Anche nel mondo militare statunitense vige la regola che i social parlano dalla e alla pancia dell’uditorio e tramite una loro disamina si possono tracciare le possibili linee guida per la Difesa della seconda amministrazione Trump.
Su X, un gruppo di funzionari che hanno posizioni di vertice al Pentagono hanno pubblicato per anni le loro opinioni sulla politica di difesa. Questo gruppo è molto sicuro di sé, molto online e sprezzante del consenso sulla politica estera di Washington, riporta DefenseNews.
Pensa che l’esercito americano sia sovraccaricato in aree del mondo in cui è sprecato: come l’Europa e il Medio Oriente; non vogliono solo un budget più grande per la Difesa, ma i suoi membri sostengono che gli Stati Uniti dovrebbero fare di meno, o ristabilire le priorità delle risorse.
“Il nostro sistema ipocrita ci ha portato sull’orlo della Terza guerra mondiale, con un esercito indebolito e sovraccaricato e con la deindustrializzazione. Abbiamo disperatamente bisogno di un cambiamento”, ha twittato Elbridge Colby, uno dei leader del gruppo, ora nominato per guidare la politica del Pentagono.
Il nuovo gruppo si definisce “Restrainers”. Concentrare così tanti di questi funzionari al Pentagono creerà quasi sicuramente scontri con i più falchi dell’Amministrazione al Dipartimento di Stato e al Consiglio di sicurezza nazionale.
Per molti versi, l’ascesa del nuovo gruppo di leader del Pentagono ripercorre l’arco della politica estera americana degli ultimi 30 anni. Molti sono relativamente giovani, tra i 30 e i 40 anni, proprio come Pete Hegseth, il nuovo segretario alla Difesa.
Non avendo vissuto la vittoria Usa nella Guerra Fredda per motivi anagrafici, e nn avendo studiato il periodo come si fa in Europa, sono diventati maggiorenni durante le guerre in Iraq e Afghanistan, e vi hanno partecipato; col risultato di un pressante senso del declino americano, rispetto, ad esempio, a una Cina più potente e più assertiva.
“Se sei cresciuto con le missioni Apollo, credi che possiamo ‘fare qualsiasi cosa’. Ma per coloro che sono stati plasmati dall’Iraq, dall’Afghanistan e dalla crisi [finanziaria] del 2008 la visione è un po’ più disillusa”, ha scritto Vivek Ramaswamy, consigliere repubblicano e candidato alla presidenza, dopo aver discusso con l’ex consigliere per la sicurezza nazionale di Trump, John Bolton.
Questi funzionari e “pensatori” oggi occupano ruoli politici di vertice al Pentagono, e hanno dipinto gli Stati Uniti come una superpotenza tesa e distratta. Per evitare di perdere un conflitto con la Cina, sostengono, l’America deve reindirizzare le sue risorse militari dal supporto all’Ucraina e al Medio Oriente e lasciare che i suoi alleati in entrambe le regioni si facciano carico di un carico più pesante.
È una brusca svolta rispetto alla tradizionale politica repubblicana, soprattutto al Congresso. I repubblicani al Congresso concordano sul fatto che l’esercito è troppo debole per raggiungere i suoi obiettivi espansivi e sostengono che il rimedio migliore è una maggiore spesa per la difesa, vicina al 5% del PIL soglia che Trump ha indicato agli alleati europei.
Una manciata di questo gruppo su X sostiene che, nel mondo di oggi, l’esercito statunitense dovrebbe fare meno all’estero indipendentemente dalla sua forza: gli Stati Uniti dovrebbero ridurre drasticamente la loro presenza militare in Europa e ritirare quasi tutte le loro forze dall’Iraq e dalla Siria.
I critici di questo gruppo social del Pentagono sostengono che esagera i vincoli dell’America e ha una visione troppo ristretta degli interessi del paese all’estero.
Nel frattempo, i due massimi funzionari del dipartimento, Peter Hegseth e Stephen Feinberg, investitore miliardario nominato vicesegretario del Pentagono, sono degli sconosciuti quando si tratta di implementare la politica di sicurezza nazionale. I funzionari di Washington stanno ora cercando di plasmare le loro opinioni.
La prova di questa ambiguità può essere trovata nello slogan preferito del presidente Trump per la sicurezza nazionale: “pace attraverso la forza”. Per i funzionari che condividono simili argomentazioni, definire lo slogan secondo i loro termini richiederà anche uno sforzo sostenuto di fronte a un mondo caotico e pericoloso. Anche periodi più pacifici hanno sconvolto le priorità delle amministrazioni passate che promettevano un cambiamento drastico.
Tommaso Dal Passo
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