inaugurato la nuova sede di viale Belfiore

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È stato inaugurato oggi il nuovo The Social Hub di viale Belfiore. La struttura vanta 550 camere, bar, ristorante, palestra, giardino e piscina sul tetto, spazi per eventi e coworking, e vuole proporsi come un nuovo punto di incontro tra studenti, giovani professionisti e viaggiatori. A partire da sabato 1° febbraio la struttura entrerà ufficialmente in funzione. 

The Social Hub Belfiore

L’hub di Belfiore è frutto di un progetto di rigenerazione urbana che ha richiesto un investimento complessivo di 150 milioni di euro, sorge infatti in un’area abbandonata da anni nel cuore del centralissimo quartiere di San Jacopino a pochi passi dalla futura stazione dell’Alta Velocità di Firenze Belfiore (prevista per il 2028) e il collegamento tramviario con l’aeroporto di Peretola e vicina all’attuale stazione di Santa Maria Novella.

La struttura si compone di due edifici, separati fra loro da una strada commerciale a cielo aperto, sovrastati da un giardino pensile di 7mila metri quadri che sarà la più grande terrazza panoramica con vista sulla città. Il giardino pensile (agibile dalla seconda metà dell’anno) sarà popolato da 60 specie diverse di vegetazione tra erbe e arbusti autoctoni e piante che richiedono un uso limitato di acqua. Questo sarà per la gran parte un parco aperto al pubblico, accessibile attraverso una grande scala monumentale.

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Concepita secondo il modello dell’ospitalità ibrida, la struttura, si sviluppa su oltre 85mila mq strutturati su nove piani di cui quattro interrati. Con 550 camere con diverse soluzioni di soggiorno (da una notte fino ad un anno intero), presenta uno dei più grandi coworking della Toscana con uno spazio di 3300 mq pronto ad ospitare oltre 500 persone. All’interno è possibile trovare ristoranti, bar, spazi per riunioni ed eventi appositamente creati per ospitare fiere e rassegne fino a 300 persone (prenotabili a marzo), la palestra, un archivio per il Comune, una piscina sul tetto e un giardino di quartiere.

Tutte realtà ricettive che, anche in sinergia con il già presente The Social Hub di Lavagnini, incrementano l’offerta congressuale del gruppo a Firenze e che offriranno molte opportunità di introiti in diversi ambiti oltre ai 55 posti di lavoro previsti dalla società. Inoltre, il progetto ha coinvolto il rinnovamento del piano stradale con l’aggiunta di una rotonda e della pista ciclabile. Firmato dallo studio Natalini Architetti (Adolfo Natalini e Fabrizio Natalini), The Social Hub Belfiore si pone l’obiettivo di diventare un nuovo luogo di innovazione aperto a tutti in città, pensato per favorire la fruizione dall’esterno e le connessioni tra ospiti, lavoratori e cittadini. Mentre il progetto del giardino pensile è a cura del noto paesaggista Antonio Perazzi. Rizoma Architetture ha collaborato con The Social Hub per l’interior design.

Apre The Social Hub: protesta in Viale Belfiore

I servizi e le attività 

La struttura in viale Belfiore sarà la prima della catena dove verrà sperimentato un abbonamento mensile a partire da 99€ + iva al mese con il quale chiunque potrà avere accesso a tutti i servizi, gli spazi, gli eventi e le opportunità di formazione offerti dall’hub. Gli abbonati potranno accedere alla palestra aperta 24 ore sette giorni su sette, ai corsi di formazione, e ai benefici delle tante partnership tra l’Hub e le attività commerciali del quartiere e non solo. Il tutto facilmente gestibile grazie a una app dedicata, volta anche a incentivare le connessioni tra le persone. Con l’obiettivo di costruire una comunità, The Social Hub Belfiore organizzerà oltre 600 eventi ed attività ogni anno, da mostre d’arte, a mercati vintage, a dj set, a corsi di lingua e di fitness, pensati per creare occasioni di connessione tra le persone.

All’interno dell’hub troverà spazio un ampio ristorante ‘Ammodino’ con un menù che valorizza gli ingredienti del territorio, consentendo di sperimentare la cucina locale in chiave moderna, grazie alla partnership con Aldo Settembrini, imprenditore della ristorazione che si occuperà dell’offerta gastronomica di varie attività della struttura, inclusi la bakery, che sarà un punto vendita del famoso panificio ‘Menchetti dal 1948’ e il rooftop bar. Sarà inoltre disponibile da febbraio un parcheggio di 573 posti per ospiti e cittadini, gestito da APCOA.

“L’apertura del secondo hub a Firenze e la prossima a Roma rappresentano un traguardo importante nella crescita del gruppo, rispetto a quando abbiamo iniziato a investire in Italia quasi dieci anni fa – spiega Charlie MacGregor, ceo e fondatore di The Social Hub – una scelta coraggiosa e che oggi premia i nostri sforzi. Abbiamo collaborato con l’amministrazione, architetti locali, designer e innumerevoli altri partner per ampliare la portata della nostra offerta sostenibile sia da un punto di vista ambientale che sociale. La nostra missione è quella di contribuire a costruire una società migliore, dove il cambiamento e l’innovazione siano stimolati e valorizzati, e lo perseguiamo soprattutto favorendo le connessioni tra le persone che frequentano le nostre strutture”. 



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CALCIO Saverio Sticchi Damiani “Con la cessione di Dorgu si creano le basi per il futuro del Lecce” A conclusione della sessione di calcio mercato in cui per il Lecce si è registrata la cessione più lucrosa della sua ormai centenaria storia la società ha indetto una conferenza stampa nel corso della quale ha preo la parola prima di il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani, ed anche per lui nel corso degli ultimi giorni, per la precisione a Parma, dobbiamo registrare un primato storico: Sticchi Damiani ha infatti superato per vittorie conquiste nel massimo campionato italiano, dopo quella di parta sono 31, sia Mario Moroni (30) che Franco Jurlano (29). “Volevo fare il punto sullo stato di salute del club, parlando soprattutto di numeri, debiti, verità. Chiedetemi pure tutto su qualsiasi cosa non sono chiaro, la nostra trasparenza è massima. C’è quest’idea che si dà un messaggio e se ne cela un altro, cosa sbagliatissima. C’è con me Tamborrino del collegio sindacale che potrà riprendermi se dico qualche inesattezza. Parto dall’aspetto economico, per chi vede il calcio in modo più romantico, cosa alla quale tengo tantissimo, ci sarà anche lo spazio in coda. Partiamo dall’operazione Dorgu che ha i caratteri della straordinarietà. E’ la nostra cessione record ed avviene nel nostro momento di grandissima salute economica. Qualcuno ha voluto parlare di criticità, che ci sono state ma in passato con il Covid sul cui risanamento tornerò dopo. Non era un’operazione prevista, non è stata fatta per colmare criticità del passato. Ci porta ricchezza sotto tutti i punti di vista e possibilità di fare investimenti tecnici e strutturali. Più volte abbiamo detto che Dorgu non sarebbe partito a gennaio, ed ora spiego perché è accaduto il contrario. Poi è arrivato il Manchester United, che si è fatto sentire con noi e con l’entourage del ragazzo ricevendo da noi una risposta ufficiale che vi lascio qui, in cui dicevamo che non avevamo intenzione di lasciar partire Dorgu a gennaio. E non parlando di cifre, non chiedendo rilanci. Questo, anziché stoppare lo United, ha sortito l’effetto opposto. Il Manchester ha così insistito, noi abbiamo chiesto più volte di rinviare il tutto in estate, promettendo anche al giovane che non avrebbe perso l’opportunità. Anche per noi era uno step storico, solo volevamo farlo a luglio. Gli inglesi ci hanno comunicato la loro volontà, del club e del suo allenatore, di immediatezza. C’è stato un aut-aut, o adesso o mai più, dando questo messaggio anche allo stesso calciatore. Dorgu non si può giudicare, hai 20 anni e ti arriva il Manchester United con un’offerta del genere. L’insieme di questo fattori ci ha portato a pensare che dalla coerenza saremmo passati ad un impuntarsi stupido. Ora parliamo del reinvestimento delle risorse. C’è preoccupazione che quest’introito vada ad un precedente risanamento frutto della retrocessione in B sommata ai due anni cadetti di Covid i quali ci hanno portato un -27. Calcio e Finanza ha fatto un articolo su un documento ufficiale, ma lo ha fatto nei giorni dell’addio di Dorgu. Questo per dire che il ripianamento del -27 sarebbe arrivato a prescindere dall’ultimo acquisto tramite tre plus di bilancio di fila. Quindi gli introiti di Dorgu vanno al di là del ripianamento. Si è parlato di debiti, che io ho detto siano stati azzerati. Ed è una grande verità. Ci sono delle passività che vanno a bilancio, come la svalutazione dei calciatori, che però non sono soldi che devi a qualcuno. Semplicemente influiscono su quel -27 che ripiani con tre bilanci positivi di fila, come stiamo facendo a prescindere dalla plusvalenza di Dorgu. Ora, questo non vuol dire che il giorno dopo aver ceduto Dorgu buttiamo 30 milioni sul mercato, non è così che fa il Lecce. Noi dobbiamo continuare a prendere giocatori a 2 per formarli, andando ovviamente ad accrescere l’aspetto delle possibilità. Un altro aspetto: nessuno dei soci ha mai preso 1 euro. Abbiamo investito 26 milioni per la nostra scalata, cosa che ha fatto anche il Napoli investendo e poi dando sostenibilità ad una società strutturata. E’ così che un certo tipo di società fanno calcio. Noi abbiamo fatto un regalo al territorio, investendo soldi privati che qui non è facile reperire. Le aziende locali come sponsor tramite Confindustria sono riuscite a sommare 27mila euro, quest’anno la Camera di Commercio ha provato a fare lo stesso per acquistare uno skybox da 50mila euro tramite aziende locali e non ci è riuscita. Noi invece abbiamo investito 26 milioni nel Lecce, facendo una scalata che non era scontata. C’è chi ha speso 70 milioni ed è ancora in C. Sostenibilità non vuol dire che non si investe, ma che si generano ricavi reinvestiti”. Il tifoso non c’entra nulla, perché girano numeri a casaccio. Ad esempio sugli innesti. Parliamo di cifre reali che entrano nel club, per Pongracic sono entrati 10 milioni e per Gendrey poco più di 6. Si riduce di parecchio. Grazie al lavoro dei direttori abbiamo fatto cessioni importanti, incassando escluso Dorgu 40 milioni effettivi, spendendone 42. Però io so che quei 42 diventeranno 200. Il tifoso sbaglia perché ha numeri sbagliati, c’è chi dice che ci mettiamo i soldi in tasca. Affrontiamo questo tema, perché ai tempi di Semeraro si ruppe tutto dicendo che se li intascavano anche se avevano in realtà perso 100 milioni. Il tifoso può stare tranquillo, i soldi di Dorgu verranno reinvestiti. E’ un tema che verrà sgomberato. Abbiamo fatto un accordo con l’Ordine dei commercialisti e metteremo a disposizione un professionista per ogni curiosità che i tifosi possano avere. Dorgu verrà pagato in 5 anni, perché anche i grandi club come il Manchester United chiede le rateizzazioni. Quindi noi ora ci troviamo a giocare un campionato sudatissimo, è una bella stagione, sono carico in questo momento storico. Dobbiamo stare tutti uniti, guardare a Parma quanto abbiano inciso i tifosi”. Io credo che sul mercato le abbiamo provate tutte. Io credo che abbiamo fatto un mercato da Lecce, spendendo 2 milioni per giocatori validi. Magari se lo stesso giocatore viene pagato 8 il tifoso è contento. Pensate a Pierotti, lo scorso anno si diceva non avessimo fatto abbastanza perché avevamo acquistato lui a 1,2 milioni. Se oggi me lo chiedono a 8 milioni io non lo do, quindi credo che per quelle che sono le nostre possibilità e caratteristiche il Lecce provi sempre a fare il massimo. Ovviamente siamo in piena regola anche con i rapporti con il fisco. Sui costi delle cessioni sono tanti gli aspetti ad influire ed è giusto parlarne. Prendiamo ad esempio Gendrey, perché giocatori così li puoi avere a zero come fatto da noi se poi fai degli accordi come riconoscere percentuali future al club che te lo cede ma anche agli intermediari che possono aver favorito la trattativa. Sono tanti gli aspetti da prendere in considerazione. Poi non dimentichiamo che ci troviamo in una Serie A complicatissima, con di fronte club che investono cifre importanti come Como, Parma e non solo. Non dimentichiamo che si è parlato tanto di fair play finanziario, un tetto che noi ci siamo auto imposti perché è importante per stare in salute come club. Siamo stati criticati perché parliamo del centro sportivo magari dopo una sconfitta. Non dobbiamo farci trascinare dal risultato del momento, un club come il nostro deve convivere con la sconfitta. Non dobbiamo fermarci all’oggi, serve visione a lungo termine. Non so perché il centro sportivo sia stato preso in antipatia da alcuni, io non mi stancherò mai di sottolineare invece l’importanza di alcune cose perché sono sintomo di salute e lungimiranza. Il centro sportivo ti porta meno infortuni, quindi punti. E’ importante e non dobbiamo farci prendere troppo dalle difficoltà del momento”.