Scarti tessili, la Sicilia è in linea con l’Ue #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

La Sicilia si allinea con l’Unione europea sugli scarti tessili. Confartigianato Palermo ha siglato un protocollo d’intesa col Cobat (il consorzio nazionale per la raccolta, il trattamento e l’avvio a recupero di prodotti tessili giunti a fine vita) per sostenere gli associati del settore della moda nel rispettare le nuove direttive di prossima attuazione, che dal 2026 prevedono il divieto di distruzione di tessuti e calzature invenduti nell’Ue.

«Costruire un futuro sostenibile per le imprese è una responsabilità di tutti noi», ha spiegato il presidente di Confartigianato Palermo, Maria Grazia Bonsignore. «Gli sforzi degli imprenditori, però, devono essere accompagnati da politiche corrette e mirate ad affrontare la transizione energetica e ambientale. Firmando il protocollo d’intesa col Cobat abbiamo messo un tassello per tutelare, informare e sostenere le imprese del settore della moda che rischiano di farsi trovare impreparate dall’Unione europea non appena entreranno in vigore le nuove norme».

A partire dal 2026 Bruxelles vieterà l’uso dell’acido perfluoroesanoico in calzature, carta per alimenti, cosmetici, prodotti tessili destinati al pubblico e schiume antincendio, e di conseguenza proibirà la loro immissione sul mercato. In base a quanto stabilito dal regolamento, la restrizione si applica alle concentrazioni pari o superiore a 25 ppb (parti per miliardo).

Decorso un anno dalla prima scadenza, ovvero a partire dal 2027, il veto si allargherà a tutti i prodotti tessili (cuoio, pellicce e pelli) che superano tali concentrazioni.

«Tecnologia e sostenibilità sono i grandi temi con cui oggi occorre confrontarsi», ha sottolineato il presidente di Confartigianato Enna, Peter Barreca. «A livello di attività produttive significa rivedere anche il modo di fare impresa, avendo consapevolezza che gli aspetti legati alla sostenibilità dell’impresa, dei suoi prodotti e servizi, possano fare la differenza».

L’obiettivo è perseguire uno sviluppo sostenibile che apporti benefici non solo all’ambiente, ma anche all’intero sistema economico, riducendo gli sprechi e generando nuove materie prime. «È chiaro che la sostenibilità non è più soltanto una scelta etica, ma una necessità imprenditoriale», ha aggiunto Barreca. «Rappresenta un valore aggiunto per le nostre imprese, sia in termini di competitività sia di responsabilità verso le comunità in cui operiamo».

Anche secondo il presidente della Camera di commercio di Palermo-Enna, Alessandro Albanese, «lo sviluppo sostenibile nell’ambito della transizione ecologica e ambientale è un tema molto caro alle imprese, che stanno profondendo ogni energia per mettersi al passo coi tempi. Ci sono una serie di aspetti normativi che vanno affrontati e per gli imprenditori è fondamentale lo snellimento delle procedure burocratiche, oltre alla chiarezza e al sostegno da parte della politica affinché le nostre aziende possano essere competitive».