L’assessore Campaniello respinge le critiche: sconti elevati alle categorie fragili. Corsa dai tabaccai per comprare gli ultimi tagliandi con i prezzi attuali
«Non è vero che abbiamo il trasporto pubblico più caro d’Italia». L’assessore ai Trasporti Michele Campaniello ieri è tornato sulla manovra che a breve porterà il biglietto del bus da 1,50 a 2,30 euro. E lo ha fatto «blindando» la manovra annunciata l’altro giorno dal sindaco Lepore: «Le misure — ha detto ieri a margine della presentazione del biglietto unico treno-People mover per l’aeroporto — vanno guardate nel loro complesso, posso dire che a livello nazionale non ci sono altre città che hanno un livello di gratuità o di scontistiche come Bologna. Se guardiamo al biglietto singolo è un discorso, ma se guardiamo al complesso dell’operazione non possiamo dire che siamo la città più cara. Siamo una città che ha a cuore le categorie più fragili, che hanno una scontistica importante, se non la gratuità, e i lavoratori che non stiamo toccando». Quindi i numeri: «Abbiamo circa 123.000 abbonati e il 95% di questo numero o viaggia gratis o con forti sconti, questo per volontà dell’amministrazione», ha rivendicato ieri Campaniello.
«Colpa delle manovre finanziarie»
Ma i rincari adesso non si potevano più evitare: «Veniamo da due manovre finanziarie che sono state una vera e propria mannaia per le amministrazioni con un taglio lineare sulla spesa corrente». Solo per il Comune di Bologna, quantifica Campaniello, si parla di 30 milioni in meno nel triennio. «Fino a oggi abbiamo evitato rincari mettendo risorse dell’amministrazione, ma se il governo continua a togliere risorse per i Comuni è chiaro che da qualche parte queste risorse bisogna trovarle. Il biglietto singolo non viene toccato dal 2019, l’abbonamento dal 2011 e avrà un rincaro del 3%. Sul biglietto singolo ci sarà un rincaro, ma puntiamo al fatto che non lo paghino i bolognesi».
Con la carta di credito biglietto 2,30 euro
Chi poi farà il biglietto direttamente a bordo con le emettitrici funzionanti con le monete, che verranno però a un certo punto dismesse, pagherà, come accade oggi, anche di più: il ticket arriverà a 2,50 euro, mentre con la carta di credito il prezzo resterà bloccato a 2,30 euro. Anzi, ha spiegato l’amministrazione, facendo più viaggi e pagando con la carta di credito scatteranno i vantaggi legati al «best fare» e cioè al sistema che conteggia il numero di corse effettuate (adesso per ogni giorno, ma il meccanismo diventerà anche settimanale e mensile) e al loro aumentare farà diminuire il costo del singolo viaggio.
La corsa all’acquisto dei tagliandi «in scadenza»
Ma è chiaro, anche leggendo sui social la pioggia di critiche che ha investito Palazzo d’Accursio, che i rincari dei bus preoccupano, e non poco, i bolognesi. Tanto che dall’altro giorno c’è stata in città la corsa ad accaparrarsi biglietti, ma soprattutto i City pass (il cui costo salirà da 14 a 19 euro) prima che partano i rincari dall’1 marzo. Ne sono testimoni edicolanti e tabaccai. «Chi ne comprava sempre uno adesso magari ne ha comprati due, ma c’è anche chi ha fatto scorta e ne ha comprati addirittura 20», ha raccontato ieri un edicolante del centro.
I rincari delle strisce blu
Ma il rincaro dei bus non è l’unico argomento sul banco degli imputati: l’aumento dei costi delle strisce blu ha creato altrettanto subbuglio sotto le Due Torri, così come la decisione di Palazzo d’Accursio di non consentire l’ingresso nella Ztl delle auto ibride ai non residenti. «Con questo provvedimento — ha spiegato ieri Campaniello — andiamo a togliere dal centro storico circa 11.000 auto e questo darà sicuramente più respiro ai residenti e aiuterà molto anche la circolazione in centro. Nel 2019, quando abbiamo votato il Pgtu, ci eravamo detti che superato il 15% di auto ibride in centro avremmo adottato dei correttivi: siamo arrivati al 60%, il che è una buona notizia perché vuol dire che il parco auto circolante è più moderno e meno inquinante, ma lo spazio pubblico è qualcosa di definito».
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