Smog, Modena capoluogo perggiore in Emilia Romagna e 16° in Italia: ecco tutti i dati

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MODENA. Modena è il capoluogo più inquinato in Emilia Romagna e il sedicesimo di tutta Italia. Il report “Mal’Aria di città 2025” di Legambiente boccia la qualità dell’aria ai piedi della Ghirlandina. L’associazione cita i dati del 2024 di Arpae e la stroncatura è evidente su più versanti. Modena guida la classifica regionale dei capoluoghi che hanno superato i limiti degli sforamenti annuali delle polveri sottili “pesanti” (Pm10): 52 nel 2024, circa uno ogni sette giorni.

Il confronto con le altre province della regione

Più distanti Piacenza e Rimini (quaranta a testa), Ferrara (38) e Ravenna (37), gli altri capoluoghi dell’Emilia Romagna che superano il tetto massimo di 35 sforamenti all’anno con una media giornaliera di cinquanta microgrammi al metro cubo. Il capoluogo modenese indossa la maglia nera anche per la media annuale di polveri sottili (sempre Pm10). Nel 2024 il valore è stato di 28 microgrammi al metro cubo. L’argento va a Piacenza (27) mentre per il bronzo è spareggio tra Parma, Reggio Emilia e Rimini (26). Soltanto Forlì ha raggiunto lo standard richiesto dall’Unione Europea per il 2030 ovvero venti microgrammi al metro cubo. Un riferimento da cui Modena è la più lontana in regione. Modena non rispetta l’obiettivo al 2030 nemmeno per il biossido di azoto, per cui soltanto Rimini ha fatto peggio lo scorso anno. La concentrazione media annua nel capoluogo romagnolo è stata di ventidue microgrammi al metro cubo contro i ventuno di Modena e i venti di Reggio Emilia. I ricercatori di Legambiente hanno calcolato anche quanto occorre ridurre sul fronte dell’inquinamento per rientrare nello standard a partire dal 2030. Il capoluogo modenese deve “tagliare” le emissioni di polveri sottili (Pm10) di oltre un quarto (29 per cento) per rispettare la misura. Una “dieta” in cui non c’è spazio per grandi opere come la Cispadana, come ha detto il presidente regionale di Legambiente, il modenese Davide Ferraresi. «Se da un lato alcune politiche regionali sono state coerenti con gli obiettivi da raggiungere, dall’altro permangono progetti che vanno in senso opposto come, sul versante delle infrastrutture trasportistiche, l’autostrada Cispadana o il Passante di Bologna – ha sottolineato Ferraresi – insieme a queste vi sono gli impianti in fase di realizzazione per la distribuzione del gas metano, come il rigassificatore di Ravenna e i nuovi metanodotti».

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Il confronto con le altre province d’Italia

Il report di Legambiente permette confronti tra capoluoghi di tutta Italia. Per esempio, Modena si posiziona al sedicesimo posto per medie annuali di Pm10 (28 microgrammi al metro cubo, racchiusa tra Brescia (28,2) e Monza (27,9). La peggiore in tutta Italia è Verona con 32,6 microgrammi al metro cubo. Segue il terzetto composto da Cremona, Padova e Catania (30,7). Milano (30,5), Vicenza (30,3), Rovigo e Palermo (30 a testa) fanno peggio di Modena, come Venezia e Lodi (29,7 a testa), Pavia (29), Treviso (28,9), Cagliari (28,5), Napoli e Brescia (28,2). «I dati del 2024 confermano che la riduzione dell’inquinamento atmosferico procede a rilento» per Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente. Eppure, l’Emilia Romagna non è tra le regioni peggiori d’Italia. Legambiente ha stilato una classifica con i diciannove capoluoghi peggiori d’Italia. La Lombardia ne ha sette: nell’ordine Cremona, Milano, Lodi, Pavia, Brescia, Monza e Mantova. Il Veneto è secondo con sei (Verona, Padova, Vicenza, Rovigo, Venezia, Treviso). La Sicilia ne ha due: Catania e Palermo. A quota uno la Sardegna (Cagliari), la Campania (Napoli), l’Umbria (Terni) e l’Emilia Romagna, proprio con Modena.

Il presidente di Legambiente

«I dati per la nostra regione non sono del tutto negativi – ha aggiunto il presidente di Legambiente Davude Ferraresi  – le azioni messe in campo in questi anni stanno dando risultati. Occorre però essere più incisivi perché al 2030 mancano solo cinque anni. Occorre potenziare il trasporto pubblico locale e abbandonare i progetti obsoleti di nuove autostrade e di allargamento delle esistenti per favorire il trasporto su ferro. Occorre anche incentivare l’efficientamento energetico degli edifici, la dismissione delle caldaie a gas e del riscaldamento a biomassa in città insieme alla produzione di energia da fonti rinnovabili». Il 2025 si è aperto da poco più di un mese e Modena resta la peggiore in regione. Al 3 febbraio la centralina di Arpae in via Giardini ha registrato undici sforamenti (dei 35 annui di legge). Fanno meglio del capoluogo Reggio Emilia (dieci sforamenti), Ferrara (otto), Parma e Piacenza (sette a testa), Bologna (cinque), Ravenna, Rimini e Forlì (tre a testa).

Le misure emergenziali

Ecco perché da domani, giovedì 6 febbraio, entreranno nuovamente in vigore a Modena le misure emergenziali previste dalla manovra antismog regionale: fino a venerdì 7 febbraio compreso sarà limitata la circolazione dei veicoli più inquinanti, inclusi i diesel Euro 5, ed è previsto il divieto assoluto di spandimento dei liquami zootecnici. L’attivazione del provvedimento è stata decisa da Arpae sulla base delle previsioni di superamento dei valori limite giornalieri delle Pm10. Il raggiungimento del livello di allerta è segnalato con un bollino rosso nel bollettino emesso oggi da Arpae che decreta lo stato di allerta nella provincia di Modena, Reggio Emilia e Parma. Le misure resteranno in vigore fino a venerdì 7 febbraio, prossimo giorno di controllo, e saranno revocate se la previsione dei valori limite rientrerà nella norma. Il bollettino è consultabile sul sito dell’agenzia (www.liberiamolaria.it). In base alla misura, oltre ai diesel Euro 5, si fermano anche i veicoli più inquinanti già bloccati durante la settimana in applicazione della manovra ordinaria: i diesel fino a Euro 4, i veicoli a benzina fino agli Euro 2, quelli a gpl/benzina e metano/benzina fino agli Euro 1, ciclomotori e motocicli fino agli Euro 1. Come per la manovra ordinaria, anche in emergenza le limitazioni si applicano dalle 8.30 alle 18.30 nell’area compresa all’interno delle tangenziali nord Pirandello, Carducci e Pasternak, via Nuova Estense, strada Bellaria, strada Contrada, via Giardini, complanare Einaudi, strada Modena-Sassuolo, tangenziale Mistral. È comunque sempre possibile, per tutti i veicoli, circolare sulle strade che conducono ai parcheggi scambiatori e alle strutture ospedaliere anche se all’interno dell’anello delle tangenziali. In vigore anche il divieto di utilizzare i generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa (legna, pellet, cippato, altro) con certificazione ambientale inferiore a 4 stelle in tutte le unità immobiliari dove sia presente un impianto di riscaldamento alternativo, e il divieto di spandimento liquami con l’eccezione dello spandimento effettuato con interramento immediato dei liquami e con iniezione diretta al suolo. In vigore anche l’obbligo mantenere la temperatura di 19 gradi al massimo negli ambienti di vita riscaldati: nelle case, negli uffici, nei luoghi per le attività ricreative associative o di culto, nelle attività commerciali. Nei luoghi che ospitano attività industriali ed artigianali, la temperatura potrà essere al massimo di 17 gradi. Sono esclusi da queste indicazioni, che hanno validità fino al 15 aprile 2025, gli ospedali e le case di cura, le scuole e i luoghi che ospitano attività sportive.

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