ROMANIA: Ciolacu-2, vecchi nomi per un nuovo governo

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


Lo scorso dicembre il nuovo governo della Romania ha prestato l’ufficiale giuramento di investitura di fronte al presidente Iohannis dopo un lungo negoziato teso a escludere le formazioni sovraniste e di estrema destra.

La formazione del governo Ciolacu 2 ha occupato per quasi un mese le prime pagine della politica rumena di fine 2024: difficile trovare un accordo di coalizione dopo le tensioni provocate dall’annullamento delle presidenziali e dalle proteste che ne sono seguite. Uno dei provvedimenti più attesi dal nuovo governo ha riguardato, infatti, le date per le nuove elezioni, che si terranno il 4 e il 18 maggio.

Nel frattempo, a nominare Marcel Ciolacu primo ministro ci ha pensato il presidente uscente Klaus Iohannis, incaricandolo di realizzare il programma di governo e la lista di ministri da presentare al Parlamento per il voto di fiducia, nella speranza che la squadra scelta mantenga una chiara traiettoria europeista a discapito dell’estrema destra.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Le trattative

Dopo difficoltose trattative con l’USR, a siglare l’accordo di maggioranza insieme al Partito Social Democratico (PSD) sono stati alla fine il Partito liberale (PNL) e l’UDMR, il Partito della minoranza ungherese. L’alleanza dei due partiti tradizionali e delle minoranze può contare sul 54% dei seggi in Parlamento.

Durante le trattative, Elena Lasconi aveva avanzato alcune richieste, semplificate in otto punti, tra cui: l’impegno del governo a non aumentare le tasse nel 2025, le dimissioni dei dirigenti dei servizi segreti rumeni e del presidente dell’Autorità elettorale, l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulle condizioni di organizzazione delle campagne elettorali per prevenire le ingerenze straniere. Condizioni imprescindibili per allearsi con PSD e PNL ma considerate inaccettabili dai leader dei due partiti, che per questo hanno deciso di escludere l’USR dalla coalizione.

Il Parlamento 

Con 312 membri alla Camera e 134 al Senato, ecco come si presenta la conformazione del nuovo Parlamento rumeno: PSD, 86 deputati e 36 senatori; AUR, 63 deputati e 28 senatori; PNL, 49 deputati e 22 senatori; USR, 40 deputati e 19 senatori; S.O.S. România 28 deputati e 12 senatori; POT, 24 deputati e 7 senatori; UDMR, 22 deputati ed 10 senatori. A presiedere la Camera è Ciprian Șerban del PSD mentre il Senato è presieduto dal leader del PNL Ilie Bolojan.

Con 63 deputati e 28 senatori, è AUR ad avere il maggior numero di parlamentari dell’opposizione: questo significa che Simion non avrà bisogno dell’appoggio di altri partiti per contrastare il lavoro della maggioranza. Il sistema rumeno richiede le firme di 50 deputati e di 25 senatori per impugnare una legge davanti la Corte Costituzionale. In quest’ottica, per esempio, l’unico partito europeista che si trova in opposizione, l’USR di Lasconi, dovrà invece trovare sempre un accordo con altri partiti qualora volesse utilizzare queste procedure.

La squadra di governo 

L’esecutivo invece è composto da 16 ministri e 3 vice-premier, provenienti dai tre partiti della coalizione di maggioranza.
Il gabinetto Ciolacu 2 ha ricevuto investitura ufficiale dopo due ore di dibattito parlamentare, riuscendo ad ottenere la fiducia delle due camere, riunite in seduta comune, con una maggioranza stentata di 240 voti a favore e 143 contrari, a fronte dei 233 necessari.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

I ministeri di questo esecutivo sono due in meno rispetto al passato: il Ministero della Famiglia, creato nel 2021, sparisce del tutto, mentre il Ministero per la Ricerca, l’Innovazione e la Digitalizzazione viene assorbito dal Ministero dell’Economia, che prende adesso il nome di Ministero dell’Economia e della Digitalizzazione.

Giuramento e prime decisioni: congelati gli stipendi nel settore pubblico

Il giuramento di questa squadra di governo è avvenuto il 23 dicembre a Palazzo Cotroceni, sede della Presidenza della Repubblica, e già prima della fine dell’anno è stata varata un’ordinanza d’urgenza che ha subito scatenato diverse polemiche, oltre che scioperi e proteste da parte di sindacati e lavoratori.

Pubblicata il 31 dicembre in tarda serata, la cosiddetta “ordinanza trenino” prevede, tra le altre, il congelamento degli stipendi pubblici e il taglio di dipendenti; la non contabilizzazione delle ore straordinarie (compensate adesso, obbligatoriamente, con giorni di ferie); l’annullamento delle agevolazioni fiscali per le aziende edili e di IT. La prima grande riorganizzazione lavorativa del 2025 ha riguardato poi proprio il Senato rumeno, dove sono previsti tagli del 24% sul totale dei dipendenti.

L’ordinanza, presentata dal nuovo ministro delle finanze Tanczos Barna (UDMR), prevede un riaggiustamento multisettoriale delle spese pubbliche che dovrebbe portare alle casse statali circa 24 miliardi di euro: il governo si propone di ridurre di almeno l’1% il deficit economico rumeno ed evitare che superi la soglia del 9% del PIL, nel tentativo di riuscire a sbloccare i fondi europei del PNRR che il precedente governo non era riuscito a investire.

Le misure di austerità riguardano anche il ridimensionamento delle sovvenzioni pubbliche ai partiti politici, la revisione delle percentuali retributive per i giorni di malattia dei dipendenti pubblici e la drastica riduzione delle agevolazioni per studenti e professori. Per i docenti, infatti, non sarà più previsto il rimborso del materiale didattico, mentre agli studenti non sarà più garantito lo sconto sugli abbonamenti ai trasporti pubblici all’infuori delle tratte e degli orari per raggiungere la scuola di riferimento.

Unita al blocco dei concorsi per le nuove assunzioni, proprio quest’ultima misura ha causato le proteste più importanti delle ultime settimane: gli studenti sono scesi in piazza e i lavoratori della CFR (le Ferrovie romene) hanno minacciato il taglio del 25% delle corse per il 2025.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Il primo mese del nuovo gabinetto non è andato bene nemmeno per la nuova ministra della Cultura Natalia Intontero (PSD), travolta dallo scandalo del furto dell’elmo d’oro di Cotofenesti e dei tre bracciali daci al Drents Museum di Assen, nei Paesi Bassi. I famosi gioielli, in passato ospitati anche a Roma dalla mostra sulla Dacia allestita alle Terme di Diocleziano, sembra non fossero stati adeguatamente assicurati: le molte lacune riguardanti la valorizzazione e la conservazione del patrimonio culturale rumeno sono ricadute, però, esclusivamente sul direttore del Museo Nazionale di Storia Ernest Târnoveanu, costretto alle dimissioni.
La ministra ha sostenuto sin da subito di essere contraria al prestito ad altri musei dell’inestimabile patrimonio culturale rumeno, mostrando con le sue dichiarazioni un’ottusa e limitata capacità di gestione manageriale delle istituzioni culturali.

La Romania attraversa quindi un periodo parecchio complicato, caratterizzato da tensioni politiche e sociali e dalla vulnerabilità economica, aggravata dall’incertezza di un reale ricambio al potere e dalla sfida che le nuove elezioni presidenziali rappresentano per il futuro del Paese.

Foto: Radio Romania International



Source link

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link