Il Doomsday Clock segna 89 secondi alla Mezzanotte. L’umanità è sull’orlo del baratro? Di sicuro si trova a un passo dal punto di non ritorno: il Doomsday Clock, l’Orologio dell’Apocalisse, ha spostato ancora una volta le sue lancette in avanti, portandosi a soli 89 secondi dalla Mezzanotte. Mai nella storia il pericolo di una catastrofe globale è stato così imminente.
A lanciare l’allarme è ancora una volta il Bulletin of the Atomic Scientists, il prestigioso gruppo di esperti e scienziati fondato nel 1945, che monitora i pericoli legati a guerra nucleare, cambiamento climatico e sviluppo incontrollato delle tecnologie emergenti. Il quadro è preoccupante e il segnale inviato alla comunità internazionale non lascia spazio a interpretazioni: è necessario agire ora per scongiurare un disastro irreversibile.
Il Doomsday Clock, l’Orologio dell’Apocalisse, cos’è?
L’idea dell’Orologio dell’Apocalisse nasce nel 1947, in pieno clima post-bellico, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle minacce che gravano sul pianeta. Nel corso degli anni, la lancetta si è mossa avanti e indietro a seconda delle tensioni internazionali. Nel 1953, con la corsa agli armamenti nucleari tra Stati Uniti e Unione Sovietica, segnava due minuti alla Mezzanotte, un livello di allerta mai più raggiunto fino al 2018. Oggi, però, la situazione è ancora più grave.
Solo dieci anni fa l’umanità si trovava a tre minuti dal punto di rottura, mentre lo scorso anno il Doomsday Clock era fermo a 90 secondi dalla catastrofe. Oggi, con l’ulteriore avanzamento della lancetta, ci troviamo di fronte a uno scenario senza precedenti.
Quali sono le minacce principali?
Gli esperti del Bulletin of the Atomic Scientists individuano quattro grandi fattori di rischio che contribuiscono a questa pericolosa escalation:
Minaccia nucleare: il conflitto tra Russia e Ucraina, giunto ormai al terzo anno, continua a rappresentare un pericolo enorme per la stabilità globale. La possibilità di un’escalation nucleare non è mai stata così concreta, complice anche il deterioramento dei trattati di non proliferazione. A questo si aggiungono le crescenti tensioni in Medio Oriente, che potrebbero sfociare in una guerra su larga scala.
Cambiamenti climatici: il 2024 è stato uno degli anni più caldi mai registrati, con eventi estremi che hanno colpito ogni continente. Siccità, incendi, inondazioni e uragani sono ormai all’ordine del giorno, mentre le emissioni di gas serra continuano a crescere. La transizione ecologica procede troppo lentamente e le misure adottate dai governi risultano insufficienti.
Biosicurezza e pandemie: l’influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) rappresenta un nuovo rischio globale, mentre laboratori biologici in tutto il mondo stanno aumentando le loro attività senza adeguate misure di sicurezza. Inoltre, il progresso dell’intelligenza artificiale rende sempre più concreto il pericolo che armi biologiche possano essere sviluppate e utilizzate in modo mirato.
Tecnologie emergenti: l’intelligenza artificiale è già stata utilizzata in ambito militare nei conflitti di Ucraina e Medio Oriente. La crescente automazione nelle decisioni strategiche, compreso l’eventuale uso di armi nucleari, solleva interrogativi inquietanti sul futuro delle guerre. Anche la corsa allo Spazio sta diventando un’area di confronto geopolitico sempre più tesa, con test di armamenti in orbita da parte di Russia, Cina e Stati Uniti.
La disinformazione: una minaccia trasversale
Oltre ai rischi concreti sopra elencati, il Bulletin evidenzia un ulteriore elemento destabilizzante: la diffusione della disinformazione. Fake news, teorie del complotto e manipolazione dell’opinione pubblica minano la fiducia nelle istituzioni e rendono più difficile affrontare le sfide globali. L’intelligenza artificiale, se utilizzata senza regolamentazione, potrebbe amplificare ulteriormente questo problema, con il rischio di manipolare elezioni e destabilizzare intere nazioni.
Possiamo fermare l’Apocalisse?
Nonostante lo scenario cupo, gli esperti insistono su un punto: la catastrofe non è inevitabile, ma servono azioni immediate e decise.
“Il nostro obiettivo non è spaventare, ma far riflettere e spingere i leader mondiali a prendere provvedimenti concreti prima che sia troppo tardi”, ha dichiarato Daniel Holz, presidente del Bulletin of the Atomic Scientists. “Abbiamo ancora il tempo di invertire la rotta, ma ogni secondo che passa senza azioni incisive avvicina l’umanità a un punto di non ritorno.”
I principali appelli riguardano:
Rafforzare i trattati sul controllo delle armi nucleari e riprendere il dialogo diplomatico tra le grandi potenze.
Accelerare la transizione ecologica, riducendo le emissioni e investendo massicciamente sulle energie rinnovabili.
Rafforzare la biosicurezza con regolamenti stringenti sui laboratori e sistemi di allerta precoce per nuove pandemie.
Regolamentare l’intelligenza artificiale, evitando che venga utilizzata in modo incontrollato per scopi bellici o di propaganda.
Combattere la disinformazione, investendo in educazione digitale e protezione della libertà di informazione.
L’Orologio dell’Apocalisse è un monito per tutti. Mai come oggi l’umanità si è trovata così vicina al baratro, ma la storia ci insegna che è possibile cambiare rotta.
La domanda ora è: i governi sapranno riconoscere questa sfida prima che sia troppo tardi?
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