Imprese: nel 2024 a Ferrara aperture in crescita, ma le chiusure aumentano

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Alla fine del 2024 l’anagrafe delle imprese ferraresi registra un bilancio di poco negativo, con un saldo tra aperture e chiusure che si attesta a -197 unità nei dodici mesi da poco conclusi. Alle 1.682 iscrizioni di nuove attività economiche hanno fatto eco 1.879 cessazioni di attività esistenti, per un tasso di crescita della base imprenditoriale che si attesta a -0,61% contro il -0,20% del 2023).

Bene Turismo, Servizi e Costruzioni, soffrono Manifattura, Commercio e Agricoltura. Queste alcune delle evidenze che emergono dai dati Movimprese sull’andamento della demografia delle imprese nel 2024, elaborati dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara Ravenna sulla base del Regstro delle imprese.

“Offrire opportunità di realizzazione personale e professionale ai nostri ragazzi e ragazze, coltivare nuove competenze imprenditoriali, attirare e trattenere talenti e investimenti, creare terreni favorevoli alle startup: sono queste le sfide comuni su cui stiamo lavorando insieme ad istituzioni e associazioni di categoria nella convinzione che lavorare insieme rafforzi la rete di connessioni strategiche e porti un sensibile valore aggiunto”. Così Paolo Govoni, vice presidente della Camera di commercio, che ha aggiunto: “Promuovere un dialogo costruttivo tra le diverse generazioni, dando vita ad un ecosistema dell’innovazione in grado di alimentare, tra i vari elementi competitivi, anche quello del fermento imprenditoriale, che ha fatto la fortuna del nostro territorio. Per riuscirci servono anche passaggi generazionali efficaci in grado di rinnovare costantemente il saper fare impresa e le sue evoluzioni nel tempo. Ancora oggi, infatti, vediamo perdere smalto a troppe aziende forti dal punto di vista del prodotto ma più deboli nella capacità di gestione della finanza d’impresa”.

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A livello settoriale, il risultato del 2024 riflette dinamiche eterogenee tra i vari comparti. Tre grandi comparti hanno pesato in senso negativo sul saldo con una riduzione apprezzabile del proprio perimetro imprenditoriale: agricoltura, silvicoltura e pesca (-242, pari al -3,38% contrazione doppia rispetto al -1,69% dell’anno precedente, trend peggiorato per le riduzioni registrate anche nella divisione della pesca), commercio (95 imprese in meno, pari al -1,54% contro il 2,02% in meno del 2023) e attività manifatturiere (-35 -1,49% contro -0,97% del 2023). Allo stesso tempo, sempre al netto del limitato numero di cancellazioni d’ufficio (39 unità), aumentano le imprese impegnate nell’Alloggio e Ristorazione (+39), le Attività professionali scientifiche e tecniche (+33) e le Costruzioni (+25). In generale cresce la maggior parte delle attività dei Servizi, con un ritmo relativo più veloce per quelli rivolti alle imprese, mentre in valore assoluto sono i servizi destinati al consumatore finale a registrare l’incremento maggiore.

Segnali di contenimento della crisi arrivano, invece, dall’Artigianato, che chiude il proprio bilancio annuale con un saldo negativo meno pesante (-29 unità) interrompendo comunque la crescita registrata lo scorso anno. Lo stock raggiunge le 8.246 imprese pari ad un quarto dell’intero sistema produttivo ferrarese, ma complessivamente in calo dello 0,3% con cessazioni che sfiorano il 10% in più rispetto allo scorso anno

La lettura dei dati dal punto di vista delle forme organizzative delle imprese conferma il rafforzamento strutturale del sistema imprenditoriale, in atto ormai da anni: crescono, infatti, le società di capitale (+3,1%), mentre diminuiscono società di persone (-1,4%) ad una velocità che negli ultimi anni è stata più o meno costante. Le imprese individuali, che continuano a rappresentare oltre la metà dello stock delle imprese ferraresi esistenti (il 58,1%, quando a livello nazionale la quota scende al 50,2%), mostrano invece una flessione di 319 unità, facendo registrare, in termini relativi, un decremento del -1,7% e accelerando il ritmo della contrazione.

Le imprese giovanili, le cui iscrizioni rappresentano quasi un terzo di tutte le nuove aperture (28,5%), mentre le cancellazioni sono solo il 12% delle chiusure complessive, riducono la loro consistenza, passando dalle 2.448 unità del 2023 alle attuali 2.396 (52 in meno, mentre lo scorso anno furono solo 3) a causa della perdita dei requisiti di età per definirsi ancora giovanili. Il saldo della movimentazione è infatti sempre positivo (+254 unità), anche se in lieve ridimensionamento rispetto al 2023. Per le imprese straniere, le aperture sono sempre maggiori alle chiusure, con un saldo di +187 unità (di poco superiore al dato dello scorso anno +178). Crescono leggermente le nuove iscrizioni (466, ovvero 5 in più rispetto al 2023) e calano di pochissimo le cancellazioni (279, l’anno scorso furono 283, livello sempre vicino al massimo raggiunto nel 2019 di 294 chiusure). Continua così a crescere lentamente l’incidenza delle imprese straniere sul totale: ogni 100 imprese registrate 12 non sono gestite da italiani, quando a livello regionale il rapporto sale a 14. L’andamento della movimentazione per l’imprenditoria femminile nel 2024 risulta ancora negativo, con chiusure che superano le aperture per un saldo negativo di -36 unità. La quota di imprese femminili in provincia rimane elevata e costante con 7.527 imprese, pari al 23,5% delle imprese totali; l’incidenza è sempre superiore a quanto rilevato in Emilia-Romagna (21,1%) e in Italia (22,2%).

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