Mafia, il Comune di Bari non sarà sciolto. Ma si va verso il commissariamento di due aziende, tra queste Amtab

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«Del Comune di Bari non si è parlato in Consiglio dei ministri perché non sarà sciolto». Sono fonti del Viminale, nella serata di ieri, a fugare ogni dubbio sull’ipotesi, già remota, che il capoluogo pugliese possa essere sciolto per mafia alla luce dell’inchiesta “Codice interno”, che ha fatto emergere presunti contatti tra mafia e politica. Si va verso il commissariamento di Amtab, già finita in amministrazione giudiziaria, e di un’altra municipalizzata, si ipotizza Amiu. Probabili anche sanzioni verso alcuni dipendenti comunali. 

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Il consiglio dei ministri 

Ieri il consiglio dei ministri, riunitosi alle 11, non ha trattato il tema né incardinato l’argomento. La proposta di scioglimento non è stata, quindi, avanzata dal ministero degli Interni che avrebbe dovuto discuterla con il consiglio dei ministri prima dell’eventuale decreto del presidente della Repubblica. Alla vigilia di venerdì, si pensava che la coincidenza tra la scadenza dei termini e la riunione dei ministri potesse essere propizia per una comunicazione ufficiale, ma in serata fonti del ministero degli Interni hanno chiarito il punto: «Solo le decisioni su eventuali scioglimenti passano dal consiglio dei ministri. Quella su Bari non sarà discussa in quella sede perché Bari non sarà sciolta». Del resto, una misura così pesante – spiegavano ieri fonti del comune – sarebbe già stata posta sul tavolo del sindaco, Vito Leccese. Che, però, dovrà occuparsi ora di misure meno drastiche ,ma comunque impattanti sulle aziende finite nel polverone giudiziario. I tempi per provvedimenti più morbidi – stando a fonti del ministero degli Interni – non sono definiti. Quindi decisioni sulle municipalizzate, coinvolte nell’inchiesta, non hanno, al momento, un termine.

Le indagini 

Insomma un grosso sospiro di sollievo per l’attuale amministrazione ma anche per la precedente, guidata dall’ora parlamentare europeo Antonio Decaro, sindaco all’epoca dei fatti finiti nel mirino della procura di Bari. Indagini che portarono all’arresto dell’ex consigliera comunale Maria Carmen Lorusso, eletta nelle fila del centrodestra e transitata nella maggioranza di centrosinistra, e dell’avvocato Giacomo Olivieri, già consigliere regionale per due legislature e presidente, fino al 2015, della municipalizzata barese Multiservizi. Da lì l’invio dal Viminale della commissione prefettizia, composta da Claudio Sammartino, prefetto in quiescenza, Antonio Giannelli, (nominato qualche giorno fa prefetto di Cremona) e Pio Giuseppe Stola, maggiore dello Scico della Guardia di finanza, nominata il 22 marzo scorso a poche settimane dall’operazione della Dda di Bari. Un lavoro intenso che ha visto i tre “007” scandagliare le migliaia di pagine dell’ordinanza del tribunale oltre alle documentazioni riguardanti le infiltrazioni mafiose nelle municipalizzate.

Da quell’indagine emerse, anche, che in Amtab, società partecipata del Comune di Bari, addetta al servizio di trasporto pubblico e della sosta, c’era chi sottostava ai voleri del potentissimo clan mafioso della città della famiglia Parisi, che secondo il castello accusatorio riusciva a imporre all’azienda pubblica assunzioni temporanee di familiari e persone contigue e affiliate al sodalizio criminale. Per questa ragione l’azienda comunale fu messa, su disposizione del tribunale di prevenzione, in amministrazione giudiziaria e fu nominato amministratore l’avvocato romano Luca d’Amore (attuale amministratore unico dell’azienda). L’inchiesta fece emergere, poi, oltre a una serie di rapporti legati all’acquisizione di voti, anche un episodio che vide coinvolte due agenti della polizia locale che avendo subito un oltraggio durante il servizio, anziché procedere, come previsto per legge, con la denuncia dell’automobilista indisciplinato, si rivolsero a uomini vicini al clan per avere giustizia del torto ricevuto. Fatti per cui il commissariamento dell’Amtab risulta altamente probabile. Proprio dallo “stordimento” provocato da “Codice interno”, nel frattempo approdato a processo in due filoni (abbreviato e ordinario), l’amministrazione Leccese ha deciso di istituire una commissione antimafia la cui presidenza spetterà all’opposizione. Intanto il sospiro di sollievo: «Bari non sarà sciolta».
© RIPRODUZIONE RISERVATA – SEPA 

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