“Dove eravamo rimasti”: Tullio Solenghi presenta il nuovo show con Massimo Lopez

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Il Teatro Alfonso Rendano di Cosenza si prepara a ospitare un attesissimo ritorno: Massimo Lopez e Tullio Solenghi saranno in scena il 14 e il 15 gennaio con un nuovo incredibile show, “Dove eravamo rimasti”. Tutti i dettagli nell’intervista a Tullio Solenghi.


COSENZA – Il Teatro Alfonso Rendano di Cosenza si prepara a ospitare un attesissimo ritorno: quello di Massimo Lopez e Tullio Solenghi, un duo che ha scritto pagine indimenticabili nella storia della comicità italiana. Dopo il grande successo riscosso con il precedente spettacolo, i due artisti tornano insieme con un nuovo incredibile show, “Dove eravamo rimasti”, in programma martedì 14 e mercoledì 15 gennaio (ore 20.30). Scritto a sei mani con Giorgio Cappozzo, lo spettacolo si inserisce nella rassegna “L’Altro Teatro“, ideata da Gianluigi Fabiano e Giuseppe Citrigno.

Attori, imitatori, comici e showman di grande talento, Massimo Lopez e Tullio Solenghi, già protagonisti del celebre trio comico che vedeva al loro fianco l’indimenticabile Anna Marchesini, sono amati dal pubblico per la loro straordinaria poliedricità artistica. La loro carriera, segnata da una lunga esperienza e dalla capacità di saper reinventare il proprio repertorio, ha reso i loro nomi garanzia di qualità e divertimento. Lo show “Dove eravamo rimasti” promette di essere un mix di numeri esilaranti, sketch, brani musicali e contributi video che alternano momenti di risate incontrollabili a picchi di comicità mai banali. Tra i momenti più attesi, la lectio magistralis di Sgarbi, un affettuoso omaggio all’avanspettacolo, il confronto immaginario tra Mattarella e Bergoglio e un emozionante tributo ad Anna Marchesini, compagna di avventure artistiche e amica di lunga data del duo. Per saperne di più su questo spettacolo che promette di far ridere e commuovere, abbiamo intervistato Tullio Solenghi.

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“Dove eravamo rimasti” è un mix di comicità, musica e momenti emozionanti. Come ha vissuto il processo creativo insieme a Massimo Lopez e a Giorgio Cappozzo?

«È nato da una forte voglia di ritornare a relazionarci con il nostro pubblico, soprattutto dopo la pausa forzata del Covid. Il desiderio di rimetterci in gioco e iniziare una nuova avventura ci ha spinto a creare uno spettacolo che riprendesse da dove avevamo lasciato. L’abbiamo intitolato “Dove eravamo rimasti” per sottolineare proprio la ripartenza dal precedente spettacolo, ma con ingredienti freschi, la formula narrativa che ci ha sempre contraddistinto fin dai tempi del trio e questa bella partecipazione del nostro pubblico».

Tullio Solenghi, cosa rende speciale la vostra collaborazione?

«Prima di essere colleghi, siamo amici. È questo legame che ha reso il nostro percorso artistico così solido e autentico, sin dai tempi del trio con Anna Marchesini. Condividiamo la stessa visione di comicità e teatro. Questa è la carta vincente che ci ha permesso di continuare a lavorare insieme anche dopo tanti anni».

Sul palco, il pubblico potrà assistere a un omaggio all’avanspettacolo e alla lectio magistralis di Sgarbi. Come scegliete i temi da trattare?

«L’ispirazione per questi sketch nasce dal fascino che proviamo per alcuni personaggi. Per esempio, Massimo ha il suo “Sgarbi marziano”, io invece mi diverto a riproporre il “marziano Mughini”. Da questi spunti nascono le idee per i nostri numeri».

Ci sarà anche un tributo musicale ad Anna Marchesini. Tullio Solenghi può dirci di più?

«Circa un anno fa ho scoperto una canzone stupenda, “Dentro la tasca di un qualunque mattino” di Gianmaria Testa, un cantautore che purtroppo non ha avuto il successo che meritava. Questa canzone mi è sembrata scritta per Anna, anche se i due non si sono mai conosciuti. Stranamente, entrambi se ne sono andati nello stesso anno, a pochi mesi di distanza. L’ho proposta a Massimo e abbiamo deciso di portarla sul palco».

Uno dei punti salienti dello spettacolo è il confronto tra Mattarella e Bergoglio. Cosa significa per voi inserire questa “chiacchierata” nel vostro show?

«Questa “coppia inedita” è un modo per mettere in scena una riflessione divertente, ma anche un omaggio al mondo dell’avanspettacolo, siccome siamo molto devoti ai comici del passato come Totò, Tognazzi, Vianello».

Avete introdotto delle proiezioni sullo schermo del palcoscenico. Cosa può aspettarsi il pubblico?

«Lo schermo sul fondo del palcoscenico è un elemento importante in questo spettacolo. È utilizzato per proiettare immagini che si animano a seconda dei vari momenti. C’è un pezzo interpretato da Massimo, “Send in the clowns”, con delle immagini che si compongono a formare la figura di un clown. Ci sarà anche una sorta di collegamento con il Paradiso. Non voglio anticipare troppo, ma possiamo dire che ci saranno delle sorprese visive che, insieme alla nostra interpretazione, daranno vita a una nuova dimensione dello show».

Quanto è importante il ruolo della musica nella vostra comicità, soprattutto con l’accompagnamento della Jazz Company?

«La musica è diventata ancora più importante con questi ultimi due spettacoli. La band ci accompagna in alcuni momenti musicali molto significativi. Massimo ha il suo cavallo di battaglia con Sinatra, mentre io mi cimenterò in una versione speciale di “Malafemmena” di Totò. Ci sarà anche un omaggio alla musica degli anni ’40-’50 con il classico “Conosci mia cugina” di Natalino Otto».

Parliamo del vostro legame con il pubblico…

«È fondamentale! Giù non ci sono semplicemente degli spettatori, ma dei parenti. Abbiamo una sorta di famiglia allargata. Ognuno di loro ha qualche ricordo legato ai 12 anni del trio, la nostra meravigliosa parabola. Ogni volta che torniamo in scena, è come ritrovare i parenti in occasione di una festa o un compleanno».

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Qualche curiosità da backstage da svelare ai nostri lettori?

«Il backstage è, in un certo senso, come il palco: non c’è molta differenza. Viviamo tutto con la stessa intensità. Spesso, i momenti di gioco fuori scena vengono poi riportati sul palco».

Tullio Solenghi, un consiglio per i giovani che desiderano intraprendere una carriera nel mondo dello spettacolo?

«Una solida formazione professionale è fondamentale. Frequentare scuole di teatro e prepararsi seriamente è il primo passo. Spesso, è facile avere un momento di popolarità ma mantenersi negli anni, detto da due che hanno 50 anni di carriera sulle spalle, è un po’ più complicato. Se non si hanno solide basi diventa difficile durare nel tempo».



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