Come va letta la dichiarazione fatta nel giorno di San Silvestro dal sindaco Riccardo Mastrangeli. Apparentemente innocua è invece un segnale chiarissimo a maggioranza ed opposizione. Il bluff è scoperto. E le due possibili reazioni sono definite
“Sono già in campagna elettorale“: con queste parole affidate al quotidiano Il Messaggero in edicola il 31 dicembre il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli ha inteso inviare con i consueti auguri di fine anno anche un messaggio politicamente pesantissimo.
È indirizzato ad opposizione, maggioranza e consiglieri scontenti di varia natura. A tutti Mastrangeli dice che non intende farsi logorare, né farsi tirare per la giacca da nessuno. Determinazione vera ed autentica, o tattica? L’uno e l’altro.
Il 2025 tutto da costruire
La premessa, da ripetere fino alla noia, è sempre la stessa: ad andare a nuove elezioni prima del tempo nessuno ci sta pensando. Nemmeno il sindaco, nonostante dica di essere già in campo. Tutti devono ancora completare il libro delle cose fatte da poter poi rivendere in campagna elettorale: sono stati scritti ancora pochi capitoli nell’attività del governo, mentre in minoranza c’è solo qualche appunto che sta scrivendo in questi mesi con molti sforzi diplomatici e di cucitura il capogruppo Pd Angelo Pizzutelli. Nulla di più.
E poi sono troppe le incognite e le insidie di una chiamata alle urne così anticipata. Siamo appena a metà mandato. Storicamente gli elettori non premiano quasi mai le amministrazioni cadute anzitempo.
Soprattutto sono per nulla chiare le composizioni delle coalizioni che scenderebbero in campo: sia a destra che a sinistra. Difficilmente ci sarebbe una coalizione di centrodestra classica con FdI – Lega e Forza Italia, considerata la posizione assunta in questi mesi dagli azzurri usciti dalla maggioranza e passati all’appoggio esterno. Il quadro politico a Frosinone è profondamente cambiato rispetto al 2022, senza contare i rapporti personali al momento impossibili da ricucire. Serve tempo e la necessaria decantazione.
Come per nulla è chiaro se convenga puntare su una coalizione marcatamente politica o piuttosto civica con una visione addirittura trasversale sull’esempio andato alle urne a Veroli ed a Ferentino. Il che cambierebbe del tutto lo scenario, catapultando in prima fila personaggi capaci di cogliere consensi anche nel campo avversario: come lo stesso Mastrangeli, come il suo vicesindaco Antonio Scaccia, come l’ex sindaco Nicola Ottaviani.
I bluff scoperti
Riccardo Mastrangeli però ha capito perfettamente che stanno bluffando tutti coloro che stanno provando a tenerlo sotto pressione con minacce di dimissioni singole o di massa, con la presentazione di improbabili mozioni di sfiducia sulla sua persona. Falsi come le banconote del Monopoli.
Ecco allora che la sua dichiarazione di San Silvestro, politicamente dirompente, punta a smascherare il bluff. Come nella partita a poker del celebre film di Pupi Avati “Regalo di Natale“, il sindaco vuole andare a vedere le carte dei giocatori seduti al tavolo del Consiglio Comunale. E non se ne andrà senza vedere il punto dei suoi avversari: chi veramente vuole far cadere l’amministrazione Mastrangeli dovrà uscire pubblicamente e ufficialmente allo scoperto. Con atti e fatti e conseguenti, non con le chiacchiere. Perché?
Lui non si dimetterà: significherebbe assumersi la responsabilità politica di un fallimento. Preferisce che siano gli altri a compiere il gesto concreto, assumendosene la responsabilità politica ed amministrativa di fronte agli elettori. È sulla base di questo assunto che le provocazioni non fanno più effetto su Mastrangeli.
Ecco perché il suo “sono già in campagna elettorale” è una dichiarazione tattica. Ma fino a un certo punto.
Il secondo scenario
Se dovesse percepire che c’è veramente un progetto per farlo cadere, allora Riccardo Mastrangeli cambierebbe scenario. E potrebbe prendere in esame le dimissioni ma solo dopo avere smascherato pubblicamente la manovra. In quel caso le dimissioni sarebbero un atto di ribellione con cui sarebbe lui stesso a mandare tutti a casa.
E ovviamente si ripresenterebbe agli elettori di Frosinone, con nuove liste, passate ai Raggi X della affidabilità politica e personale di ogni singolo candidato al Consiglio Comunale. Non le lascerebbe compilare dai vari capi bastone, questa volta.
Esiste un limite superato il quale la pazienza, da indiscutibile pregio, diventa un insopportabile difetto. E Mastrangeli quel limite non intende oltrepassarlo. Lo ha detto chiaramente con quella dichiarazione.
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