“Servono incentivi finanziari per favorire vendita auto elettriche”

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Keystone-SDA

Lo stato dovrebbe aiutare finanziariamente i consumatori affinché comprino più volentieri vetture elettriche.

(Keystone-ATS) Ne è convinto Peter Grünenfelder, presidente di Auto-Svizzera, l’associazione degli importatori di veicoli, che dalla pagine del Tages-Anzeiger (TA) lancia oggi l’allarme e propone misure immediate per invertire una tendenza che non appare favorevole.

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Nel 2024 la quota delle e-car sul totale delle immatricolazioni si è attestata al 19,0%, in calo rispetto al 20,7% dell’anno prima. Anche nel gennaio 2025 la percentuale non è risultata brillante: 19,7%; e non vi è nessuna auto alimentata unicamente a corrente fra i 15 modelli più venduti. Particolarmente forte, sempre nel primo mese dell’anno, è stato il calo delle vendite di Tesla, scese del 27% su base annua.

Di fronte a queste cifre gli importatori lanciano l’allarme: con le misure adottate finora la svolta nel settore dei trasporti non può essere raggiunta, afferma Grünenfelder in dichiarazioni riportate da TA. “Siamo ben lontani dalla quota di mercato del 50% nelle auto a ricarica elettrica nuove, obiettivo formulato dall’ex consigliera federale Simonetta Sommaruga”.

Nel 2024 la percentuale totale di veicoli a ricarica elettrica (auto puramente elettriche e ibride plug-in) si è contratta dal 29,7% al 27,6%. In base agli obiettivi della seconda tappa del piano di promozione dell’elettromobilità elaborato dalla Confederazione d’intesa con il ramo automobilistico a fine 2025 i veicoli a ricarica elettrica dovrebbero costituire la metà di tutte le immatricolazioni, obiettivo che appare quindi fuori portata.

Secondo il presidente di Auto-Svizzera riguardo alla mobilità elettrica gli svizzeri sono attualmente molto insicuri. A suo avviso questo è causato da politiche sbagliate e da segnali contraddittori da parte di Berna. Ad esempio il fatto che dal 2024 le e-car non siano più esentate dalla tassa di importazione del 4% ha portato a una flessione dei numeri, argomenta il professionista.

Per l’esperto la situazione è chiara. “Ora abbiamo bisogno di incentivi finanziari per promuovere la vendita di auto elettriche”. Concretamente gli importatori invitano il Consiglio federale ad agire su cinque punti: in primo luogo l’imposta del 4% deve essere immediatamente sospesa, per una durata di cinque anni; secondariamente sono necessarie generose detrazioni fiscali per le aziende e i privati che installano stazioni di ricarica a casa o sul posto di lavoro; terzo, il prezzo dell’elettricità deve essere esposto nei punti di ricarica pubblici, come è obbligatorio per il carburante nelle stazioni di servizio; quarto, bisogna abbandonare norme più severe per le automobili che vadano oltre quelle dell’Ue; quinto e ultimo punto, si deve attenuare in modo massiccio l’ordinanza sul CO2, che fissa obiettivi di emissione più severi.

Riguardo all’ultima rivendicazione secondo Auto-Svizzera di norma un concessionario dovrebbe vendere nell’anno in corso il doppio delle auto elettriche rispetto al 2024 per evitare di pagare le sanzioni. Per Grünenfelder nella situazione attuale questo è impossibile. “I nuovi obiettivi di emissione di CO2 sono irraggiungibili: sussiste la minaccia di sanzioni annuali per centinaia di milioni di franchi, che porterebbero alla perdita di posti di lavoro e alla chiusura di aziende nell’industria automobilistica”, mette in guardia lo specialista.

Contattato dal quotidiano zurighese, il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) è meno pessimista. Pur ammettendo che l’obiettivo del 50% entro fine 2025 non sarà raggiunto, Berna si aspetta una chiara crescita delle vendite di veicoli a ricarica elettrica. “Oltre ai nuovi modelli, al calo dei prezzi delle batterie e delle materie prime nonché alla crescente infrastruttura di ricarica, gli obiettivi di CO2 offrono agli importatori di auto un ulteriore incentivo ad aumentare la percentuale di veicoli a corrente”, afferma il portavoce Fabien Lüthi, citato dal giornale.

Grünenfelder non è d’accordo: a sua avviso gli importatori hanno già fatto la loro parte. “Ma nonostante gli oltre 200 modelli di e-car presenti sul mercato i clienti tardano a cogliere l’offerta”. Le cose potrebbero però cambiare, visto che stando a TA gli esperti si aspettano un calo dei prezzi al più tardi nelle seconda metà dell’anno, poiché gli importatori dovranno aumentare le vendite in modo significativo per ridurre le sanzioni per il superamento degli obiettivi di CO2.

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“Molti importatori e concessionari si stanno concentrando sull’aumento delle promozioni di vendita, tra cui offerte speciali e migliori condizioni di leasing”, spiega alla testata Roger Kunz, presidente dell’Associazione svizzera dei concessionari indipendenti di automobili (Verband freier Autohandel Schweiz, VFAS). “Alcuni importatori ridurranno anche la scelta dei motori a combustione con elevate emissioni di CO2, li renderanno più costosi e sovvenzioneranno in tal modo alcuni veicoli elettrici”, conclude.



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