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Il continuo consumo di suolo nel Veneto è al centro delle preoccupazioni espresse da Ance Veneto, che ha denunciato il fenomeno in una recente nota. Alessandro Gerotto, presidente dell’associazione, ha sottolineato come i Comuni gestiscano oltre il 60% delle gare appaltate, nonostante risorse e personale ridotti. Interventi di salvaguardia del territorio rappresentano solo il 12% degli appalti pubblici, per un valore di 30 milioni di euro, ovvero appena il 13,5% del totale delle risorse in gara.
Il bilancio annuale del consumo di suolo nel Veneto mostra un dato preoccupante: 1026 ettari di nuovo suolo consumato contro 287 ettari ripristinati, con un saldo netto di 739 ettari di territorio sottratto, che si aggiungono ai danni degli anni precedenti. Questo porta il Veneto a consumare l’11,9% del territorio regionale, un dato molto superiore alla media nazionale. La Lombardia rimane al primo posto per consumo di suolo con 908 ettari, seguita da Veneto, Puglia (718 ettari) e Emilia-Romagna (635 ettari).
Il consumo di suolo pro capite nel Veneto è in crescita, raggiungendo i 449 metri quadri per abitante, un aumento dovuto anche alla flessione demografica della regione. Nonostante questa evidenza, gli investimenti nella tutela del territorio restano bassi, con la maggior parte delle risorse concentrata su progetti di edilizia civile e industriale.
A livello provinciale, Belluno emerge come l’area che investe di più in infrastrutture e salvaguardia del territorio, mentre nelle province di Padova, Verona, Treviso, Venezia e Rovigo prevalgono nettamente gli investimenti nell’edilizia civile e industriale. Verona e Vicenza, in particolare, si distinguono per l’alta concentrazione di gare e risorse destinate principalmente a opere stradali.
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