrettanto basiti.

“Non era mai successo, andate a rivedere la votazione – ha insistito Raimondi stizzita – ho semplicemente restituito il favore”.

Il retroscena

Una motivazione forse discutibile ma comunque legittima quella della consigliera, tuttavia le registrazioni del Consiglio comunale di giugno mostrano come il centrodestra si sia astenuto al suo subentro alla dimissionaria Valentina Pezzoni, adducendo ragioni di opportunità politica, legate alla sua presenza nel CdA della “Fondazione Vaglietti Corsini”. Una doppia carica che già è rivestita da Maurizio Cansone.

“Dal punto di vista legale ci sono state delle espressioni che hanno stabilito che non c’è un’incompatibilità – aveva ammesso Carrara – però veder aumentare il numero delle persone che siedono in Consiglio comunale e in Fondazione secondo il mio punto di vista è un errore, perché si trascina il ‘groviglio politico’ nella ‘Vaglietti – Corsini’. Io sono sempre dell’idea che le persone devono essere distinte, seppur sempre nominate dal sindaco”.

Quindi aveva concluso il suo pensiero bocciando quella che ritiene un’”invasione di campo” della politica nella Rsa del paese.

“Bisogna arrivare a un limite, si è fatto casino per una persona e adesso sono due i membri della maggioranza a rivestire il ruolo di consigliere comunale e quello di consigliere della Fondazione… questo è uno svantaggio per la struttura, che deve mantenere un ruolo di neutralità e non un ruolo politico così come può essere evidenziato in questo momento”.

Opinione che non era stata condivisa da Drago.

“Mi sembra che l’unico casino sollevato sia quello fatto della minoranza rispetto a questo tema – aveva tagliato corto – era già successo anche in passato che ci siano stati dei consiglieri comunali che erano anche consiglieri della Rsa in precedenti Amministrazioni, non mi sembra che nessuno si sia mai stracciato le vesti”.

Le ragioni delle dimisioni di Daleffe

Contattato a margine del consiglio, Daleffe ha poi chiarito le ragioni delle sue dimissioni.

“Semplici motivi personali e lavorativi, legati al declino della qualità del lavoro negli ospedali – ha spiegato – Mi sono dimesso dal ruolo medico ospedaliero a tempo pieno, ho preso in carico la gestione dello studio di famiglia e frequento un Master Business Administration all’Università Bocconi. Quindi non avrei avuto davvero più tempo per apportare competenze in maniera attiva in Consiglio. La mia idea, nel tempo, è arrivare a costruire un luogo di lavoro dove i medici lavorino per il ruolo che gli compete, con la parte gestionale destinata agli amministrativi, la parte infermieristica agli infermieri. Vedremo se ci si riuscirà”.



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