Come sono cambiati gli USA dall’insediamento di Biden a quello di Trump

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Il mandato del presidente uscente è stato segnato da molti eventi importanti, sia sul fronte interno che su quello esterno. Dalla campagna vaccinale alla guerra a Gaza, passando per la crisi dell’inflazione, il ritiro dall’Afghanistan e il conflitto in Ucraina, ecco com’è cambiato il Paese durante il mandato di Joe Biden

Il 20 gennaio 2021, dopo la vittoria alle elezioni presidenziali dell’anno precedente e a due settimane dall’assalto a Capitol Hill, Joe Biden si è insediato come 46esimo presidente degli Stati Uniti. Nei suoi quattro anni alla Casa Bianca, definiti dal New York Times “un interregno tra le due presidenze di Donald Trump”, il Paese ha attraversato diversi momenti cruciali sia sul fronte interno che su quello esterno. Dalla campagna vaccinale contro il Covid-19 alla crisi dell’inflazione, dal ritiro delle truppe in Afghanistan fino alle guerre in Ucraina e a Gaza, ecco come sono cambiati gli Stati Uniti sotto la presidenza di Joe Biden.

Covid, economia e inflazione

Il New York Times ricorda che la presidenza di Joe Biden è iniziata ancora nel pieno della pandemia di Covid-19. Entrato alla Casa Bianca quando 400mila persone avevano già perso la vita e i vaccini iniziavano a essere disponibili, il presidente ha messo a punto il piano che ha portato 250 milioni di cittadini statunitensi a ricevere la vaccinazione nel suo primo anno di presidenza.

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Tra le prime sfide affrontate dall’ex vice di Barack Obama c’è stata anche l’economia, segnata dalla pandemia: come riportato da CBS , Biden si è focalizzato sul far ripartire il sistema produttivo americano. E secondo quanto riportato dalll’emittente statunitense, dopo quattro anni della sua presidenza molti indicatori segnano un’economia più forte: la disoccupazione è vicina ai minimi degli ultimi 50 anni, gli stipendi stanno aumentando e gli Stati Uniti hanno evitato una recessione paventata da più parti.

A fianco alle luci, permangono però le ombre: nonostante un’economia che cresce e una bassa disoccupazione, molte persone continuano a soffrire per l’alto costo della vita reso ancora più severo dall’inflazione che ha colpito gran parte dei Paesi occidentali dopo la pandemia. E, sottolinea ancora la CBS, i problemi di lunga data del costo delle case e della disuguaglianza economica non hanno trovato una soluzione.




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La politica interna di Joe Biden

In ogni caso sul fronte interno la presidenza è stata segnata anche da un esteso programma legislativo. Come sottolineato dall’ISPI, l’Istituto per gli studi di politica internazionale, Joe Biden ha spinto diverse misure per combattere il cambiamento climatico, regolamentare i costi per i farmaci e cancellare i debiti studenteschi. La sua amministrazione ha varato un ampio programma da 1.200 miliardi di dollari per ammodernare le infrastrutture del Paese; l’Inflation reduction act, che ha portato massicci investimenti in tecnologie green; il Chips and science act, per cercare di portare la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti. Si tratta in ogni caso di misure che, in buona parte, daranno i loro frutti nei prossimi anni.

Inoltre, durante la presidenza di Joe Biden l’immigrazione illegale nel Paese dal confine sud è cresciuta a “livelli record” per il NYT, mettendo sotto stress città e Stati incapaci di reggere il peso di questa ondata migratoria. Nell’ultima estate del suo mandato il presidente – dopo aver inizialmente voluto ribaltare l’ostilità di Trump verso l’immigrazione – ha usato i suoi poteri per cercare di arginare il fenomeno, e i numeri degli ingressi illegali nel Paese sono precipitati.

La politica estera di Joe Biden

Oltre al fronte interno, la presidenza di Joe Biden è stata caratterizzata fortemente anche da quello esterno. A partire dal 2021, e da quello che il New York Times definisce il “disastroso ritiro dall’Afghanistan”. Biden ha infatti portato a termine l’accordo stretto dal suo predecessore e successore Donald Trump con i talebani, ponendo fine alla più lunga guerra nella storia degli Stati Uniti. Il quotidiano newyorkese sottolinea che il ritiro è stato “caotico” mentre i talebani si riprendevano il Paese, e le immagini degli afghani disperati che cercavano di salire a bordo degli aerei Usa hanno “imbarazzato” il Paese.

L’anno seguente è stato invece segnato dall’invasione russa dell’Ucraina: durante la sua presidenza, Joe Biden non solo ha ampiamente sostenuto il Paese aggredito con l’invio di armi per un valore di decine di miliardi di dollari, ma ha anche assistito al rafforzamento della NATO con l’ingresso nell’Alleanza di Finlandia e Svezia. A quasi tre anni dall’inizio del conflitto, le ostilità sono ancora in corso e il New York Times riporta che il presidente ha ricevuto critiche sia dai sostenitori dell’Ucraina sia dagli isolazionisti: per i primi è stato troppo restio a inviare alcuni tipi di armamenti al fine di evitare un’escalation con la Russia, per i secondi ha investito troppo in una guerra che non coinvolge direttamente gli Stati Uniti o un Paese della NATO.

Infine, l’ultimo tratto della sua presidenza è stato segnato dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e la conseguente invasione di Israele a Gaza. Dopo oltre un anno di conflitto, negli ultimi giorni del mandato di Joe Biden si è arrivati all’intesa per un cessate il fuoco nella Striscia.

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Cosa ne pensano gli americani

In vista della fine del mandato di Joe Biden, l’istituto statunitense di ricerche statistiche e analisi dell’opinione pubblica Gallup ha pubblicato un approfondimento sull’opinione degli statunitensi sulla sua presidenza. Il quadro che emerge dal sondaggio mostra come gli americani in maggioranza pensino che gli Stati Uniti hanno perso terreno in sei aree negli ultimi quattro anni: debito federale (67%), immigrazione (64%), disuguaglianza economica (60%), economia (59%), posizione del Paese nel mondo (58%) e crimine (51%). E molti sostengono che il Paese sia rimasto indietro anche in settori quali l’istruzione, il terrorismo e le relazioni commerciali con altri paesi. L’unico tema su cui la maggioranza relativa degli intervistati pensa che gli Stati Uniti abbiano compiuto dei passi avanti è la condizione delle persone appartenenti alla comunità LGBTQI+.

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