Alta velocità Napoli-Bari: dagli scavi emergono tre necropoli (con 9500 tombe), una villa romana e un villaggio preistorico

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di
Paolo Picone

Straordinari ritrovamenti durante i lavori di Rfi tra Acerra, Maddaloni e Solopaca. Saranno valorizzati e creati dei musei

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Un villaggio dell’età del Rame in località Gaudello ad Acerra, con una necropoli di 127 sepolture appartenenti alle prime comunità agricole, e una necropoli a Calazia (Maddaloni) contenente armi di epoca preromana e romana sono tra i più significativi ritrovamenti emersi durante i lavori ancora in corso della linea Alta Velocità Napoli-Bari. A Solopaca, nel Beneventano, è stata riportata alla luce una villa rustica romana, testimonianza della vita agricola dell’epoca. Il santuario ellenistico-romano di Ponte, sempre in provincia di Benevento, ha restituito un ricco corredo di materiale votivo, permettendo di approfondire la conoscenza dei culti religiosi dell’antichità. Questi straordinari ritrovamenti confermano l’immensa ricchezza archeologica del territorio. 

Dieci anni fa, i primi saggi nei cantieri appena aperti avevano rivelato un territorio completamente inesplorato tra Afragola, Acerra e Casalnuovo: la continua scoperta di reperti e siti archeologici ha consentito di sviluppare nuove metodologie di indagine, affrontando gli scavi con strumenti tecnologici avanzati. Nelle tre necropoli sono state scoperte circa 9500 tombe. Uno dei ritrovamenti più affascinanti riguarda un villaggio preistorico quasi intero, con capanne di forma ovale scavate sopra antiche eruzioni storiche. Lo scavo è ancora in corso, e ulteriori villaggi preistorici sono stati individuati tra Afragola ed Acerra. 




















































Il territorio ha restituito anche almeno otto ville di epoca romana, distribuite tra Acerra ed Afragola, tra cui una situata nell’area dell’attuale centro commerciale “Le Porte di Napoli”. Sono inoltre emersi resti dell’Acquedotto del Serino nel territorio di Casalnuovo, a testimonianza delle imponenti opere idrauliche dell’antichità. Insomma, è venuta alla luce una mini-Pompei che costeggia tutta la nuova linea ferroviaria, con siti e reperti che vanno dal periodo preistorico fino a quello medievale. 

«È una giornata particolare, bellissima – ha sottolineato Mariano Di Maio, responsabile ambiente e territorio RFI, nel corso della presentazione di ieri che si è svolta alla stazione Alta Velocità di Afragola – perché il cantiere della Napoli-Bari ci ha restituito un patrimonio e un livello di conoscenza che altrimenti non avremmo avuto. I nostri scavi hanno portato alla scoperta un patrimonio. Adesso si dialoga con le Soprintendenze per tutelarlo. Il Gruppo FS si sta impegnando per restituire in più momenti il patrimonio storico emerso dai cantieri». «Le infrastrutture di trasporto – ha precisato invece Massimo Comedini, responsabile ambiente, architettura e territorio Italferr – coprono delle distanze molto lunghe, non sono insediamenti puntuali, quindi le tecniche che si devono utilizzare per questo tipo di opere sono diverse rispetto a quelle, ad esempio, che potremmo utilizzare per un insediamento produttivo». Le azioni di tutela prevedono un iter di approfondimento dei contesti archeologici, con la realizzazione di studi territoriali, indagini e scavi in estensione, fino ad arrivare alla valorizzazione attraverso ricostruzioni virtuali, pubblicazioni, convegni e musealizzazioni. «Questo – ha affermato Mariano Nuzzo, Soprintendente Archeologia belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Napoli e per le province di Caserta e Benevento – è un territorio straordinario, stiamo rappresentando la possibilità di far dialogare la necessità delle infrastrutture con la necessità di restituire cultura ai territori. La realizzazione delle infrastrutture diventa una grande occasione per il territorio, non solo per connettere due poli, quindi in questo caso due città importanti come Napoli e Bari, ma anche l’opportunità di conoscere un patrimonio culturale spesso non visibile».

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