Giorgia Meloni, il talento della prima donna premier e l’orizzonte Quirinale – Libero Quotidiano

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Francesco Damato

Sarà anche fortunata, per carità. Soprattutto di avere gli avversari che ha, tanto ossessionati da perdere la bussola e accusarla, per esempio, di avere ignorato i problemi della gente comune in una conferenza stampa nella quale la premier si è sentita chiedere, tanto erano presenti quei problemi ai giornalisti accorsi curiosi e numerosi all’appuntamento, le impressioni che prova quando le capita di calpestare le formiche camminando.

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Sarà anche fortunata, dicevo, in un campo come la politica in cui la fortuna aiuta al pari dei generali in guerra. Ma francamente mi sembra davvero impossibile negare la bravura della premier, quella marcia in più che le permette, per esempio, di trovarsi in sintonia col pubblico ben più di quanto non esprimano i voti che raccoglie col suo partito. L’altra sera a Piazza pulita su La7 il conduttore Corrado Formigli è stato il primo forse a sorprendersi di uno dei risultati più significativi del sondaggio appena effettuato da Eumetra di Renato Mannheimer. Che dava ferma al 28,6 per cento delle intenzioni di voto la destra meloniana rispetto alla rilevazione precedente del 4 dicembre. Ma il gradimento di Elon Musk, mostrificato a sinistra anche per la sua personale amicizia con la Meloni, forse pari solo a quella col presidente americano Donald Trump ormai vicino all’insediamento, è salito nello stesso spazio di tempo dal 42,9 al 58,4 per cento, cioè di 15 punti. E lo sgradimento è sceso di più di 16 punti: dal 51,4 al 34,8. E ciò, pur essendo avvertito Musk come “pericoloso” ancora dal 44,6 per cento del pubblico sondato. La ragione della differenza che sembra contraddittoria, paradossale e quant’altro fra quel 51,4 per cento di gradimento e quel 44,6 per cento pur sempre timoroso sta forse proprio nella fiducia che alla fine è prevalsa grazie a quella posta dalla Meloni su Musk. C’è gente insomma che se ne fida di riflesso perché ancor più si fida del giudizio della premier italiana.

 

 

 

Se questo accade per e con Musk, alla luce anche del credito appena guadagnatosi dalla premier con la gestione eccezionale di quel terribile intrigo internazionale che era apparso ed era il sequestro della giornalista italiana Cecilia Sala in un penitenziario iraniano fra i peggiori del mondo, è facile immaginare come possa influire la posizione della Meloni su problemi di natura strettamente interna, come le riforme in cantiere parlamentare del premierato e della giustizia. Su cui gufano gli avversari scommettendo sul loro naufragio nei referendum confermativi. Se n’è parlato anche nella conferenza stampa, dove la premier si è mostrata sicura del fatto suo, convinta delle scelte compiute e fiduciosa della sintonia che ha saputo creare con l’elettorato. Che sarà paradossalmente lontano dall’alternativa ricercata al centrodestra, anche con la rianimazione bocca a bocca del fantomatico centro, di stampo cattolico o laico che sia, quanto più largo riuscirà ad essere il cosiddetto campo degli avversari della premier.

 

 

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La Meloni ha forse sorpreso qualcuno con quella indecisione mostrata con i giornalisti parlando della possibilità, volontà ed altro di ricandidarsi a Palazzo Chigi nelle elezioni politiche alla scadenza ordinaria di questa legislatura, fra due anni. Quando, prima ancora di scadere la legislatura, lei avrà compiuto il 15 gennaio i 50 anni prescritti dalla Costituzione per essere eleggibile in Parlamento al Quirinale, quando scadrà dopo due anni il secondo mandato di Sergio Mattarella. Che l’ha nominata il 22 ottobre scorso presidente del Consiglio, la prima donna a Palazzo Chigi, e potrebbe trovarsi nella condizione privilegiata di passare le consegne alla prima donna anche al Quirinale nella storia della Repubblica. Una prospettiva alla quale immagino con un certo divertimento la reazione dei suoi avversari, e professionisti dell’antifascismo nell’anno dell’ottantesimo anniversario della Liberazione. Calma, signori. Restate ai vostri posti. Ristudiatevi, piuttosto, la vostra parte.

 

 

 

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