Sono emersi nuovi sviluppi sull’inchiesta che ha travolto CioccolaTò, l’importante evento torinese dedicato al cioccolato artigianale, e i mercatini di Natale, in cui la Sezione investigativa di Torino dello Sco (Servizio centrale operativo) ha individuato episodi di estorsione e turbative di affidamenti. Un complesso sistema di influenze e sospette frequentazioni di uffici pubblici in cui, secondo quanto emerso in un articolo di Massimiliano Nerozzi sul Corriere Torino, emerge il nome di una vecchia conoscenza del giornalismo gastronomico: Luca Ferrua, ex direttore del Il Gusto.
Ferrua è stato coinvolto l’anno scorso in quello che è passato alla storia come lo “scandalo del fritto misto”, in cui la sua società di comunicazione Rosfert srl è indagata insieme a due funzionari di Visit Piemonte e a un consigliere comunale per corruzione e turbata libertà di scelta del contraente. Un’inchiesta che si intreccia con questo nuovo filone di indagini appena chiuse dal pubblico ministero Manuela Pedrotta.
Il nome di Ferrua ritorna, stavolta anche se non come indagato, nelle intercettazioni delle comunicazioni intercorse tra Francesco Ferrara, il cosiddetto “re dei mercatini”, ora ai domiciliari, e il suo stretto collaboratore Paolo Madoglio. Secondo il fascicolo “il gruppo capeggiato da Ferrara contava di ottenere il rinnovo dell’evento CioccolaTò attraverso l’appoggio del giornalista Luca Ferrua” perciò “Ferrara proponeva di corrispondergli diecimila euro, ma solo nel caso riuscisse in maniera concreta a far ottenere il rinnovo dell’evento prima dell’inizio dell’edizione 2023”.
Il coinvolgimento di Luca Ferrua
“Venivano riscontrate molteplici richieste di denaro da parte di Ferrua attraverso i messaggi whatsapp”, scrivono gli investigatori, in cambio della sua influenza per l’organizzazione della kermesse sul cioccolato: “Ferrara inoltrava nella chat del gruppo i messaggi che aveva ricevuto da Ferrua, attraverso i quali emergevano le pretese di denaro in cambio del suo intervento con la pubblica amministrazione finalizzato al rinnovo della manifestazione CioccolaTò”.
Una supposta collaborazione che però aveva i suoi contrasti: “Madoglio, sempre più scettico sulla collaborazione con il giornalista, inoltrava i messaggi ricevuti da Ferrua, dove emerge chiaramente una minaccia velata”. Velata, certo: “Mi sembra chiaro che il mio apporto per l’evento non vi interessa più…sono certo che farete un buon lavoro in un’edizione decisiva come questa… un grande in bocca al lupo” ma ben recepita da Ferrara: “L’ultimo messaggio è una minaccia”.
L’imprenditore “conferma che si tratta di una richiesta estorsiva dicendo che Ferrua ‘ha potere’, il potere di denigrare e distruggere chiunque attraverso la comunicazione di articoli di giornale”. Probabilmente quello stesso potere con cui è riuscito a portare una sconosciuta sagra del fritto misto sulle pagine di testate nazionali.
Ma quali erano di preciso gli obiettivi del gruppo? “A Firenze l’organizzazione della Fiera del cioccolato e l’assegnazione dell’organizzazione dei mercatini di Natale a Torino, edizione 2023”, progetti per cui, serve un aggancio nella Pubblica Amministrazione, un’influenza a cui Ferrua “rispondeva in maniera affermativa, lasciando palesare che attraverso il suo potere in
tema di comunicazione e le sue influenze sarebbe stato in grado di far assegnare loro gli eventi richiesti”.
La posizione della Pubblica Amministrazione
L’ipotesi di reato che si configura è quindi quella di traffico di influenze illecite: “le relazioni tra il mediatore Ferrua e la P.A., al momento solo vantate in seguito emergeranno essere effettivamente utilizzate, in particolare con Paolo Chiavarino, assessore comunale al Commercio e ai mercati, ovvero l’ufficio competente per assegnare l’evento dei mercatini di Natale edizione 2023”. Chiavarino da parte sua non risulta ancora essere indagato, ma sembra essere una vecchia conoscenza di Ferrua, secondo cui “già l’anno prima lo stesso assessore, grazie alla sua intermediazione, si era offerto di intervenire in loro favore”.
C’è di mezzo anche un tecnico dell’assessorato comunale ai Grandi eventi, grazie al cui intervento il gruppo di Ferrara si sarebbe accaparrato l’installazione della ruota panoramica in piazza durante Cioccolatò e i mercatini. Quando alcuni articoli pubblicati da La Stampa hanno fatto temere che quell’affare potesse finire in mano d’altri, è sempre il direttore a intervenire: “avendo contezza dell’interesse di Ferrara per la ruota panoramica, dava la propria disponibilità a mediare con la P.A.”
E come avrebbe fatto? “Nella circostanza, paventava un incontro con l’assessore comunale ai grandi eventi Domenico Carretta, contestualmente chiedeva ‘vediamoci’, verosimilmente inteso a ricevere l’eventuale compenso per tale mediazione”.
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