Più di 12mila pasti e quasi 900 docce offerte in un anno, soprattutto a persone under 50. Bartoli: “In tanti ci sostengono, alcune critiche offensive”
PONTEDERA — In un anno, dalla Mensa della Solidarietà della Misericordia di Pontedera, al lato del Duomo, sono passate 554 persone. Spesso uomini, nell’80% dei casi, per la gran parte under 50 e, in un caso su due, di cittadinanza italiana. È il quadro dell’attività dei volontari e delle volontarie nel corso del 2024, in linea con il 2023, nonostante qualche aumento.
Del resto, nel 2023 gli ospiti erano stati 450, un centinaio in meno. I pasti distribuiti, invece, sono 12.484, per una media di 34 ospiti al giorno. E se nel 49% dei casi si tratta di italiani, il resto si divide tra persone originarie dell’Africa (39%), o dall’est Europa (10%). Gli ospiti che, invece, risiedono a Pontedera, in cinque anni sono aumentati considerevolmente: dal 39% del 2020 al 60% dell’anno appena concluso.
“Ringrazio i volontari e le nostre sorelle suore, che sono con noi da alcuni mesi – ha detto Matteo Leggerini, governatore della Misericordia pontederese – ringrazio anche Renzo Bartoli, responsabile della nostra Mensa della Solidarietà e che, da quando è con noi, fa un enorme lavoro. I dati, purtroppo, sono sempre alti: c’è ancora grande bisogno di questo servizio“.
Al quale si aggiunge anche quello delle docce, poco meno di 900 offerte in tutto il 2024. “Gli ultimi due anni dopo la pandemia sono piuttosto simili tra loro – ha commentato Bartoli – ormai, ci siamo attestati sulla trentina di ospiti al giorno. Occorre considerare, comunque, che siamo attivi 365 giorni all’anno, festività comprese”.
Il contributo del territorio
“Ci sostengono in tantissimi – ha continuato – dai bar alle pasticcerie, fino alle aziende e le associazioni, come Pontedera Cuore Granata, Ecofor, la Tavola della Pace, Coop e i soci Coop, ma anche singole persone e famiglie che donano e non vogliono neppure che venga riportato il loro nome. Abbiamo raccolto anche contributi economici da parte del Comune, della Fondazione Pisa e del Rotary Pontedera, per un totale di oltre 23mila euro“.
Un sintomo di fiducia e di vicinanza al lavoro degli oltre 40 volontari della Mensa. Ai quali si sono aggiunte anche altre persone desiderose di dare una mano. “L’azienda Res Consulting, per esempio, ha trasformato 155 ore lavorative in altrettante di volontariato, e due dipendenti sono rimasti con noi – ha aggiunto Bartoli – ci sono stati anche studenti dell’istituto Montale e quelli dell’Itcg Marconi, che ci hanno donato il ricavato dei loro lavori”.
“C’è chi ci ha lanciato del fango”
Aiuti fondamentali per portare avanti le attività della Mensa. “Il merito è dei volontari – – molti di loro vengono da fuori Pontedera e nessuno ha mai chiesto un rimborso, anzi c’è chi fa anche più del dovuto. Questo è lo spirito che serve per fare volontariato: regalare il proprio tempo alle persone. Senza questo spirito, sarebbe impossibile andare avanti”.
E questo spirito, per Bartoli, ha aiutato anche l’ambiente in cui i volontari operano. “Rispetto al passato c’è maggior serenità e molti degli ospiti sono in sintonia con tutti noi – ha detto – non è semplice: c’è chi ha perso il lavoro, chi è uscito dalle dipendenze e chi ha situazioni familiari complicate. Per questo li aiutiamo anche al di là del mero pasto, consigliando loro a chi rivolgersi, quali percorsi intraprendere”.
“Tutti vorremmo che il mondo fosse migliore e che il nostro servizio non fosse necessario – ha concluso – alcuni, però, hanno confuso questo luogo con ciò che non è. Nella scorsa estate c’è stato chi ha gettato del fango sulla Mensa della Solidarietà: mi ha infastidito, perché è stato un atteggiamento offensivo nei confronti dei volontari e stupido, perché voleva far intendere che ogni straniero fosse automaticamente un delinquente. Non è così: abbiamo paura di gente che non ha niente, mentre esaltiamo chi ha potere e soldi e fa ciò che vuole”.
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