le Marche si scaldano dal 2014. Il 2024 si è chiuso con una media di 15,4°

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ANCONA Abbiamo trascorso il periodo natalizio tra tempeste di tramontana e neve anche in collina e adesso gennaio, dopo una pausa tiepida con temperature fino a 20 gradi e la neve che si scioglieva anche ad alta quota, sta per mettere di nuovo i brividi. Un brusco calo termico è atteso da oggi sulle Marche, dove sono previste temperature fin sotto lo zero, brinate nei fondovalle e il ritorno della neve, che tra oggi e soprattutto domani potrebbe imbiancare anche le zone collinari, da quota 5-600 metri.

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Vento e mareggiate

Per oggi la Protezione civile ha diffuso un’allerta gialla per vento e mareggiate valida nel centro-nord delle Marche.Insomma, viviamo scampoli dell’inverno di una volta alternati a fasi di caldo anomalo, ma non bisogna confondere il “tempo atmosferico”, le condizioni che cambiano nel giro di un’ora, un giorno o anche una settimana, con il clima, cioè la media delle condizioni meteo di un luogo misurata su diversi decenni. E il clima sta cambiando, anche nelle Marche, molto più in fretta negli ultimi decenni che in passato. Lo certifica l’ultimo report stilato di recente dal Servizio Agrometeo dell’Amap, che grazie alla rete regionale gestita (sono state selezionate 30 stazioni significative sul territorio) riesce a monitorare da qualche decennio l’andamento di temperature e precipitazioni.

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Le variazioni

«Anche nelle Marche si stanno registrando significative variazioni delle due principali grandezze che descrivono l’andamento climatico: la temperatura e le precipitazioni», si legge nell’analisi di Amap, basata sul confronto tra i trend degli ultimi anni e quello di un periodo storico preso come riferimento, il trentennio 1991-2020. Quanto alla temperatura, «per la nostra regione si registra un graduale riscaldamento (già a partire da metà anni Ottanta), divenuto poi più accentuato con l’inizio del nuovo millennio», si legge nell’analisi climatica dell’Agenzia regionale per l’Innovazione nel Settore Agroalimentare e della Pesca (ex Assam), uno studio finalizzato alle strategie di adattamento e mitigazione del settore agricolo al cambiamento climatico. Dall’anno 2000, infatti, ben 19 anni su 25 sono stati più caldi del normale, mentre per trovare un anno più freddo della media è necessario risalire fino al 2013.

Graduale riscaldamento

Negli ultimi 11 anni consecutivi la temperatura media annua regionale è stata più elevata rispetto alla media (13,9° C) del trentennio. Davvero da record sono stati gli ultimi tre anni, con un eccesso di caldo che ha superato il grado di anomalia. Già il 2023 era stato per le Marche il più caldo degli ultimi 63 anni con una temperatura media di 15,4°C (+1,5°C rispetto al trentennio 1991-2020). Il 2024 non era ricompreso nel report diffuso a dicembre dall’Amap sull’andamento climatico, ma dai dati reperibili sul sito della stessa agenzia si ricava che l’anno scorso ha eguagliato questo record (anzi, con qualche centesimo in più), chiudendosi con una temperatura di 15,4°. Dato che fa del 2024, al pari del precedente, l’anno più caldo da quando esistono statistiche ufficiali (1961) e anche a partire dall’800, visto sia il Cnr che l’osservatorio europeo Copernicus hanno confermato le stime sul 2024 come «l’anno più caldo mai registrato». Per tre anni consecutivi nelle Marche (non era mai successo) la temperatura media ha superato la soglia dei 15°. In generale negli ultimi decenni, fa notare l’Amap, ci sono stati inverni e primavere più miti e in particolare la stagione estiva «è quella che si sta scaldando più velocemente», con «una maggiore frequenza delle ondate di calore» e temperature che in estate superano i 35°C e a volte anche i 40°C e di notte non scendono sotto i 20°.

La siccità

A differenza della temperatura, la precipitazione totale annua non manifesta per l’Amap una tendenza statisticamente significativa. Nel nuovo millennio c’è stata nelle Marche un’alternanza di annate più piovose della media (14 su 25) con altre più asciutte, compresa l’ultima. Il 2024 si è chiuso con una precipitazione media regionale di 801 mm, con un ammanco del 6% sul trend del trentennio. «Qualche segno di cambiamento sembra delinearsi nella distribuzione temporale dei fenomeni – fa notare però l’Amap -. Il fatto più evidente è un inasprimento della siccità estiva dovuta a lunghi periodi di assenza di piogge come quella che ha caratterizzato l’estate 2024».





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