Sei perle rare dell’asta parigina di Sotheby’s

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Testo di Fabio Madaro

Nel caso foste indecisi tra una settimana bianca in quel di Cortina o un bel viaggio in una delle grandi capitali europee, beh forse potreste programmare una trasferta a Parigi dal 4 al 5 febbraio. Giorni pressoché in concomitanza con l’apertura della grande esposizione di Rétromobile, durante i quali Sotheby’s metterà all’incanto decine di icone a quattro ruote del passato. Una sorta di Eldorado per appassionati che avranno la possibilità di ammirare molti dei modelli più celebrati nella storia dell’auto. Così, per offrirvi un piccolo antipasto, ne abbiamo scelte alcune attingendo dal ricchissimo catalogo della casa d’aste: eccole. Molte, inutile sottolinearlo, sono totalmente al di fuori della portata della stragrande maggioranza degli amanti del genere, ma una capatina a Parigi – anche solo virtuale – non perdetevela: ne vale la pena. Per info cliccate qui.

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Ferrari 250 LM (1964)

 

La nostra rassegna non può che iniziare dalla regina di questa asta parigina: la Ferrari 250 LM del 1964. Se ve l’eravate persa è stata protagonista dell’automobileclassica n. 3: qui l’articolo.  Un modello all’apice della piramide per le sue caratteristiche tecniche e storiche davvero uniche. Realizzata da Scaglietti venne acquistata dalla NART (North American Racing Team) del celebre importatore Ferrari negli Usa Luigi Chinetti. Vinse la 24 Ore di Le Mans del 1965 con Masten Gregory e Jochen Rindt regalando alla Casa di Maranello la sesta vittoria consecutiva sul circuito de la Sarthe.

Questa 250 LM è tra l’altro l’unica Ferrari iscritta da un team privato ad aver mai vinto la 24 Ore di Le Mans.
Ma i primati della 250 LM non finiscono qui perché è stata anche la sola Ferrari realizzata durante l’era di Enzo Ferrari a competere in sei gare di 24 ore: tre volte a Le Mans e tre alla 24 Ore di Daytona.
Nel 1967 venne esposta da Luigi Chinetti al New York Automobile Show. Nel dettaglio si tratta di un esemplare originale e perfettamente conservato, anche grazie ai 54 anni di maniacale conservazione al Museo dell’Indianapolis Motor Speedway che la rilevò da Chinetti Motors dopo la 24 Ore di Daytona del 1970. La vettura è accompagnata da una fitta documentazione che attesta la sua partecipazione alle 24 Ore di Le Mans del 1965, 1968 e 1969, o le copie dei documenti di Luigi Chinetti, i passaggi di proprietà nel 1970 e ancora fatture di ricambi e assistenza. Oltre che un dettagliato report di Marcel Massini, forse il più celebre tra gli attuali storici della Ferrari.
La 250 LM è stata realizzata in 32 esemplari: questa è la sesta ed è certamente la più importante e blasonata di tutte.
Con un simile pedigree non stupisce che la quotazione di Sotheby’s sia stellare: 25 milioni di euro.

Porsche 911 Carrera RS Lightweight (1973)

Decisamente consistente la pattuglia delle Porsche in vendita a Parigi. Alcune delle quali di assoluto valore storico come questa rara, e costosa, 911 Carrera RS 2.7 Lightweight (alleggerita), uno degli appena 200 esemplari realizzati dalla Casa di Stoccarda. Immatricolata la prima volta in Italia, l’auto è equipaggiata con differenziale a slittamento limitato. Il boxer 2,7 litri eroga 210 cv. Partecipò a diverse competizioni dell’epoca, tra cui la Targa Florio del 1979. Nello stesso anno vinse il Campionato Italiano Rally. Stupenda la livrea bianca con scritte e ruote blu su interni neri. Impegnativa la quotazione: da 900 mila a 1 milione e 200 mila euro.

Aston Martin DB6 Shooting Brake (1966)

La storia racconta che il fondatore dell’Aston Martin David Brown amasse molto la caccia. Un giorno espresse il desiderio di poter far viaggiare comodamente il suo cane sul retro di una DB5: fu così che nacque la prima DB5 Shooting Brake carrozzata da Radford. Stando ai resoconti dell’epoca (1963) ne furono realizzate solo una dozzina. Lo stesso accadde nel 1966 quando nacque la DB6: Radford ne costruì sei. In seguito la realizzazione delle DB6 Shooting Brake venne affidata alla FLM Panelcraft a Londra, già nota per le sue carrozzerie su base Rolls-Royce: ne costruì solo tre e questo modello in particolare è l’unico con guida a sinistra. Una modifica commissionata dal primo acquirente: un ricco texano forse poco interessato ai cani, ma parecchio alle Aston Martin. Qualche anno più tardi l’auto tornò in Europa: dapprima in Francia e poi in Belgio. Dotata di serie di aria condizionata Normalair, cerchi cromati, lunotto riscaldato e differenziale a slittamento limitato, ha lo stesso sei cilindri in linea 4 litri della Coupé ed è associato a un cambio manuale a cinque marce.
Quotazione d’asta: 550 mila- 700 mila euro.

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Alfa Romeo 8C Competizione (2008)

Più passano gli anni e più questo capolavoro del Biscione acquisisce importanza e valore. Una autentica instant classic a tiratura limitata (500 esemplari per la coupé e 329 per la Spider), la 8C viene proposta da Sotheby’s nella versione Coupé con carrozzeria in carbonio in tinta nera, piuttosto rara poiché la maggior parte delle 8C hanno hanno la classica livrea rossa, e con interni in pelle scura e cuciture bordeaux. Il motore è il V8 4,7 litri di origine Ferrari accreditato di 450 cavalli, mentre la trazione è sulle ruote posteriori con cambio robotizzato sequenziale a sei velocità. La vettura ha percorso appena 18.852 chilometri e ha una quotazione di 175 / 225 mila euro.

Renault 5 Turbo 2 (1984)

È una compatta nata per la città che negli anni Ottanta rapì il cuore di moltissimi appassionati. Stiamo parlando della Renault 5 nella pepata versione Turbo 2: nata per permettere a Renault di partecipare al mondiale rally con omologazione nel Gruppo 4. L’auto è stata perciò totalmente riprogettata con il motore spostato in posizione centrale posteriore al posto dei sedili. Si trattava di un quattro cilindri turbocompresso di 1,4 litri da 160 cv di potenza. Cambio manuale a cinque velocità. Costruita tra il 1983 e il 1986, la Turbo 2 è stata costruita in 3.200 esemplari. Secondo i registri Renault, la vettura in vendita è uscita dalla fabbrica il 30 gennaio 1984. Quotazioni: da 80 a 100 mila euro.

Bmw 507 Roadster Serie II (1958)

Una full immersion nel glorioso passato di Bmw con questa sublime 507 Roadster: la scoperta che contribuì in modo determinante ad accrescere il prestigio della Casa di Monaco. In particolare questa 507 è uno degli appena 252 esemplari realizzati da Bmw dal 1956 al 1959. La sua carta d’identità dice che lasciò la fabbrica nel 1958 per essere immatricolata nientemeno che a L’Avana capitale dell’isola di Cuba. Nel 1988 è stata acquistata da un acquirente tedesco che avviò un restauro lunghissimo durato fino al 1993. Il motore è un V8 in lega da 3,2 litri da 150 cv (per il mercato americano i cavalli salivano a 195), abbinato a un cambio manuale a quattro velocità. Una preziosa rarità riservata però ai grandi collezionisti con quotazioni che oscillano tra 1.750.000 e 2.000.000 di euro.

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