Relazioni politiche ed emendamenti. Il pressing di Occhiuto per lo stop al commissariamento

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LAMEZIA TERME Un pressing a tutti i livelli e con tutte le armi a propria disposizione.  Da novembre 2021 – un mese dopo il trionfo alle Regionali – fino ad oggi ha messo in campo tutte le proprie capacità politiche, istituzionali, persino comunicative il presidente Roberto Occhiuto per accelerare l’uscita della sanità calabrese dal commissariamento dopo 15 anni, uscita che – per come reso noto dallo stesso Occhiuto – il governo dovrebbe ufficializzare “da qui a qualche settimana”. Il ruolo di esponente di spicco di un partito, Forza Italia, che è in maggioranza governativa da quattro anni, il ruolo da governatore regionale da tre anni e mezzo, relazioni ad alti livelli a Roma sul piano politico, istituzionale e anche economico, lo sforzo normativo, poi un tam tam fatto anche di interviste, soprattutto sugli organi di informazionale nazionale, storie social e note.

I passi di Occhiuto

Non ha lasciato nulla di intentato, Occhiuto, fin dall’inizio. Da quando, forte anche delle relazioni costruite da capogruppo di Forza Italia alla Camera, dopo essere diventato presidente della Regione ha ottenuto la nomina a commissario della sanità calabrese, ruolo fino a quel tempo appannaggio di funzionari dello Stato – in genere prefetti o generali – del tutto inadeguati a gestire una realtà complessa come quella calabrese e in alcuni casi persino improbabili e imbarazzanti. La coincidenza dei due ruoli – spiega più di un analista – ha sicuramente rafforzato la figura del commissario, che si è ammantata di uno spessore politico che si è materializzato anche nello scontro che Occhiuto ha quasi da subito imbastito con i burocrati dei ministeri affiancanti nel piano di rientro, Mef e ministero della Salute, tecnici che Occhiuto un giorno definirà  –per dirla in sintesi – ragionieri “irriconoscenti” ossessionati solo dalle logiche contabili e numeriche. Un’impostazione “politica” del ruolo di commissario che si è abbinata alla veste politica tout court di Occhiuto, che è stato nominato commissario dal governo di Mario Draghi, un governo amico ma non amicissimo, e che successivamente con un governo infine amicissimo (politicamente parlando) come quello della premier Giorgia Meloni ha potuto contare su una linea di dialogo ancora più diretta, anche grazie all’ottimo rapporto con il ministro della Sanità Orazio Schillaci, tra l’altro calabrese d’origine. La lotta senza quartiere all’istituto del commissariamento, che “invece di alleviare ha aggravato lo stato della sanità calabrese”, ha ripetuto per anni Occhiuto trovando sponda nella più autorevole delle istituzioni, la Corte costituzionale, che ha in effetti “bocciato” il commissariamento della sanità calabrese e l’ha fatto per ben due volte.

Il forcing legislativo

Il forcing però non si è fermato qui, da parte di Occhiuto, che – sempre a detta di molti analisti – ha speso anche il suo ruolo di vicesegretario nazionale per lanciare segnali alla maggioranza di centrodestra e al governo, segnali condensati nella presentazione di norme di legge e di emendamenti che deputati e senatori di Forza Italia negli ultimi tre mesi hanno presentato a cadenza quasi quotidiana per arrivare a una possibile fine del commissariamento per legge. Si pensi alla norma per consentire alle due Asp “canaglia” della Calabria, quella di Reggio e quella di Cosenza, di avere più tempo a disposizione per approvare i bilanci fantasma del passato, step fondamentale per raggiungere quella normalizzazione contabile che è uno dei presupposti per far finire il commissariamento. O a un emendamento all’ultima Finanziaria in discussione alla Camera – firmatario il coordinatore regionale azzurro Francesco Cannizzaro – per la chiusura del commissariamento a fine marzo, emendamento dichiarato inammissibile. Meglio invece sembra sia andato un altro emendamento sulla stessa falsariga, questa volta al “Milleproroghe”, presentato al Senato dai forzisti Ternullo e Paroli, emendamento che ha superato la prima “scrematura” in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Occhiuto ne ha annunciato il ritiro visto che il governo l’ha rassicurato sulla decisione di chiudere la gestione straordinaria della sanità calabrese. E allora adesso non resta che attendere che il governo concretizzi davvero quello che ha promesso, dando finalmente alla Calabria e alla sua sanità la fiducia che merita dopo 15 anni di un commissariamento oggettivamente fallimentare. (a.cantisani@corrierecal.it)

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