“Sono cresciuto in condizioni difficili, non ho paura del derby”

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Roma 6 febbraio 2025 – Il mercato di gennaio è finito e la Lazio comincia a far conoscere i suoi giocatori dopo le rispettive presentazioni social. Nella giornata di oggi all’interno del centro tecnico di Formello si è tenuta una conferenza stampa suddivisa in sostanzialmente quattro capitoli, per presentare tutti i nuovi arrivati di questa sessione di calciomercato. Ad inaugurare le danze è stato Ibrahimovic, il primo arrivato, seguito a ruota da Reda Belahyane. Il centrocampista marocchino ha battuto nuovamente la strada calcistica che collega il Verona alla Lazio, come fatto da capitan Zaccagni e mister Baroni prima di lui. A livello tecnico forse il giocatore più pronto per scendere in campo di questo mercato, ci sono tante aspettative sul ragazzo classe 2004. 

Prima delle domande per il giocatore ex Verona però c’è stata, proprio come per Ibrahimovic, la presentazione del direttore sportivo Angelo Fabiani. “Credo ci sia poco da dire – esordisce il ds – su Belahyane, proviene dal Verona e ha determinate caratteristiche e qualità. Lo conoscete quanto me ormai. Ciò che gioca a suo favore, è proprio l’età: un 2004 con ampi margini di crescita e di miglioramento. Anche lui è stato considerato un profilo giusto da inserire in uno spogliatoio funzionale, senza alterare l’equilibrio”.

Giocatore con tante proposte, alla fine Belahyane ha scelto la Lazio e per questo la prima domanda ha subito stuzzicato il giocatore chiedendogli cosa lo abbia spinto a scegliere il biancoceleste. “La Lazio è il primo club con cui avevo parlato. Mi è piaciuto molto il progetto, inoltre conoscevo i francesi che giocano qui. È un club ambizioso e per un ragazzo come me è quello che ci vuole. La posizione in Europa e in campionato lo dimostrano”.

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C’è grande aspettativa circa quale sarà l’impatto di Belahyane in questa seconda parte di stagione, per questo gli si è chiesto quale ritenga possa essere il suo ruolo e il suo minutaggio. “Il mister ha molta fiducia in me. Conosco già Baroni dai tempi di Verona e – sottolinea il ragazzo – abbiamo parlato tanto. Mi ha detto cosa devo migliorare per prendermi il posto. In un centrocampo a tre preferisco giocare da numero 6, al centro. Nel centrocampo a due non ho preferenze sulle due posizioni. La Lazio ha sempre giocato così e quindi mi adatterò”.

Possessore del doppio passaporto, francese e marocchino, il ragazzo ha scelto di rappresentare la Nazionale Nordafricana e non ha dubbi circa la sua scelta: “Ci sono tanti giocatori forti nella nazionale del Marocco che giocano in Europa, anche in ottimi club. Non penso ci sia più concorrenza per la maglia della nazionale francese. Tra l’altro fin da ragazzo sapevo che avrei giocato per il Marocco. Volevo onorare la mia famiglia, i miei genitori sono marocchini e alcuni miei fratelli sono addirittura nati là. Per tutte queste cose ho scelto la il Marocco, io mi sento marocchino”.

Giocatore dal grande potenziale, è molto consapevole dei suoi limiti, ma soprattutto, già in questa conferenza stampa, mostra una grande personalità, sottolineando il suo passato difficile e il grande coraggio in campo. “Essendo giovane devo migliorare in tante cose. In particolare devo cominciare dal colpo di testa e aggiungere fisico per essere un numero 6 di livello internazionale. Sul derby io non ho paura. Sono cresciuto a Parigi in condizioni complicate. Non ho paura di queste cose e scenderò in campo sempre con la giusta fame”.

La Lazio giocherà gli ottavi di finale di Europa League in virtù del primo posto conquistato nella fase a campionato. Per poter giocare serve rientrare nella lista Uefa e Belahyane punta a superare il taglio di mister Baroni. “Onestamente ci spero davvero. Sono venuto qui per dare tutto per il club. Non so se sarò in lista, decide il mister, ma ci spero fortemente”.

Alla domanda su quale possa essere il proprio potenziale, il ragazzo risponde in maniera molto cinica, non volendosi sbilanciare a parole, ma pensando solo al campo. “Le chiacchiere restano chiacchiere, io penso che essere umili e lavorare tutti i giorni. Sono qui alla Lazio, sono in un top club e voglio vincere tutte le partite. Non dobbiamo avere fretta ma voglio vincere anche l’Europa League e poi giocare la Champions League“.

Doveroso un parallelo con lo scorso anno, quando ha conosciuto Baroni a Verona, gli si chiede quanto sia cambiato da allora e se sia cambiato in qualche modo l’allenatore toscano. “Non ho trovato cambiato il mister. Con il Verona ha fatto davvero un lavoro super e oggi sta facendo le stesse cose qui alla Lazio. Da quando sono arrivato, mi ha parlato e mi sta parlando molto. Per un ragazzo giovane come me non è facile imporsi in Serie A, ma credo abbiano visto in me un giocatore capace di imporsi con personalità. La forza di giocare march difficili e farlo con coraggio”.

Due incroci in passato per Belahyane contro la Lazio, ecco le impressioni del giocatore sui biancocelesti. “La Lazio è una delle squadre più difficili da affrontare. Ci ha fatto correre molto, forse è quella che ci ha fatto correre di più. Vuole tenere il pallone sempre e non ha paura di giocare, ha giocatori come Dia e Castellanos che sono molto bravi in zona gol. Sono tutte queste ragioni che mi hanno convinto a venire qui”.

Ricca di ragazzi francesi, Belahyane ammette di aver avuto un primo impatto molto positivo con i compagni, iniziando a dialogare con loro: “Sono stati tutti molto accoglienti. Il gruppo è stato molto caldo e ovviamente dai francesi in particolare. Avevo parlato già con Dia, Guendouzi e Tchaouna, che tra l’altro conoscevo già perché abbiamo quasi la stessa età, dopo la partita del Bentegodi. Ho parlato tanto anche con Rovella, ma non siamo entrati nel dettagli del ruolo”.

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Tante aspettative, tipiche di una grande piazza, com’è quella romana della Lazio, ma il giocatore non sente pressione: “Queste sono le cose che mi danno più carica di tutte. Non mi mette pressione, ma mi motiva per giocare ancora meglio”.

L’ultima domanda ha chiesto al giocatore a chi si ispiri e chi sia il suo idolo calcistico. “Il giocatore che nomino sempre è Ngolo Kanté, un giocatore umile, serio e un grande lavoratore. Un giocatore fisicamente piccolo, che però non ha mai paura di giocare e recupera tanti palloni. Lui è il giocatore più famoso tra quelli a cui mi ispiro”.



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