Cari editori, ridateci Veneziani e Buttafuoco!

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“Bau Bau!” Messa così, sembrerebbe una gag di un noto comico abruzzese, Marino Cardelli, in arte “Il Pretuziano”, che impazza sui social con le sue divertentissime barzellette in dialetto abruzzese. E invece, ad imitare il verso del cane, non è stato un comico, ma la deputata ed ex sottosegretaria di Fratelli d’Italia, Augusta Montarulli.

Negli studi di “Tagadà”, per zittire il parlamentare del Pd, Marco Furfaro, che pochi minuti prima l’aveva accusata di peculato con le seguenti parole: “Fdi ha sbagliato a mandare qui una che è stata giudicata colpevole per essersi fregata i soldi degli italiani”, la Montarulli ha reagito abbaiando e mimando con la mano la bocca di un cane.

Terminato questo siparietto, l’esponente di Fratelli d’Italia, rivolgendosi al suo collega del Pd, ha spiegato: “Visto che prima ti sei permesso di parlarmi in questo modo, io ti ricordo la cuccia del cane… Parliamo della cuccia del cane di alcuni suoi esponenti di partito!”.

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Ma cosa intendeva dire l’ex sottosegretaria con questa cuccia del cane?

Semplice: stava ricordando a Furfaro il caso Cirinnà e i soldi trovati nella cuccia del suo cane, sottolineando così che né lui né il Pd potevano permettersi di dare lezioni a lei o al suo partito.

A livello comunicativo, è chiaro che l’obiettivo è stato raggiunto: far passare questo concetto al maggior numero possibile di italiani. La notizia, infatti, è diventata virale. Ma al di là di questo, mi viene da dire: quanta pochezza! E che brutta fine ha fatto la politica!

Dove sono finiti quei bei dibattiti di un tempo, in cui ci si poteva scontrare con la dialettica senza mai scadere nel cattivo gusto e nella maleducazione, come avveniva nei confronti degli anni ’70 tra Giorgio Almirante (Msi) ed Enrico Berlinguer (Pci)?

Oggi la politica si è trasformata drammaticamente in tifoseria, dove chi ascolta non giudica secondo ragione e coscienza, ma in base a una logica da squadra del cuore. Se io sono di destra, di sinistra o di qualsiasi altra fazione, il mio partito e i suoi leader hanno ragione a prescindere, qualunque sciocchezza dicano o propongano. Allo stesso modo, tutte le altre formazioni politiche hanno torto a prescindere, senza possibilità di dialogo o riflessione critica.

Ma a cosa ha portato, nello specifico, questo atteggiamento? A un generale abbassamento del livello del dibattito politico e della qualità delle proposte, che in alcuni casi sono del tutto inesistenti.

Oggi il politico di turno difficilmente parla di soluzioni concrete. Si limita semplicemente a elencare ciò che non va, cercando di instaurare un senso di familiarità con i propri elettori, manifestando le loro stesse problematiche e insicurezze. Ma mai, e poi mai, si azzarda a dire: “La strada da percorrere è questa!”. Un po’ per non scontentare nessuno, un po’ perché qualsiasi scelta seria richiede sacrifici, e in una democrazia di massa come la nostra, dire la verità è controproducente ai fini del consenso.

Ed è così che oggi ciò che, in linea di principio, potrebbe essere accettabile solo per l’opposizione viene propinato criminosamente anche dalle forze di maggioranza.

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Insomma, questo sistema fa comodo a tutti, ed ecco perché si invitano nei talk show politici che, tutto dovrebbero fare, tranne che la politica. Basti pensare che i personaggi che vedete in Tv, siano essi parlamentari o giornalisti, non vengono scelti dalle redazioni, ma indicati direttamente dai partiti, che così si assicurano la propria presenza e la propria narrazione sotto i riflettori.

Il livello, insomma, deve essere rasoterra, per solidarizzare con quelle grandi masse che fanno i grandi numeri di share e che, per logica statistica, non possono essere eccelse nella loro capacità critica.

Dunque, non si è scelto di aiutare le masse a elevare la propria conoscenza e capacità critica attraverso la presenza di persone realmente valide. Si è semplicemente scelto di abdicare a questo ruolo e di far finta di solidarizzare con loro.

È in questa logica che comprendo il motivo per cui personaggi immensi come Marcello Veneziani e Pietrangelo Buttafuoco siano completamente spariti dai radar. E con loro, tanti altri.

Ma per il bene di tutti noi, mi sento di chiedere: “Cari editori, ridateci Veneziani e Buttafuoco!”



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