La Val d’Ossola, sei amici e un’agricoltura eroica che valorizza il territorio: «Produciamo vino, miele e zafferano»

Lo spiega la natura e lo conferma il clima. C’è un modo giusto per occuparsi di produzione e gastronomia e un modo che, con buona pace delle abitudini che ci hanno accompagnato nell’ultimo trentennio, oggi è semplicemente sbagliato perché non più sostenibile, tanto meno etico. Per questi motivi è importante dare rilievo a quelle realtà, piccole o grandi che siano, capaci di realizzare — con ingegno, pazienza, investimenti e un buon piano d’impresa — progetti imprenditoriali che vadano in questa direzione. Tra loro ci sono Alessandro, Emanuele, Fabiana, Francesco, Manuela e Paolo che nel 2021 hanno fondato Dea, agricoltura eroica in Val d’Ossola. Un’azienda nata dall’amore della famiglia Stratta (nessun legame con i famosi pasticceri torinesi) verso il territorio, il benessere della comunità e il valore dell’eredità culturale. Per realizzare il loro progetto hanno scelto Masera, un piccolo comune di 1.500 anime e il posto ideale, seppur faticoso, per coltivare un sogno: preservare e tramandare l’eccellenza con la produzione di miele, vino e zafferano promuovendo i valori dell’artigianalità e della sostenibilità attraverso prodotti che riflettono il legame con la terra e l’impegno per un’agricoltura responsabile.

I sei moschettieri sono partiti, insieme a un gruppo di amici, nel prendersi cura delle vigne abbandonate e che altrimenti sarebbero state estirpate. Da lì, la famiglia Stratta si è poi affidata a consulenti esperti per trasformare un hobby nel lavoro della propria vita, decidendo di tornare alle proprie origini e dedicarsi all’agricoltura. «Siamo braccia e menti che hanno sperimentato varie professionalità contemporanee e si sono riunite sotto il cielo della Val d’Ossola — spiegano i sei —. Sentiamo profondamente le nostre radici, e questo ci rende una famiglia molto più della genetica». 

Agricola Dea lavora su piccole produzioni a tirature limitate e s’impegna «a valorizzare le risorse locali, promuovere le pratiche agricole sostenibili e a rafforzare il legame con la comunità per diventare uno dei punti di riferimento per l’agricoltura montana della Val d’Ossola, ma sempre portando avanti i valori in cui crediamo». Chi non conosce l’Ossola dovrebbe desinare un fine settimana alla scoperta di questo territorio autentico, fatto di montagne ricoperte da boschi di conifere e latifoglie e il fiume Toce che incide sul paesaggio con la sua imponente cascata. Un ambiente affascinante, insomma, quello dove la famiglia Stratta pratica un’agricoltura eroica, trasformando le difficoltà in opportunità.

Ed eccole. Il progetto del vino, fondato sul recupero del vitigno locale Prünent, la cui storia risale al quattordicesimo secolo. Un uvaggio coltivato ancora oggi, sia attraverso i filari sia utilizzando la tòpia, tipica vigna pergolata, per seguire la naturale inclinazione del terreno e ottimizzare il (poco) spazio disponibile. E poi il miele. Millefiori Valle Ossola, Floralpina, Castagno, Tiglio, Acacia: e Rododendro, l’arbusto che grazie alle proprie radici sostiene letteralmente da Alpi della zona. Una piccola produzione, fatta di dieci mila vasetti l’anno al massimo. E infine lo zafferano, la cui produzione è iniziata «per gioco» nel 2020, in piena pandemia, quando la famiglia ha deciso di piantare il primo campo di Crocus sativus, il nome scientifico della preziosa, e altrettanto faticosa da produrre, spezia. Basti pensare che, per ottenere un solo chilo di zafferano servono 175 mila fiori, 700 ore di lavoro manuale e altre 400 per la delicata operazione di separazione degli stimmi. 

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