IL COMMENTO Cecilia Sala, una liberazione repentina ed enigmatica – Il Golfo 24

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DI LUIGI DELLA MONICA

Profondi ed inquietanti interrogativi suscita il casus belli della scarcerazione di Cecilia Sala, la giovane giornalista romana ingiustamente detenuta in Iran per quasi un mese. Prima di tutto sbatte in faccia crudelmente ai radical chic che al di là degli slogan astratti o delle azione di imbrattamento delle opere d’arte, che in certi Paesi l’apertura all’Occidente è solo formale, ma nella sostanza se ci si consegna deliberatamente nelle mani dello Stato canaglia, non si esce più. Eppure questo insegnamento neppure vale per i Mondi c.d. avanzati\profgrediti\democratici, perché nel caso dell’imprenditore Chicco Forti, pur essendo stato condotto un processo penale conforme alle regole del diritto territoriale ed internazionale, la detenzione è durata diversi decenni. Non intendo adoperare questo paragone per uscire fuori tema, ma è emblematico per ritenere che una chiave di lettura certa ed incontrovertibile non esiste. Forse alle luci del 21esimo secolo la libertà di movimento e di diversità culturale non è ancora ben impiantata nelle coscienze umane.

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Una ragazza non sembra ancora libera e serena di rivendicare la sua identità culturale, salvo essere schiacciata dalle ambiguità e\o debolezze di un sistema. Ciò vale per Cecilia Sala, giornalista free lancer e simbolo della emancipazione femminile nella società occidentale di provenienza, ma anche per quella ragazza belga che è stata molestata in pieno centro a Milano, durante la notte di San Silvestro. Entrambe erano serene ed ingenue di dover rispondere solo alla propria coscienza e ragione, ma hanno incontrato due facce della stessa medaglia della disfunzione istituzionale. Nella Milano da bere, ormai un ordinamento giudiziario perdonista, buonista ed indulgente con i criminali incalliti, li “incoraggia, legittima” a formare un gruppo di balordi per molestare sessualmente una giovane ragazza; nella Theeran della civiltà sumera, sorta dapprima di quella egizia, un sistema istituzionale teocratico, in ritardo di 400 anni rispetto alla rivoluzione illuminista, incrimina per un reato di religione una turista, pacifica ed ignara delle conseguenze del suo viaggio di lavoro. Eppure 50 anni prima, una donna, una giornalista, un ciclope della nostra cultura post Resistenza, al secolo Oriana Fallaci, aveva intervistato l’iniziatore, il guru, il teologo di questa barbarie della rivoluzione islamica dell’Iran, dopo la deposizione dello Sha, senza che il sole le venisse oscurato da una cella di isolamento ed ebbe addirittura l’ardire di scoprirsi il capo, come segno di indipendenza e libertà. Anche la Fallaci, che la sinistra massimalista ed ipocrita ha deposto per le sue posizioni revisioniste ma sagge sulla minaccia islamica dopo l’11 sett. 2001, commise un reato di aggressione alla religione islamica iraniana, ma non per questo fu arrestata.

Sinceramente, non riesco a darmi una spiegazione, anche se i media nazionali in modo fugace una qualche decodifica l’hanno proposta: tutto si innesta sulla falsa riga dell’incontro della nostra Premier a “Mar a Lago”. Questo evento che ha generato dichiarazioni ufficiali del nuovo Presidente U.S.A. di encomio della stabilità politica italiana, retta da una donna che non certo indossa il velo per coprire la sua chioma, altresì è stato seguito dalla notizia di risoluzione del conflitto internazionale Italia-Iran. Signori, ma ci rendiamo conto o no che Theeran fornisce la tecnologia militare ad Hamas e Putin e che l’Italia è schierata dal fronte opposto? Ufficialmente è stato bravo il Ministro Tajani, ma vogliamo pensare che sia avvenuto tutto per forze soprannaturali, oppure che in seno all’enstablishment iraniano una qualche paura delle conseguenze se la siano posta? Notoriamente l’Europa si trova in uno stato di implosione economica e le giustizie penali e civili non riescono a fronteggiare la sempre più forte domanda di esse, cercando di recidere quanto più possibile il conflitto sociale, considerato disfunzionale rispetto alle leggi del mercato. La Francia e la Germania, motori del benessere delle comunità europee, eldorado per i cittadini del Continente e sogno di migrazione per tutte le popolazioni mondiali, stanno rivelando le loro debolezze; fa da contrappasso un Paese, come il nostro, che è stato oltre 50 anni politicamente instabile, ma solo ora riesce ad essere monolite e di supporto in Europa della prima potenza mondiale gli USA. Evidentemente è questo che i diplomatici iraniani hanno pesato, fenomeno che non si verificò in alcun modo con i due marinai del Battaglione San Marco, detenuti per anni e sottoposti al rischio della pena di morte!

Scusate se mi permetto di parlare di militari, che nell’immaginario comune si sono trovati in una situazione di criticità per loro scelta, ma potevano non vestire la divisa: questo è il sentire di alcuni, che respingo energicamente, perché anche Cecilia Sala da civile poteva andare altrove, ma non lo ha fatto. Mamma Italia ci ha pensato e la ha recuperata, impiegando massivi fondi pubblici per le missioni diplomatiche e per l’aereo di rimpatrio, ma all’epoca dei due marinai, il nostro Paese era schiacciato da una congiuntura internazionale di assoluta marginalità militare e politica, che è stata ben chiara a tutti. In questo contesto, spicca il gesto di libertà di Oriana Fallaci, pur se celebrata in varie fiction televisive, oggi guardata con sdegno da certa sinistra maoista e stalinista, che davanti al Khomeini ed al Mondo rivendicò la democrazia italiana ed occidentale come unico sistema di pacifica convivenza dei popoli, dove la donna è presa a modello e non a servizio del patriarcato.

È meraviglioso assistere ad una ripresa di credibilità dell’Italia nel Mondo sotto l’egida di una Istituzione governata da donne serie, compunte e consapevoli del loro ruolo di cambiamento della società. Tuttavia, esorto tutte le giovani donne come Cecilia, naturalmente le ragazze che si affacciano alla libertà, a riflettere sulla prudenza e sul senso della misura, senza particolari aforismi o culture universitarie, ma ascoltando qualche piccola perla di saggezza delle loro mamme o nonne.





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