Chi sta compilando i moduli online (c’è tempo fino al 10 febbraio) se ne sarà già accorto. Cambiano i criteri per l’iscrizione dei bimbi alla scuola d’infanzia. Denatalità e dispersione dei posti dettata dalle scelte plurime delle famiglie, ma anche un’ottica di mobilità sostenibile e di integrazione nei quartieri. È un mix di ragioni congiunturali e politiche che ha indotto l’amministrazione capitolina a modificare i percorsi di assegnazione dei posti che erano stati introdotti nel 2022. Cosa cambia? Estrema sintesi: questa scuola non è un albergo. Spiegazione: c’è un giro di vite sulle scelte multiple. Saranno sempre possibili ma disincentivate. È consentita, infatti, una sola domanda di iscrizione per le scuole che si trovano nel Municipio prescelto.
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E le decadenze, cioè le domande rigettate, diventano più facili. Nella richiesta è possibile indicare da una fino a tre scuole, ubicate in un unico Municipio. Ma «nel caso in cui il posto assegnato con la graduatoria definitiva, anche se indicato come seconda o terza scelta, non venga accettato, la domanda si intende decaduta. Pertanto, si raccomanda di indicare esclusivamente le strutture a cui si è effettivamente interessati», si sottolinea nelle linee guida approntate dal Campidoglio che si trova a restringere le maglie a causa dei troppi… banchi vuoti. Cioè?
L’analisi delle domande e della successiva, effettiva, frequenza ha portato a galla un fenomeno abbastanza diffuso: bambini per i quali viene presentata doppia domanda, sia alla scuola capitolina che a quella statale, senza che sia data comunicazione di rinuncia ad una delle due prima che comincino le lezioni. Perciò succede che ogni anno, solo alla fine di settembre, dopo le prime due settimane di servizio, si sa esattamente il numero effettivo di bambini iscritti e frequentanti e si deve procedere alla decadenza di quelli che non si sono presentati. Questo ha due effetti negativi: i posti di cui avrebbero potuto beneficiare altri utenti in lista d’attesa rimangono bloccati e una volta liberati per effetto dei provvedimenti di decadenza non vengono riassegnati perché i bimbi che aspettavano, nel frattempo, hanno cominciato a frequentare da un’altra parte. E c’è pure un danno economico perché l’amministrazione attiva un numero di sezioni e insegnanti che alla fine risulta sovrastimato rispetto alla reale necessità. Diventa fondamentale dunque disincentivare il fenomeno delle doppie iscrizioni. Come fare? Ecco la ratio sottesa ai nuovi criteri: per avere sezioni più omogenee e meno “buchi” e dispersione dei posti, da quest’anno, viene assegnato un punteggio premiante per la prima scuola scelta se la struttura si trova nel bacino di utenza in cui il bimbo richiedente è residente o domiciliato e anche se nella stessa scuola sia giá iscritto e riconfermato per l’anno successivo una sorella o un fratello del bimbo che si sta iscrivendo.
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«Da questo anno si prevede un punteggio aggiuntivo per chi iscrive il proprio figlio o la propria figlia nella scuola più vicina a casa o in quella in cui già sono iscritti altri fratellini o sorelline. L’obiettivo rimane quello di agevolare le famiglie nell’organizzazione della vita quotidiana e dare un contributo alla mobilità della città, riducendo le auto in circolazione», conferma l’assessora capitolina alla scuola Claudia Pratelli che ribadisce «la più ampia possibilità di scelta con la possibilità di indicare fino a tre scuole». Scelte che devono essere compatibili con un servizio pubblico così importante. Perciò, per blindare i posti disponibili, c’è una seconda novità. Da quest’anno, l’iscrizione alla scuola dell’infanzia comunale è vincolata al pagamento della prima rata del servizio di mensa. Perciò bisogna versare subito 50 euro, come prova che si intende far frequentare al proprio figlio, o alla propria figlia, quella scuola che in questo modo non aspetterà un bimbo che non si sa se arriva o no. I soldi saranno poi scalati dal pagamento delle successive quote dovute per il servizio mensa. L’obolo blinda così l’iscrizione del piccolo studente e si aiutano gli uffici scolastici ad allestire un servizio congruo, tagliato sulle effettive necessità.
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