Il Consiglio comunale di questo pomeriggio: tra scintille e tensioni. Doveva occuparsi solo di pendolari. E invece la politica si è presa la scena. Con lo scontro tra Anselmo Pizzutelli ed il sindaco. O quello tra Marzi ed Angelo Pizzutelli che difende ancora il ‘suo’ Pd
Doveva essere la seduta dedicata ai pendolari ed al loro calvario quotidiano: ai treni sempre pieni e spesso in ritardo, alla stazione poco accessibile ora che sono in corsi i lavori per farla nuova, ai parcheggi che adesso per la stessa ragione è difficile raggiungere. È stata una seduta di Consiglio comunale nella quale i treni ed i viaggiatori sono finiti in secondo piano. E dove le beghe di condominio politico hanno preso la scena. Diventando, a tratti un teatrino.
I dati e le promesse di Ferrovie
L’aria si intuisce da subito. Il clima si infiamma poco dopo l’apertura della seduta. Il tempo di fare l’appello e suonare il gong. Il sindaco Riccardo Mastrangeli legge una relazione nella quale fa il quadro dei disagi quotidiani per chi deve viaggiare sulla Roma – Cassino. Fornisce anche la versione di Ferrovie: per loro il 95% dei convogli sulla tratta viaggia in orario.
I numeri portati in Aula dicono che sulla Roma – Cassino nel 2024 sono transitati 89 treni al giorno. Scorrendo le cifre si scopre che saliranno nel 2025 e ne transiteranno 96: significa 7 treni in più a disposizione dei viaggiatori già da quest’anno. Sul fronte della puntualità: a Ferrovie risulta che viaggi in orario il 92,9% dei convogli regionali sulla tratta Colleferro-Frosinone-Cassino: la previsione per il 2025 è di salire al 94,2%. I Regionali per Napoli sono puntuali nell’87,5% dei casi e la previsione – ha detto Ferrovie dello Stato al sindaco Mastrangeli.
In agenda, accanto alla manutenzione ordinaria della tratta, c’è il controllo straordinario della vegetazione e la sostituzione dei binari, la manutenzione e sostituzione del filo sagomato della linea di contatto. Numeri che per il sindaco derivano dalle continue sollecitazioni fatte dal Comune di Frosinone a Ferrovie: «Noi in questo periodo non siamo stati nelle mani in mano, ci siamo mossi».
Pronti, via e subito polemica
Ma dopo quei numeri comincia la polemica. E non sul contenuto di quelle cifre, non sull’impegno del Comune o quello di Ferrovie. Il Consigliere Pasquale Cirillo (Forza Italia) punta il dito sull’assenza delle istituzioni: si dice molto deluso per l’assenza dell’assessore regionale ai trasporti Fabrizio Ghera: si aspettava che venisse in Aula per riferire su cosa sta facendo da due anni l’amministrazione di Francesco Rocca per i viaggiatori.
Cirillo e Forza Italia hanno revocato nei mesi scorsi la fiducia al sindaco Mastrangeli (civico di designazione leghista) e per oggi si aspettavano un dibattito nel quale le istituzioni ci venissero a mettere la faccia. Regione compresa. Perché «il senso della convocazione di questo Consiglio comunale stava nel fatto che le istituzioni venissero qui e ci spiegassero i loro progetti per risolvere i problemi, potenziare la linea ferroviaria. Mai ho vissuto un inferno come quello in cui sono stato in questi due anni e mezzo: fatti di ritardi e guasti. Va bene tutto ma ci vuole anche rispetto e per i cittadini della provincia di Frosinone che subiscono i disagi di questo sistema ferroviario indecente».
Tra i banchi di Fratelli d’Italia il capogruppo Franco Carfagna si guarda perplesso con i suoi colleghi: il consigliere di Forza Italia sta attaccando un assessore regionale di FdI su un tema nel quale Forza Italia ha suoi Consiglieri in commissione. Per loro quella che sta andando in scena è una sorta di autoflagellazione.
Dove sono le istituzioni?
Sulla stessa linea anche il consigliere Anselmo Pizzutelli (Malpancista eletto nella Lista Mastrangeli). Pure lui punta il dito sugli assenti. In Aula avrebbe voluto il presidente della provincia di Frosinone ed il sindaco di Cassino. Perché? «Hanno partecipato attivamente al consiglio comunale sull’Alta Velocità». Il non detto è che il sindaco di Frosinone avrebbe sottovalutato il tema e l’avrebbe confinato ad un dibattito locale. Mentre pre Anselmo Pizzutelli andavano convocati tutti come avvenuto nel dibattito su dove localizzare la stazione Tav.
Ci mette il carico Vincenzo Iacovissi, consigliere di opposizione del Partito Socialista. Che arriva a dire «oggi in quest’Aula ce la stiamo cantando da soli. La realtà è che dei pendolari e dei loro problemi interessa a nessuno o quasi». Quel treno per Roma lo prende tutti i giorni lavorativi e così tira fuori un aggiornamento con cognizione di causa: «dal 12 luglio al 12 settembre la linea Frosinone – Roma verrà interrotta nuovamente per lavori. Si genereranno altri disagi a chi quotidianamente raggiunge la Capitale per motivi di lavoro».
La linea di difesa
Non ci stanno i Consiglieri di Fratelli d’Italia. Tranne il socialista Iacovissi gli altri che hanno parlato sono stati eletti in quell’Aula grazie ai voti del centrodestra. Gli attacchi per l’assenza delle istituzioni ed in particolare dell’assessore non lo fanno passare. Marco Ferrara e Francesca Campagiorni mettono i puntini sulle i ricordando che proprio nello stesso giorno era in agenda anche il Consiglio Regionale del Lazio. Che forse aveva la precedenza.
Mira agli stinchi di Cirillo la consigliera Francesca Campagioni. Gli ricorda che la prima firma sulla richiesta di convocare quel Consiglio comunale straordinario l’ha messa proprio l’esponente di Forza Italia, cioè di un Partito «che esprime il presidente della Commissione Trasporti in Regione Lazio. Perché non ha convocato il suo presidente? Poteva portarlo lui in Aula a Frosinone».
Cirillo ribatte dicendo di sapere benissimo che in Regione il suo Partito governa insieme a Fdi, quello che non gli è chiaro è «perché qui al Comune di Frosinone invece Fratelli d’Italia governa insieme ad esponenti della sinistra».
I problemi dei pendolari a questo punto si avviano ad andare sullo sfondo: la doscussione è politica. Ci pensa Presidente del Consiglio Comunle Massimiliano Tagliaferri a correggere la rotta ed invitare l’Aula a discutere dell’argomento iscritto all’Ordine del Giorno.
Scintille Mastrangeli Pizzutelli
Si accende uno scontro frontale tra il sindaco Mastrangeli ed il consigliere malpancista eletto nella sua Civica, Anselmo Pizzutelli. Arrivano alle offese. Pizzutelli dice che ‘il re è nudo’ e fa notare che «la stazione in linea sulla ferrovia ad Alta velocità non è stata inserita in Finanziaria quindi stiamo parlando del nulla. Dobbiamo investire sulla linea attuale garantendo tempi certi, biglietti integrati».
Rinfaccia a Mastrangeli di avere detto che la nuova stazione sarebbe stata un angolo di città da vivere in tutto l’arco della giornata e invece oggi ha detto che la stazione chiuderà la sera alle 23. Il sindaco non se la tiene e depurando le frasi dagli aspetti più diretti sulla capacità di comprensione attribuita al suo interlocutore, Mastrangeli ribatte «Lei inventa una marea di stupidaggini. Mi attribuisce concetti che non ho detto. Lo ribadisco: una volta ultimati i lavori la nuova stazione di Frosinone sarà sarà aperta 24 ore su 24».
Quando Pizzutelli si sente dire che sono messe in dubbio le sue capacità di comprendere s’inalbera ed intima al sindaco di non offenderlo. Ancora una volta deve intervenire Max Tagliaferri nella sua veste di presidente per placare lo scontro.
Si infila subito un altro Pizzutelli: Angelo, capogruppo dimissionario del Partito Democratico. Chiede un incontro a Roma con i vertici regionali delle Ferrovie per indurli ad avere una maggiore attenzione sulla tratta Frosinone – Roma. Ma tra poco un incendio si accenderà proprio tra le sue file.
La dichiarazione di Marzi
Accade subito dopo l’intervento dell’ex sindaco Domenico Marzi. Ufficializza in Aula il Patto tra gentiluomini raggiunto domenica sera con il sindaco. Lui che è stato tra i fondatori del Pd e che ha governato per due mandati il capoluogo sotto la banduera del centrosinistra ha deciso di schierare il suo Gruppo consiliare a difesa dei numeri di Mastrangeli. Impedirà che lo facciano cadere, non firmerà eventuali mozioni di sfiducia o dimissioni in massa. A patto che si lavori in maniera spedita sui progetti per trasfromare la Frosinone del futuro. Mette in chiaro «Non chiediamo nulla in cambio. Vogliamo fornire un contributo per portare a termine le opere strategiche. Tra queste l’ascensore inclinato: deve ripartire entro un anno».
Riccardo Mastrangeli srotola il tappeto rosso: «Saluto con estremo piacere questa apertura. Riconosco la sua onestà intellettuale. La collaborazione nasce nell’interesse dell’intera città e questo fa onore a lei e al suo gruppo».
Marzi è penalista e politico dall’oratoria affilata, la mette in campo anche in questo contesto. Un paio di rasoiate sono per il Partito Democratico: lascia intendere che lo vorrebbero fuori dall’Aula per fare entrare il primo dei non eletti, Stefano Pizzutelli dell’area Schlein. Marzi è uomo che mal sopprta i paragoni con la sua persona, particolarmente se non li ritiene appropriati. E questo pare che sia uno dei casi.
Si alza Angelo Pizzutelli che seppure dimissionario da Capogruppo non accetta le insinuazioni sul Pd. E dal momento che l’unico in Aula per il Partito era lui affronta Marzi e lo rimprovera: scintille a scena aperta. Operazione di grande dignità politica: Angelo Pizzutelli s’è dimesso da una settimana contestando al suo Partito l’ambiguità e forse anche la doppiezza: ma scende lo stesso in campo per difenderne l’onore politico. Sfiorano la rissa, Alessandra Mandarelli fa da scudo. Nelle ore successive andranno a prendere il caffè e si chiariranno.
Il voto sulla mozione
Alla fine si va a sintesi con una Mozione: la presentano in 13 e la approvano tutti. Contiene otto punti chiave capaci di migliorare la qualità del servizio sulla linea ferroviaria Cassino-Frosinone-Roma.
La Mozione impegna il sindaco a convocare l’assessore regionale ai Trasporti, il Ceo di Trenitalia, il presidente della Provincia ed il sindaco di Cassino per fare squadra ed ottenere i lavori capaci di rivoluzionare il servizio. Con l’istituzione di nuove corse Espresso Cassino-Frosinone-Roma: significherebbe che il treno non effettuerebbe altre fermate; viene chiesta la diminuzione del costo del biglietto e degli abbonamenti; viene sollecitata una maggioremanutenzione dei treni.
L’analisi della situazione
La larga intesa raggiunta domenica sera tra il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli e l’ex sindaco Domenico Marzi rischia di produrre un ulteriore effetto: non del tutto calcolato. Ma preventivabile. Quello di ricompattare tutti coloro che, per un motivo o per un altro, stanno contro Mastrangeli.
Fino ad ora infatti, i Consiglieri dell’opposizione hanno avuto pochissime convergenze con i colleghi consiglieri “malpancisti“, cioè quelli eletti nella maggioranza di centrodestra ma diventati sempre più critici nei confronti del loro sindaco facendogli mancare spesso il loro voto. Proprio quella mancata saldatura tra le due opposizioni, finora non ha creato emergenze d’Aula tali da impensierire Mastrangeli. Ognuno andava per conto proprio: opposizione da una parte, malpancisti dall’altra; ma tutti contro il sindaco.
Nemmeno nel Consiglio comunale di questa sera ci sono state tracce di saldatura: il che conferma il concetto ribadito da sempre: nessuno a Frosinone ha intenzione di mandare a casa prima del tempo questa amministrazione. Perché nessuno ha la certezza di essere rieletto.
Effetto catalizzatore
Adesso potrebbe essere diverso. Certo, Mastrangeli non avrà più problemi di numeri in Aula, grazie al patto con Domenico Marzi: ma qualche ostacolo serio, la rinnovata opposizione potrebbe crearglielo.
Dalla giornata di ieri è tutto un rincorrersi di segnali su questa frequenza. L’ultimo in ordine di tempo lo hanno lanciato questa mattina i Socialisti. Lo hanno fatto con una nota: «Nelle scorse settimane avevamo sottolineato come le alleanze trasversali (e innaturali) producano esclusivamente paralisi amministrativa e danni politici. Quanto successo nelle ultime ore conferma che abbiamo ragione e che soltanto il Psi può costruire un progetto politico alternativo all’attuale Amministrazione di centrodestra. Un progetto nell’alveo del centrosinistra. Questo perché soltanto noi rappresentiamo l’opposizione vera».
Mettono in fila i numeri ed evidenziano che 2 consiglieri del Polo Civico ed 1 della Lista Marini eletti all’opposione ora siano organici alla maggioranza; a loro adesso si aggiungono i 4 esponenti della Lista Marzi che blinderanno il sindaco per l’intera consiliatura. «Il centrosinistra si è smarrito perché si è preferito il ragionamento che si deve vincere a tutti i costi. (…) Intendiamo costruire una coalizione politica e civica omogenea, tenuta insieme da valori e da programmi. La verità è che centrodestra e centrosinistra a Frosinone hanno fallito e si vede. Le coalizioni non esistono più e ci sono talmente tanti cambi che si fa fatica a capire chi sta con chi. (…) A noi non interessano le ammucchiate trasversali. A nostro parere la politica si fa con la coerenza e la chiarezza».
La traduzione politica è che i Socialisti vogliono candidare a sindaco il loro Vincenzo Iacovissi.
I dem che non erano “a studio”
Nella visione dei Socialisti, chi dovrebbe accogliere il loro segnale? Innanzitutto il Partito Democratico che a Frosinone è alle prese con una crisi interna al Circolo: il Segretario Marco Tallini presenterà sabato una proposta di nuova Segreteria con la quale superare le tensioni delle settimane scorse, sfociate con le dimissioni di una parte del gruppo dirigente. Ieri il Segretario ha preso le distanze dalla manovra compiuta da Domenico Marzi, evidenziando che il Gruppo consiliare non ha voluto partecipare alla riunione di domenica conclusasi con la larga intesa. «Non possiamo condividere la scelta compiuta in autonomia dalla Lista Marzi, siamo e resteremo all’opposizione».
Tradotto dal politichese, il messaggio di Tallini significa: se Mastrangeli ha oggettive difficoltà a tenere dentro i suoi Consiglieri di centrodestra, non si capisce perché debba essere la sinistra ad aiutarlo. In prospettiva è chiaro che sarà molto difficile, se non impossibile, trovare una intesa tra il Pd e Marzi nel 2027. Queste le posizioni ufficiali della nuova opposizione consiliare. Ad oggi.
Che ovviamente potrebbe essere in continua costante evoluzione. Se è vero, come è vero, il principio non scritto in politica, ma sempre straordinariamente valido, che “il nemico del mio nemico è il mio miglior amico”, non è bizzarro ritenere che gli iscritti al Partito dell’opposizione a Mastrangeli siano destinati ad aumentare, nelle prossime settimane.
Opposizione che… cresce
Da ieri i 3 malpancisti della lista FutuRa sono passati ufficialmente in opposizione. Sono rimasti nella posizione border line dell’appoggio esterno i 2 consiglieri di Forza Italia, i 2 della Lista del Sindaco, più l’ex Capogruppo della Lega. Le possibilità di un loro recupero all’interno della maggioranza Mastrangeli appaiano prossime allo zero. Anche se nel vocabolario della politica, la parola “mai” deve essere ancora scritta.
Lecito quindi ipotizzare anche un loro voto contrario al Bilancio di previsione. O, nella migliore delle ipotesi, una astensione; lunare pensare ad un Si. Forza Italia in particolare è stata la prima importante forza politica del centrodestra ad assumere una decisione pesante e parecchio significativa a Frosinone. Quella di dichiarare l’appoggio esterno ad una amministrazione di centrodestra. Una decisione che – unita ad una serie di altre assunte nel Lazio da Forza Italia, aveva determinato l’altolà di Matteo Salvini, pronunciato nel suo intervento ‘da remoto‘ alla riunione estiva organizzata dall’assessore regionale leghista Pasquale Ciacciarelli presso la tenuta Guadicciolo a Castrocielo.
Oggi le posizioni ciritiche tenute da Pasquale Cirillo dicono che il dialogo interno al centrodestra regionale è quantomeno precario. All’epoca, dopo l’intervento di Salvini, la questione Frosinone (inserita nel calderone delle Comunali del Lazio finite a vantaggio del centrosinistra per la mancata alleanza con Forza Italia, delle rinvendicazioni per un rimpasto in Regione Lazio), è stata congelata dopo una delle riunioni tra i leader nazionali nelle quali si è parlato del cucuzzaro Lazio nel suo complesso.
Tutto locale, please
Quindi, se anche il Gruppo consiliare azzurro dovesse passare dall’appoggio esterno alla opposizione ufficiale a Mastrangeli, non avrebbe alcun effetto clamoroso. Fuori dai confini locali. Certo, avrebbe invece una importanza interna rilevantissima.
Sarebbe la pietra tombale sulla stagione, presente e futura, del centrodestra a Frosinone: già seriamente compromessa. Con FdI e Lega da una parte e FI da un’altra.
Poi c’è il Gruppo dei 3 Consiglieri che fa riferimento implicitamente al Capogruppo della lista del Sindaco (un ruolo certamente distopico) Anselmo Pizzutelli. Se veramente Pizzutelli vuole giocarsi la partita della candidatura a Sindaco nel 2027, per forza di cose, e per avere ulteriore agibilità politica, potrebbe andare ad occupare lo spazio lasciato libero da altri. Altra regola non scritta, ma scolpita nella pietra: in opposizione e quella ufficiale. Potrebbe essere maggiormente incisivo nell’azione di contrasto al governo Mastrangeli. Più di quanto non lo sia stato fino ad ora, nel trovare sponda, insieme ai vecchi, anche con i nuovi “compagni di viaggio“.
Al di là di come andranno le cose nel breve medio termine al Comune Capoluogo, è certo che l’intesa Mastrangeli Marzi ha sparigliato le carte. A tutti, nessuno escluso.
Tanto a destra quanto a sinistra degli schieramenti. Anche in prospettiva 2027. Nulla (forse) sarà più come prima. “Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.” Dipende dai punti di vista.
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