consiglio comunale approva mozione Pd, 5 votano contro in maggioranza

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Il Partito democratico e la giunta di Milano hanno portato a casa il sì del consiglio comunale sul progetto di legge Salva Milano, in vista della sua approvazione al Senato, con la frattura ampiamente annunciata in maggioranza (e ammessa dalla capogruppo del Pd Beatrice Uguccioni: “Sì, nei partiti progressisti ci sono contraddizioni”) e le proteste di comitati e partiti di sinistra in aula e in piazza Scala, ma senza sostanziali scossoni. Almeno per il momento. Perché probabilmente gli effetti non tanto del voto in aula lunedì 10 febbraio, ma di tutta la vicenda legata alle inchieste sull’urbanistica e sul Salva Milano, si vedranno realmente più verso il 2027, anno in cui si voterà, e in particolare durante la formazione della futura coalizione di centrosinistra. 

E, a proposito di politica, è stata molto contestata l’assenza del sindaco Beppe Sala, a Roma per altri impegni. Di “sedia vuota” hanno parlato i consiglieri di maggioranza contrari, come Tommaso Gorini, e Riccardo Truppo di Fdi si è detto disposto ad aspettare il ritorno del primo cittadino, “anche a mezzanotte”.

Prima Beatrice Uguccioni, poi Bruno Ceccarelli (Pd), poi l’assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi hanno tentato di difendere il progetto di legge dalle accuse di essere un condono per evitare i processi e un regalo agli sviluppatori immobiliari confermando le procedure semplificate contestate dalla procura di Milano nelle inchieste ‘fotocopia’. 

Il voto: 5 di maggioranza contrari

Alla fine si sono espressi a favore 22 consiglieri di maggioranza: pressoché tutto il Pd, la Lista Sala, i Riformisti. Contrari (annunciati) 5 consiglieri di maggioranza: Carlo Monguzzi, Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara di Europa Verde, Alessandro Giungi del Pd ed Enrico Fedrighini del gruppo misto. E poi 2 consiglieri della Lega: Alessandro Verri e Annarosa Racca. Tutti gli altri consiglieri di centrodestra non hanno partecipato al voto.

Da Uguccioni e Ceccarelli è arrivato un duro attacco al centrodestra, che con Fdi e Lega nelle ultime settimane aveva provato a ‘inchiodare‘ la maggioranza in sostegno a Beppe Sala affermando che, se i partiti di centrosinistra non fossero stati tutti a favore del Salva Milano, i senatori del centrodestra avrebbero potuto ‘sfilarsi’. Il Salva Milano usato come “arma politica”, secondo Uguccioni. 

Monguzzi: “Legge che spacca la sinistra”

Tra le voci contrarie, quelle di tutto il gruppo di Europa Verde. “Il nostrro giudizio, com’è stato alla Camera, sarà contrario a questo ordine del giorno”, ha detto Tommaso Gorini: “Questa interpretazione è servita, sì, a recuperare parti della città e volumetrie senza consumo di suolo, ma è successo anche qualcosa di diverso. Oggi ha ancora senso mettere benzina in un motore che sta producendo abitazioni che non servono ai bisogni dei cittadini? Sul tema degli oneri che non sono arrivati, si è detto che bisogna tagliare i servizi perché sono venuti a mancare. Ma gli oneri hanno il compito di coprire le esternalità della nuova edilizia. Perché forzare dunque un’interpretazione da una prospettiva milanese e lombarda? Siamo tutti d’accordo che la riforma dell’urbanistica sia vitale: proprio per questo non facciamo danni al Paese, perché sappiamo che poi la riforma non l’avremo a breve”.

“Il Comune a maggioranza di sinistra chiede (con l’ordine del giorno, n.d.r.) di fare una schifezza aspettando che poi il Parlamento di destra faccia una legge buona (la riforma complessiva, n.d.r.)? La sinistra che chiede il condono edilizio e il blocco dei processi? In uno Stato di diritto i processi si celebrano”, ha detto Carlo Monguzzi avvertendo che il voto sul Salva Milano potrebbe compromettere la tenuta della maggioranza in futuro: “Gli ambientalisti, quelli che stanno lì (tra il pubblico, n.d.r.) e fuori (a un presidio in piazza Scala, n.d.r.), poi si siederanno a un tavolo a parlare delle prossime elezioni?”. E infine, al Pd: “Non votatela, state spaccando la sinistra”.

Tra i fischi del pubblico, Giulia Pastorella di Azione ha tentato di difendere l’ordine del giorno così come il progetto di legge, “una norma nell’interesse della città, che riguarda tutti i territori urbanizzati. Non è questione di condono, ma di ammettere che la normativa urbanistica è ferma agli anni ’40 e i nostri contesti sono urbanizzati. In un’ottica di rigenerazione e minor consumo di suolo vanno ripensate le norme. Il Modello Milano, che non è stato applicato solo qua, ha permesso pratiche più rapide, rigenerazione urbana e minor consumo di suolo. E non si chiede il blocco dei processi: quelli in corso saranno comunque portati a compimento”.

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L’assessore in difesa: “Famiglie, dipendenti e imprese nell’angoscia”

L’assessore Giancarlo Tancredi, nel dare il parere favorevole della giunta, si è ritagliato uno spazio piuttosto intenso per difendere a sua volta il Salva Milano, cercando di diminuire la portata del progetto di legge rispetto a quanto si legge abitualmente: “Non si dice che non si faranno più i piani attuativi, ma che sopra i 25 metri di altezza non sono obbligatori. La legge urbanistica che li chiederebbe è disapplicata da decenni in molte parti d’Italia, anche perché la materia urbanistica è delegata a Regioni e Comuni. I Comuni in particolare definiscono nei Pgt i criteri per chiedere i piani attuativi. E, in tutti i casi in cui i Comuni o le Regioni prevedono il piano attuativo, la legge non interviene”.

Per Tancredi, è meglio intervenire subito con un’interpretazione piuttosto che attendere l’esito dei processi perché questo potrebbe significare attendere anche anni e anni, lasciando “nell’angoscia” le famiglie che hanno investito in una casa, i funzionari comunali coinvolti nelle inchieste, le imprese che si sono fermate.

Il vecchio testo ‘dimenticato’

Enrico Fedrighini ha ricordato da dov’è nato tutto: “C’è stata l’idea di agevolare il recupero capillare dei laboratori e delle officine disseminate per la città, residuo della Milano industriale. La responsabilità politica è stata quella di avere perso la misura. Quando le torri vengono costruite senza oneri secondari, parcheggi, verde, servizi, indipendentemente dalle azioni penali questo è un crimine urbanistico. E anche se non c’è consumo di suolo, si è creata un’opera che ha un impatto perenne sulla vita dei vecchi e dei nuovi abitanti”. Fedrighini ha ricordato di avere proposto, nel 2020, un documento approvato in aula, in cui si chiedeva, per ogni nuovo progetto, di valutare la coerenza con la visione della città: “Si avvertiva già che si stava per perdere il controllo”.

L’attacco del centrodestra

Riccardo Truppo, capogruppo di Fratelli d’Italia, proponendo di aspettare il sindaco “anche fino a mezzanotte se necessario”, ha contestato duramente la maggioranza di centrosinistra ricordando che, a dicembre, in occasione dei voti collegati al bilancio, non aveva voluto accogliere le proposte di Fdi per avviare la giustizia riparativa per i dipendenti comunali, proposta dalla procura, e accendere un fondo di garanzia per eventuali futuri debiti dovuti alle inchieste. Fdi non ha partecipato al voto dell’ordine del giorno perché (ha detto Truppo) “noi i compiti a casa li abbiamo fatti”, riferendosi al sostegno al Salva Milano in Parlamento. Diversa la scelta della Lega, con Verri e Racca in aula a votare contro.

Salva Milano, la contestazione - Foto MilanoToday

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