Tutti d’accordo, comuni, industrie ed enti camerali pugliesi: per utilizzare al meglio i fondi messi a disposizione dall’Europa è opportuno prorogare la scadenza del Pnrr, a patto che ci siano regole chiare e un cronoprogramma condiviso. La Puglia, e l’intero Mezzogiorno, hanno bisogno di più tempo e di un piano più efficace per concentrare gli investimenti nelle grandi infrastrutture, come porti, aeroporti, ferrovie e in progetti più complessi, tra cui l’edilizia scolastica. Concretizzando in questo modo uno degli obiettivi cardine del Piano nazionale di ripresa e resilienza: dare una spinta alla crescita e alla competitività del Sud. Ad avviare il pressing gli industriali: nei giorni scorsi il presidente di Confindustria nazionale Emanuele Orsini e il numero uno di quella spagnola(Ceoe), Antonio Garamendi Lecanda, hanno firmato un documento finalizzato a chiedere una scossa all’Unione europea su vari temi, a partire proprio dalla spesa dei fondi del Next Generation Eu la cui scadenza attuale è fissata ad agosto del 2026. «La posizione di Orsini – dice Sergio Fontana, presidente di Confindustria Puglia- è molto chiara: queste somme enormi che abbiamo a disposizione sono una opportunità che non possiamo perdere. Il Sud ha maggiori risorse da spendere proprio perché ha delle lacune: occorre investire in opere tese a colmare il divario ancora esistente tra Nord e Sud. Se per farlo serve un anno in più allora è opportuno che ci sia la proroga. Le regole sono date dall’Europa, che siamo noi con gli altri Paesi e abbiamo tutto il diritto di chiederlo. La difficoltà esiste soprattutto per quelle infrastrutture di cui il Mezzogiorno ha bisogno: sulla linea adriatica, ad esempio, c’è la forte necessità di potenziare porti, aeroporti, rete ferroviaria, non abbiamo ancora l’alta velocità che per noi rappresenta davvero un problema. L’obiettivo di tutti è quello di farcela, spendere bene i soldi; non allungare i tempi senza motivo ma farlo con un cronoprogramma condiviso per rendere il nostro Sud più competitivo».
Punto di partenza di qualsiasi ragionamento a riguardo, per Luciana di Bisceglie, presidente di Union Camere Puglia, è la crescita complessiva del territorio e del Paese. «Credo che la proroga per la spesa e per la definizione e compimento di tutti i progetti finanziati con il Pnrr – spiega Di Bisceglie – sia ormai una questione indispensabile, poiché siamo arrivati lunghi. Avremmo dovuto progettare un masterplan di opere a livello più centrale che territoriale, come invece è stato fatto. Gran parte dei fondi sono stati dati nelle mani degli enti locali che non erano pronti e non hanno all’interno dei propri uffici le risorse numeriche necessarie per lavorare su grandi progetti. Ciò ha portato, in parte, ad allontanarsi dalle finalità principali del Pnrr, ovvero investire in opere che potessero essere dei moltiplicatori economici e contribuire allo sviluppo dell’intero territorio ed in particolare del Sud. A questo punto, considerato il ritardo accumulato ed il fatto che c’è stata una rimodulazione apportata da Fitto, necessariamente si deve rinviare perché il tempo è poco; non va, però, trascurato un aspetto fondamentale: il fine ultimo doveva essere realizzare una crescita più ampia del Paese, prolungare significa in qualche modo rendere il Pnrr meno efficace rispetto agli obiettivi attesi. Detto questo, ora, imprese, Istituzioni, tutti gli stakeholders devono mettersi insieme e capire che occorre terminare le opere nel più breve tempo possibile, altrimenti non avranno l’efficacia e l’efficienza che tutti ci aspettavamo». Meglio i Comuni pugliesi che sono riusciti a portare a casa tanti risultati.
«Con Anci Puglia – commenta Fiorenza Pascazio, presidente dell’associazione dei Comuni- stiamo attuando una mappatura e stiamo anche cercando di seguire i problemi principali che si pongono in questa sfida dei comuni sul Pnrr. Abbiamo anche istituito una commissione interna e quello che posso dire è che, nella maggior parte dei casi e soprattutto per gli interventi non troppo esosi, stanno riuscendo a rispettare le tappe. In molti casi si finirà addirittura prima del tempo. Precisato che si siamo dati molto da fare, e che si sta riuscendo ad avere ritmi sostenuti nella conduzione dei cantieri, devo dire, però, che se invece guardiamo agli interventi, sempre a valere sul Pnrr, che riguardano le infrastrutture e che sono a regia sovracomunale, qualche problema c’è. Penso ad esempio all’edilizia scolastica in Puglia, che è più complicata a livello di autorizzazioni. Ma se un prolungamento si rende necessario, chiediamo regole anticipate e chiare per programmare e rendicontare con serenità».
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