Ciro Maschio: «Nel disegno di legge sulla giustizia c’è la Corte d’appello o antimafia per Verona»

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L’intervista

Il deputato veronese di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione giustizia della Camera risponde alle parole del procuratore Raffaele Tito

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Ciro Maschio Deputato di Fratelli d’Italia




Ciro Maschio Deputato di Fratelli d’Italia



Ciro Maschio Deputato di Fratelli d’Italia

«Il Governo ha lavorato di recente a un disegno di legge sulla riorganizzazione della geografia giudiziaria che dovrebbe essere presentato nelle prossime settimane. All’interno vi è una norma contenente una delega che apre la strada alla creazione, a Verona, di una sede di Corte d’appello o di una sezione distaccata della Direzione distrettuale antimafia». Lo annuncia Ciro Maschio, deputato veronese di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione giustizia della Camera. 

«Ci sarà occasione di approfondire quando illustreremo questo provvedimento, su cui le Camere potranno presentare ulteriori emendamenti o integrazioni», anticipa, senza sbilanciarsi. «Sarà un percorso difficile», dice, «ma non è vero che non ci si sta lavorando. Semplicemente, finora abbiamo preferito non fare annunci, ma operare sotto traccia». Le sue parole fanno seguito a quelle del procuratore generale di Verona, Raffaele Tito  secondo cui «nei confronti di Verona si sta facendo poco per cambiare le cose».

Onorevole Maschio, il procuratore Tito ha dichiarato che Verona attrae la mafia, eppure qui la macchina della giustizia è «striminzita». Anche il procuratore di Venezia, Federico Prato, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ha detto che «la mafia aggredisce Verona». Che ne pensa?

Sulla pressione mafiosa a Verona i procuratori Tito e Prato confermano, purtroppo, quanto sosteniamo da tempo. Sono stato il primo, ancora prima dei 98 sindaci della provincia scaligera, a presentare e poi rilanciare una proposta di legge per istituire la Corte d’appello di Verona, passaggio necessario per ottenere un distaccamento della Direzione distrettuale antimafia.

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Un appello, quello dei 98 sindaci della provincia, che secondo il procuratore meritava maggior rispetto dalle istituzioni e dallo Stato. 

Trovo ingenerosa questa critica. Ad un incontro con i 98 sindaci ero presente anch’io e ho confermato l’impegno a portare avanti la nostra proposta di legge, spiegando quale dovesse essere l’iter. 

Con l’annuncio di un disegno di legge sulla riorganizzazione della geografia giudiziaria, significa che sono stati fatti dei passi avanti rispetto a quella richiesta?

Sì. Nel disegno di legge a cui ha lavorato il Governo, che recepisce quel nostro indirizzo, c’è uno spazio per introdurre la proposta di istituire la sezione distaccata della Dda a Verona, oppure di «alzare il tiro» chiedendo direttamente l’istituzione della Corte d’appello, che porterebbe con sè, in automatico, la Dda e altre strutture che esistono in tutti i distretti di Corte d’appello. Se ci fosse solo la sezione distaccata, bisognerebbe studiare nel dettaglio come configurare il passaggio intermedio. Ma su questo torneremo in maniera più precisa quando verrà presentato il provvedimento. Intanto, però, al procuratore Tito chiedo un impegno.

Quale?

Sensibilizzare gli organi di vertice della Magistratura sulla proposta di una Corte d’appello a Verona. Pare vi siano resistenze forti a Venezia, forse dettate dal timore di perdere risorse.

In merito a questo, sono note le carenze di personale all’interno della Magistratura. C’è qualche iniziativa in tal senso?

Sono stati completati o stanno per esserlo quattro concorsi per il reclutamento di circa duemila magistrati ordinari. Il primo, già terminato, aveva 599 posti a bando. Sul versante amministrativo, arriveranno mille unità di personale non dirigenziale per integrare gli organici dei tribunali. E questo, nonostante sul bilancio dello Stato pesino i 200 miliardi di debito per i bonus edilizi del governo Conte, il che vuol dire circa 37 miliardi l’anno per i prossimi cinque anni. Bisogna procedere un passo alla volta, investendo le risorse secondo le disponibilità e le priorità. Siamo consapevoli della necessità di implementare gli organici, ma non è vero che su questo tema non c’è attenzione: si cerca di fare il massimo con le poche risorse a disposizione.





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