I sette motivi per cui la «Milano green» è pura finzione

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Credits Andrea Cherchi – Traffico in Gae Aulenti
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Basta qualche colonnina di ricarica, qualche isoletta pedonale, un po’ di stazioni di bike sharing a dare ad una città un’impronta green? “Green”, verde in italiano, colore che nella psicologia richiama alla calma, al senso dell’equilibrio e all’armonia, ma che la manipolazione del marketing antropologico ha trasformato in un concetto politico, economico e ben collocato finanziariamente. La domanda che molti milanesi si fanno: la Milano dell’era green è davvero verde? Vediamo sette motivi per cui non lo è.

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I sette motivi per cui la «Milano green» è pura finzione

#1 I grattacieli

L’EDIFICIO più ALTO in ogni MUNICIPIO di Milano
Credits Andrea Cherchi – Grattacielo Allianz

Innanzitutto sono di color grigio, poi si erigono alteri ed intimidatori come testimonial architettonici della nuova egemonia nella città. E soprattutto sono fatti di cemento. Tanto cemento. 

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#2 L’incuria dei giardini

David Diana FB – Erba alta e cespugli

Soffre la mancanza cronica di interventi di dissuasione da tutta la gamma dei comportamenti che allontanano la pacifica convivenza: abbandono di rifiuti alimentari, rifiuti organici dei quattro zampe, oggetti inutilizzati della quotidianità dalle varie dimensioni.

#3 I rumori

pexels-cottonbro- Persona con stereo

Non solo semplicemente quelli del traffico. Ci sono “i bassi” che escono impudici dalle
casse bluetooth tranquillamente ascoltate ad alto volume nei giardini (anche di notte) o legate nel seggiolino della bicicletta mentre si pedala. Le conversazioni in vivavoce sugli autobus e ovunque, gli schiamazzi notturni che provengono dai dehor dei locali movida “sapientemente” posizionati sotto i balconi di chi magari deve svegliarsi presto per dare un servizio alla città.

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#4 Le piste ciclabili

Credits Roberto Lorenzetti FB – Cordoli ciclabile Corso Buenos Aires

Che controsenso inserirle in ciò che non è “green”. Ebbene si. È evidente che il rapporto costo/benefici di tale opera è allo stato attuale disastroso: aumento dell’inquinamento a causa delle code per i restringimenti delle carreggiate, piste ciclabili deserte perché non siamo in Scandinavia: gli italiani sono nati in macchina e per far cambiare abitudine ad una popolazione ci vogliono decenni con campagne di educazione ad hoc. Le statistiche sono chiare: appena il 6% dei milanesi usa abitualmente la bici per andare a scuola o al lavoro. 

Leggi anche: Zero parcheggi, auto sulle ciclabili: il «nuovo quartiere» di Milano è già al collasso

#5 Sottopassaggi maltenuti

Sottopasso di Via Giovanni Antonio Amadeo

Molti sottopassaggi di Milano esalano profluvi maleodoranti fissati da incuria secolare.

#6 Gli imbrattamenti 

Lorenzo Zucchi – Degrado

Dei muri di moltissimi condomini, delle saracinesche di negozi e purtroppo anche di molti uffici pubblici che indirettamente veicolano la resa al sano mantenimento della res publica (cosa di tutti).

#7 La paura

Milano come Gotham City?

Declinata in moltissime sfaccettature: di uscire in ore serali, specialmente se donna, di essere borseggiati, di trovare i vetri della propria macchina rotti, di essere spettatori di pestaggi.

Forse di veramente “green” i milanesi hanno il loro conto bancario a cui si sottraggono ormai da tempo oltre alle spese comuni, gli importi per le multe, talune di specie molto rare e…se vogliamo dirla tutto fino in fondo, trattare così i propri cittadini non è affatto “green”.

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CRISTINA FILIPPO

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