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Nuoro Sono iniziate questa mattina, 28 settembre, nella sala settoria dell’ospedale Brotzu a Cagliari, le autopsie sui corpi di Giusi Massetti, della figlia Martina Gleboni e di Paolo Sanna, tre delle vittime della strage di Nuoro, compiuta mercoledì scorso per mano Roberto Gleboni, marito di Giusi e padre di Martina. A eseguirle, il medico legale incaricato dalla Procura di Nuoro, Roberto Demontis, che domani eseguirà anche gli esami necroscopico sul piccolo Francesco, 10 anni, il figlio piccolo di Gleboni e di Giusi Massetti, e sullo stesso omicida.
Sanna è il proprietario dello stabile, ucciso da Gleboni che lo ha incrociato dopo aver compiuto la strage alla quale è scampato il figlio 14enne, mentre Sanna, che viveva al terzo piano della palazzina, stava andando a riattivare il contatore della luce, saltato per via del temporale che si stava abbattendo su Nuoro. Gleboni ha quindi guidato fino ad arrivare alla casa della madre Esterina Riccardi, in via Gonario Pinna, ha ferito la donna e si è tolto la vita, con la pistola 7,65 legalmente detenuta con cui aveva compiuto la strage.
Gli accertamenti autoptici sono un atto dovuto, nell’ambito di un’inchiesta dove la tragica dinamica dei fatti è acclarata, mentre polizia e carabinieri continuano nel lavoro di ricostruzione dello scenario nel quale è maturata la strage. Ieri, assistito dal tutore, avvocato Antonio Cualbu, dai medici e dagli psicologi che lo sostengono costantemente, è stato nuovamente sentito il figlio adolescente, l’unico testimone della strage. Ha confermato quanto detto inizialmente, quindi l’interrogatorio è stato sospeso: troppo forte lo stato di prostrazione emotiva per il ragazzino, ferito ma fortunatamente non in modo grave dal padre.
Con il passare delle ore emerge un quadro familiare rimasto celato ai più, con i segnali di un disagio provocato da un atteggiamento autoritario e di chiusura imposto da Roberto Gleboni nei confronti soprattutto della moglie Giusi Massetti. Un controllo ossessivo, e che già di recente avrebbe portato Giusi Massetti a manifestare il disagio crescente verso una dinamica familiare molto lontana dall’ immagine di apparente tranquillità percepirà all’esterno. Oggi è anche la giornata in cui la città sì fermerà per una fiaccolata, che partirà alle 19 da via Ichnusa, dalla casa della strage, e poi il corteo attraverserà la città per concludere davanti alla Cattedrale.
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