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Beko, in 500 a Roma. Urso: “Concedere tre anni a Siena”

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Lavoratori Beko al Mimit, il ministro Urso chiede tre anni per la dismissione di Siena, con l’impegno di risolvere la questione affitto

“Per Siena una pausa di almeno tre anni prima della dismissione: Beko garantisca lavoro e produzione mentre cerca un nuovo investitore”. Questa è la proposta del ministro Adolfo Urso, intervenuto al tavolo di Roma per discutere la crisi aziendale.

Da una parte le richieste del ministro, dall’altra la risposta di Beko. Meno intransigente rispetto agli incontri precedenti. Disponibile ad alcune modifiche al piano, ma senza impegni precisi per quanto riguarda i singoli stabilimenti. Si parla di 300 milioni di investimenti, finalizzati soprattutto a ricerca e sviluppo, ma non si capisce se questa cifra impatterà su Siena.

Molto più specifiche le richieste del ministro e delle amministrazioni senesi. Ed anche gli impegni, tra i quali quello di risolvere la questione dell’onerosità dello stabilimento senese, che ha un affitto troppo alto.

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Le richieste del ministro

Urso sottolinea che il rilancio deve avvenire senza gravi conseguenze sociali. Chiede a Beko di collaborare con il governo e i sindacati per tutelare l’occupazione.

A Siena, lo stabilimento di viale Toselli è una priorità. Regione e Comune si impegneranno insieme per assicurare un futuro produttivo oltre il 2027.

Il problema dell’affitto

Il ministro critica l’alto costo dell’affitto dell’impianto senese, considerandolo un’anomalia derivante da vecchi accordi con la Fondazione Monte dei Paschi. È necessaria una soluzione immediata. Urso propone una collaborazione tra Regione, Comune e Beko per superare questo ostacolo. L’obiettivo è creare condizioni favorevoli per il rilancio e la salvaguardia dei posti di lavoro.

Piano da 300 milioni per l’Italia

Urso richiede a Beko un nuovo piano industriale. Sono necessari almeno 300 milioni di investimenti per rendere l’azienda un pilastro del Made in Italy. Si punta su innovazione e ammodernamento degli impianti. Il ministero è pronto a supportare il progetto con strumenti di finanziamento, inclusi incentivi per la transizione energetica. Beko sta valutando la richiesta. Ha aggiornato il piano industriale e sta considerando un investimento significativo, destinando un terzo delle risorse a ricerca e sviluppo. L’azienda conferma la volontà di dialogare con istituzioni e sindacati per garantire stabilità produttiva in Italia.

Proteste a Roma

Mentre il confronto si svolgeva a Palazzo Piacentini, 500 lavoratori protestavano in piazza. È stato indetto uno sciopero di otto ore dai sindacati, con la partecipazione di dipendenti da tutti i siti italiani. Anche la segretaria del PD, Elly Schlein, era presente: “I lavoratori non hanno una data di scadenza, meritano un piano serio e sicurezza occupazionale.”

Il comunicato Beko

Beko Europe ha partecipato oggi a Roma, presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, al quarto incontro del tavolo istituzionale relativo al Piano di trasformazione delle attività industriali italiane. L’azienda, nel corso dell’incontro, ha ulteriormente ribadito che il piano di trasformazione nasce da un’approfondita analisi del contesto strutturale italiano ed europeo, ed è quindi essenziale per raggiungere un assetto economicamente e finanziariamente sostenibile nel medio-lungo periodo in Italia.

Nel corso della riunione, Beko Europe ha condiviso un aggiornamento del piano già presentato lo scorso 20 novembre. Nello specifico, l’azienda sta valutando un investimento di circa 300 milioni di euro – di cui un terzo sarà destinato alla Ricerca e Sviluppo – in funzione di ulteriori discussioni e della stabilità delle proprie attività in Italia.

L’azienda ha confermato che in Italia saranno basati importanti centri di Ricerca e Sviluppo, quali il Centro Globale del Design Industriale di Beko ed il centro globale per la categoria Cooking. È stato inoltre riconfermato che in Italia saranno basati i centri decisionali europei chiave per le funzioni strategiche, tra cui risorse umane, marketing, supply chain e Information Technology.

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Le attività di Consumer Care, il Centro europeo per le parti di ricambio e centro di ricondizionamento degli elettrodomestici usati continueranno a operare dall’Italia.

È stata altresì riconfermata la strategicità della presenza produttiva nel paese, concentrandosi primariamente sulla cottura e sulla refrigerazione da incasso.

L’azienda ha ribadito la necessità di continuare nel percorso di efficientamento delle strutture italiane al fine di poter ulteriormente ridurre i costi fissi secondo il piano presentato. Beko Europe conferma disponibilità a valutare ulteriori aspetti del piano, che potranno essere compiutamente analizzati una volta emersa chiarezza sulla disponibilità degli strumenti di accompagnamento per i lavoratori e in base capacità dell’azienda di poter ridurre il livello dei costi fissi.

Beko Europe ribadisce il proprio impegno a continuare le interlocuzioni con Governo, Parti Sociali e Istituzioni locali nello spirito di miglior collaborazione possibile, al fine di individuare in modo collaborativo soluzioni concrete che rendano la produzione e le attività che resteranno in Italia ed in Europa sostenibili nel lungo periodo.





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