Insieme alle organizzazioni per i diritti umani, ai sindacati e ai gruppi della società civile chiediamo alla Commissione Europea di vietare il commercio e le attività economiche tra l’Unione Europea e gli insediamenti illegali di Israele nei Territori Palestinesi Occupati, inclusa Gerusalemme Est, nel rispetto del diritto internazionale.
IL PARERE DELLA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA
Il 19 luglio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia ha emesso un parere consultivo di portata storica, affermando che gli Stati non devono riconoscere, sostenere o assistere la situazione illegale derivante dall’occupazione israeliana dei territori palestinesi. La Corte ha chiarito che tutti gli Stati hanno “l’obbligo … di astenersi dall’intraprendere rapporti economici o commerciali con Israele riguardanti i Territori Palestinesi Occupati o parte di essi che possano rafforzare la sua presenza illegale nel territorio”, e debbono “adottare misure per impedire relazioni commerciali o di investimento che contribuiscano al mantenimento della situazione illegale creata da Israele nei Territori Palestinesi Occupati”.
LE VIOLAZIONI DELL’UNIONE EUROPEA NEL COMMERCIO CON GLI INSEDIAMENTI ILLEGALI
L’attuale politica dell’Unione Europea, che distingue tra beni prodotti in Israele e quelli prodotti negli insediamenti, non rispetta tali obblighi. Sebbene questa distinzione neghi condizioni commerciali preferenziali per i beni degli insediamenti, consente comunque l’ingresso di tali beni nel mercato dell’Unione. Ciò viola gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario e delineati dalla Corte Internazionale di Giustizia, che richiedono il divieto totale sul commercio e sulle attività economiche con gli insediamenti illegali di Israele.
Commerciando con gli insediamenti illegali, l’Unione Europea, i suoi Stati membri e le imprese europee non solo violano i propri obblighi legali, ma contribuiscono anche alle sistemiche, gravi violazioni dei diritti umani e delle altre norme del diritto internazionale che sono alla base degli insediamenti. Il parere della Corte internazionale di giustizia ha dettagliato queste violazioni, concludendo che la legislazione e le politiche israeliane violano l’articolo 3 della Convenzione Internazionale sull’Eliminazione di tutte le Forme di Discriminazione Razziale (CERD), che proibisce la segregazione razziale e l’apartheid.
LA CONDANNA DA PARTE DEGLI STATI MEMBRI
Gli Stati membri dell’Unione Europea hanno ripetutamente rilasciato dichiarazioni unanimi condannando gli insediamenti israeliani come illegali ai sensi del diritto internazionale e come un ostacolo significativo al raggiungimento di una soluzione a due Stati. Queste dichiarazioni hanno spesso evidenziato come gli insediamenti alimentino gravi abusi, tra cui sfratti forzati, demolizioni di infrastrutture civili (incluse infrastrutture finanziate dall’UE), confische di terreni, trasferimenti forzati, e violenze diffuse da parte di coloni sostenuti dallo Stato e delle forze israeliane. Tali abusi sono stati ritenuti così gravi dagli Stati membri dell’UE da spingerli, nonostante le loro profonde divisioni, ad adottare sanzioni mirate nei confronti di un numero limitato di coloni e di entità affiliate agli insediamenti.
Tuttavia, nonostante il consenso tra gli stati membri sulla natura illegale degli insediamenti e sul loro legame con gravi abusi, l’UE continua a commerciare e consentire affari con essi, contribuendo a sostenere le gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale che sono inevitabilmente legate al mantenimento e all’espansione degli insediamenti.
CHIEDIAMO ALLA COMMISSIONE EUROPEA:
Alla luce dell’urgenza di rispettare il diritto internazionale e fermare il contributo dell’UE, degli Stati membri e delle imprese europee alle gravi violazioni di Israele, chiediamo alla Commissione di adottare immediatamente le seguenti azioni:
- Introdurre legislazione per vietare il commercio con e gli investimenti negli insediamenti;
- Proporre atti legislativi che vietino gli investimenti e le importazioni ed esportazioni di beni e servizi da e verso gli insediamenti illegali di Israele nei Territori Palestinesi Occupati;
- Pubblicare un avviso alle imprese rafforzato: in attesa dell’adozione di tale legislazione, diffondere un documento che scoraggi le imprese europee dallo svolgere attività che beneficiano gli insediamenti israeliani.
In attesa di una pronta risposta, confidiamo che la Commissione Europea intraprenderà rapidamente le misure necessarie per conformarsi al diritto internazionale e porre fine ad ogni complicità negli abusi.
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