La partita del governo delle città si gioca in un campo molto ristretto fatto di portatori di interessi, di fondi di investimento globali e di speculatori. Il resto, e cioè l’opinione pubblica, la democrazia e la partecipazione alla costruzione di città più vivibili e giuste non contano più nulla. I due sindaci che interpretano alla perfezione questo nuovo ruolo dei primi cittadini sono Beppe Sala e Roberto Gualtieri. Milano e Roma unite nel segno di privilegiare l’economia di rapina che domina le nostre città.
A Milano, come noto, nascono grattacieli in molte parti della città dove prima c’erano capannoni produttivi alti al massimo 5 o 6 metri. Chi abita vicino a questi scempi ha visto la propria condizione di vita peggiorare irrimediabilmente. Chi aveva un affaccio, luce e insolazione, ora è oscurato dal cemento. Sono stati privilegiati i diritti di pochi a scapito dei diritti diffusi dei cittadini “normali”. Per fortuna la magistratura ha aperto numerose inchieste.
A Roma la storia è simile, cambiano solo i protagonisti. Se a Milano dominano le società immobiliari, a Roma è la cultura del panem et circenses a dominare la scena. Sono passati 12 anni da quando l’allora sindaco Gianni Alemanno (oggi ristretto, per altri motivi, in prigione) annunciò al popolo che in tre anni sarebbe stato costruito lo stadio della Roma. Sponsor della realizzazione dello stadio era un proprietario americano della Roma.
Nel 2021, non appena eletto sindaco, Roberto Gualtieri tenta l’impresa disperata di avviare nuovamente la realizzazione dello stadio dopo che un gigantesco scandalo aveva portato a numerosi arresti e a molte condanne a severe pene di detenzione per i protagonisti della oscena vicenda dello stadio di Tor di Valle.
Gualtieri, per avverare il “sogno di Roma”, sceglie di realizzarlo a Pietralata, un’area priva di viabilità efficiente e adiacente ad un grande ospedale pubblico. A chi verrebbe mai in mente di localizzare uno stadio davanti alle finestre di un ospedale? E’ presto detto, all’economia di rapina che ci domina, ai fondi sovrani e alla speculazione immobiliare. Così, per aiutare il nuovo proprietario della Roma, un altro americano, si vogliono cancellare i diritti degli abitanti di Pietralata che vorrebbero avere una viabilità che funziona, parchi e scuole dignitose per i propri figli.
E anche l’area scelta da Gualtieri presenta gravi problemi. C’è un bosco, l’impatto volumetrico dell’edificio è devastante – e per questo finora accuratamente nascosto – la viabilità e i parcheggi non sono in grado di sostenere la realizzazione dello stadio.
Ciononostante, il lieto annuncio – per la proprietà naturalmente – arriva il 3 febbraio scorso. E’ il presidente della Lega calcio, Ezio Maria Simonelli, ad annunciare che nel 2028 la Roma giocherà le sue partite nel nuovo stadio. Il sogno arriverà a quindici anni dal primo annuncio di Alemanno. E le aree vincolate? E la mancanza di parcheggi? E l’impatto ambientale dello stadio? Niente paura, ci pensa Gualtieri.
Con una norma tecnica nuova di zecca, il comune di Roma ha infatti abbattuto drasticamente le superfici dei parcheggi da realizzare: si sostiene che i tifosi andranno allo stadio con i mezzi pubblici. Geniale! Per gli impatti sull’ambiente il suggerimento viene dallo stesso Simonelli. Afferma testualmente che “auspichiamo sugli stadi la nomina di un commissario unico”. Appunto, basta con le regole. Basta con la tutela degli interessi dei cittadini. Contano solo i potenti di turno e ogni ostacolo deve essere superato. I commissari unici servono infatti a superare vincoli ambientali e a velocizzare le decisioni.
Questo è lo stato della democrazia a Roma e a Milano. Un’ultima postilla. Le due città hanno in comune anche la vicenda degli stadi. Se a Roma è aperta la questione di Pietralata, a Milano c’è la lunga storia dello stadio Meazza. Due giorni fa sono stati pubblicati gli indebitamenti economici delle società di calcio per il 2023/2024. Capo classifica è l’Inter con 734 milioni di passivo. Segue la Roma con 636 milioni. Il Milan si ferma “soltanto” a 324 milioni.
Ecco svelata la nuova fase del governo delle città. Il circo barnum del calcio è indebitato? Nessun problema. Basta cancellare le regole, consentire speculazioni immobiliari e tagliare il diritto ad una città più giusta. Parola di Sala e Gualtieri.
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