condannata la Northern Rangelands Trust (e i crediti di carbonio)

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Il tribunale di Isiolo ha stabilito che le attività di conservazione ambientale della NRT in due aree sotto il suo controllo violano i diritti delle comunità locali

Il verdetto conferma quanto denunciato da anni dalle comunità indigene e da organizzazioni internazionali, mettendo in dubbio la validità e la sostenibilità dei progetti sui crediti di carbonio

03 Febbraio 2025

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Articolo di Bruna Sironi (da Nairobi)

Tempo di lettura 5 minuti

Il 24 gennaio il tribunale di Isiolo – cittadina capoluogo dell’omonima contea in una zona semiarida nel centro del Kenya -, e precisamente la sezione che si occupa di ambiente e territorio (Environment and Land Court) ha giudicato che le attività della Northern Rangelands Trust (NRT) in due delle zone amministrative sotto la sua giurisdizione, e precisamente quelle di Chari e Cherab, sono illegali perché violano la Costituzione in materia di partecipazione pubblica e di diritto alla proprietà della terra.

La NRT, delle cui controverse attività Nigrizia si è già occupata, si presenta sul suo sito web come una rete di 45 riserve naturali a base comunitaria, organizzate cioè sulle terre ancestrali di numerose comunità indigene e rurali kenyane, e ultimamente anche ugandesi, con lo scopo di migliorare la vita della popolazione coinvolta, di costruire rapporti intercomunitari pacifici e di conservare l’ambiente naturale.

La realtà sembra però ben diversa. Le metodologie di costruzione della rete, di gestione delle attività e dei rapporti con le comunità coinvolte hanno provocato denunce di attivisti e organizzazioni locali, raccolte da organizzazioni internazionali che si occupano dei diritti dei popoli indigeni. Tra le altre, Survival International e Oakland Institute. Ne sono scaturite numerose inchieste da cui risulta una situazione molto problematica.

Le inchieste

In Stealth Game: “Community” Conservancies Devastate Land & Lives in Northern Kenya (Partita segreta. Le riserve “comunitarie” devastano terra e vite nel Kenya settentrionale), pubblicato dall’Oakland Insitute nel 2021, si sostiene che le riserve gestite dalla NRT sono in realtà territori privatizzati a scopi turistici a scapito dei diritti della popolazione locale che viene di fatto privata dell’uso della propria terra. Nel documento le testimonianze sono innumerevoli.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Il territorio delle riserve, 1,9 milioni di ettari, è poi “utilizzato” per il commercio dei crediti di carbonio. È il progetto di questo tipo più grande al mondo, si legge sul sito della NRT, e gode dell’appoggio di clienti eminenti, quali Meta, Netflix, British Airways e diversi altri dello stesso peso economico e mediatico. Avrebbe già fruttato numerosi milioni di dollari.

Si presenta come il progetto in cui vincono tutti. L’ambiente, che viene protetto. Le comunità, che ne ricaverebbero molti soldi, oltre ad un ambiente più favorevole allo sviluppo della loro economia pastorale. I clienti, che possono dire di bilanciare le proprie emissioni di anidride carbonica sostenendo la protezione ambientale e le comunità indigene.

Invece, a quanto pare, ci avrebbe guadagnato soprattutto la NRT.

L’impatto sulle comunità locali è documentato dal rapporto This people have sold our air (Questa gente ha venduto la nostra aria) pubblicato da Survival International nel 2023. Il sottotitolo: Blood Carbon: How a Carbon Offset Scheme Makes Millions From Indigenous Land in Northern Kenya (Carbonio insanguinato: come uno schema per crediti di carbonio produce millioni (di dollari, nrd) dalla terra delle popolazioni indigene nel Kenya settentrionale), riassume con precisione quanto emerso dalla ricerca.

Il carbonio è insanguinato perché le riserve, e le attività previste nei progetti che le riguardano, sono “protette” da un corpo di guardaparco privati, armati e addestrati come una milizia paramilitare, che nel corso degli anni si sono macchiati di numerosi abusi. Molti gli esempi raccolti nel rapporto.

Il titolo, che riprende la frase di un giovane pastore rendille (un gruppo indigeno di pastori stanziato nel Kenya settentrionale), e il sottotitolo, sono illuminanti della percezione che la popolazione interessata ha del lavoro e delle metodologie adottate per la gestione delle riserve dalla NRT. Non ne sono coinvolti e se ne sentono minacciati.

La sentenza

Contabilità

Buste paga

 

La recente sentenza riguarda un caso presentato al tribunale di Isiolo nel 2021 da 165 membri di comunità locali coinvolte nel progetto e stabilisce che due delle più grandi riserve della rete sono state costituite in violazione della Costituzione e non hanno nessun fondamento giuridico.

In sostanza, le due aree di conservazione sono state istituite su terreni comunitari non registrati “senza partecipazione o coinvolgimento della comunità”. La situazione si protrae da anni.

Un altro brano del verdetto afferma: “(NRT), con l’aiuto dei guardaparco e dell’amministrazione locale, continua a usare intimidazioni, coercizione e minacce quando i leader della comunità tentano di opporsi a uno qualsiasi dei loro piani”.

I giudici hanno ordinato, inoltre, ai guardaparco della NRT di lasciare le due aree, dal momento che si sono macchiati di gravi abusi e violazioni dei diritti della popolazione locale.

Una delle due aree coinvolte nel caso, nota come Biliqo Bulesa, contribuisce per circa un quinto ai crediti di carbonio del progetto nominato sopra.

La sentenza potrebbe aprire la strada ad altre simili, perché, secondo il comunicato stampa di Survival International, almeno la metà delle aree della rete sarebbero nella stessa posizione giuridica.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Il verdetto del tribunale di Isiolo mette in una situazione estremamente imbarazzante la NRT sia perché conferma quanto denunciato da anni dalle comunità indigene e dalle organizzazioni internazionali, sia perché mette in dubbio la stessa validità, e forse lo stesso proseguimento, del progetto sui crediti di carbonio, già sotto scrutinio dopo la pubblicazione del rapporto di Survival International citato sopra.  

Condividi questo articolo





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Source link