“Nuovo stadio? Se mi danno il terreno sono pronto a farlo”

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Il presidente della Ternana Stefano D’Alessandro, intervenuto oggi in conferenza stampa, ha parlato anche della possibilità di costruire un nuovo stadio. Ternananews.it riporta le sue dichiarazioni: “Lo Stadio e la Clinica… Come avete sentito, ci sono molti rumors intorno a questa questione. Anche qui mi è stato rimproverato che sembriamo immobili. Ma non lo siamo, credetemi. Con la Ternana Women ci sono stati diversi incontri, anche a Roma recentemente. Io ho sempre detto che lo stadio deve essere un valore aggiunto per la Ternana. Ma perché lo sia davvero, devono esserci tutte le condizioni giuste.

Voglio entrare leggermente nel dettaglio, senza che nessuno si offenda o inizi a interpretare male le cose. C’è un nodo fondamentale che molti sottovalutano: lo stadio non è della Ternana. L’investimento che la Ternana farà per la ristrutturazione e per il nuovo “Liberati” non patrimonializza nulla per il club. Lo stadio rimane un patrimonio della città e del Comune. Questo significa che nel bilancio della Ternana non ci sarà alcun beneficio patrimoniale. Anzi, il peso potrebbe addirittura aumentare, per come è strutturata l’operazione del piano finanziario. Il progetto originale era diverso. Anche prima lo stadio era del Comune, ma la Ternana aveva la proprietà del terreno su cui sarebbe sorta la clinica privata. Questo significava che la Ternana avrebbe patrimonializzato quel terreno e la clinica sarebbe stata un bene del club.

Oggi non è più così. E quindi tutte le valutazioni che dobbiamo fare, vanno fatte considerando questo aspetto fondamentale. Perché se non passa questo messaggio, diventa tutto più facile da dire. Io devo salvaguardare la Ternana. Per me il bene supremo è la Ternana. Punto.

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Il resto? Sì, va bene tutto. Per me quello che conta è questo. Lo stadio è una priorità. Spero, e stiamo lavorando, per strutturare il PEF (Piano Economico Finanziario), per fare alcune modifiche alla Convenzione, per sistemare alcune cose, affinché per la Ternana sia sostenibile. È importante, è fondamentale. Non si può pensare che la Ternana faccia lo stadio e riceva solamente, al netto dell’esborso finanziario della Ternana Women, che comunque è una parte minoritaria rispetto all’investimento complessivo. Se ci fermiamo ai famosi 14 milioni su 41, capiamo bene la differenza, no? Ok, quindi questo è un discorso importante.

Non possiamo pensare che i ricavi derivanti dalla parte commerciale, oppure dallo sfruttamento dello stadio per eventi o concerti – che sono comunque incerti – siano una garanzia. Sono cose che vanno fatte e strutturate, ma con tutto il rispetto io faccio calcio, non il PR che organizza eventi o il commerciale. Anche perché in questi anni abbiamo visto quanto tutto sia labile. Chi avrebbe mai pensato che ci avrebbero chiuso per due anni a causa della pandemia? Bisogna tenere conto anche di questi aspetti. Sembra una cosa banale, ma quando si fa una programmazione per un investimento di 40 e più milioni, visto che la maggior parte dei ricavi arrivano da lì, bisogna essere molto attenti. Altrimenti il peso economico finisce tutto sulla Ternana, senza girarci intorno.

Quindi, la mia priorità è il bene della Ternana. Una volta chiusa la fase di rielaborazione e ristrutturazione, se ci saranno le condizioni, si chiuderà e partiranno i lavori. Questi sono discorsi condivisi anche con la Ternana Women. Non è qualcosa che sto dicendo solo io, ma sono già stati discussi in incontri precedenti. Tutti convengono con me sulla necessità di trovare la soluzione giusta per la Ternana. Ovviamente anche per la città di Terni, perché è importante, ma voglio sintetizzare la questione in questo modo: La Ternana si sta sobbarcando l’onere di ristrutturare un bene pubblico.

Un privato che investe per un bene pubblico. Siamo contenti di farlo. Qualcuno potrebbe dire che il pubblico dovrebbe intervenire. No, il pubblico non deve intervenire. Non sto dicendo questo. Sto dicendo che, nel caso specifico, se la Ternana fa questo investimento, non ne ricava un beneficio patrimoniale perché lo stadio resta un bene pubblico. Non sto dicendo che servono soldi pubblici. Anzi, i soldi pubblici vanno investiti in cose più importanti del calcio. Non c’è una quota mancante che deve arrivare, il punto è capire come strutturare l’investimento dal punto di vista economico-finanziario per la Ternana. Bisogna valutare il suo impatto diretto sul bilancio, perché si tratta di un investimento importante, con un ritorno economico basato unicamente sui flussi finanziari generati dallo stadio, con costi e oneri finanziari da sostenere. Perché, ricordiamolo, il denaro costa, non è gratis. Quindi, quando qualcuno dice che è tutto semplice… No, non lo è. Sembra facile, ma non lo è.

Stiamo parlando di un investimento complessivo di oltre 60 milioni che avrà un impatto enorme sulla città di Terni. Ci auguriamo tutti che vada a buon fine. Io per primo, perché pensate cosa significherebbe per me essere colui che ha avviato il progetto dello stadio e riuscire a portarlo a termine. Quindi, nessuno fraintenda le considerazioni che sto facendo qui. Sono considerazioni già condivise.

Mi è stato detto che non è possibile vendere beni pubblici, come impianti sportivi. Se fosse possibile, per me sarebbe la soluzione migliore e più facile: acquistare lo stadio. Guarda, lo dico pubblicamente: se c’è la possibilità di acquistarlo, iniziamo a discuterne fin da domani mattina. Per me sarebbe la soluzione migliore, perché significherebbe davvero fare lo stadio della Ternana. Ecco, lo rilancio. Se è fattibile, valutiamolo. (Ride) Ora scatenerò un putiferio, eh! Ma te lo dico: se non è possibile, la responsabilità è tua! Non l’ho detto io, eh! Se non si può fare, la colpa è tua!



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