Cosa resta del consiglio comunale di ieri a Frosinone? Molto dal punto di vista politico, poco per quanto riguarda i contenuti. L’unica certezza l’ha ottenuta il sindaco Mastrangeli: dopo l’accordo con Marzi la sua legislatura è stata blindata forse in maniera definitiva
Che cosa resta del consiglio comunale delicatamente infuocato di ieri a Frosinone? Molto dal punto di vista politico, poco per quanto riguarda i contenuti. Partiamo dalla fine.
L’Aula ieri ha approvato, all’unanimità dei presenti, una mozione che impegna il sindaco a convocare l’assessore regionale ai trasporti, il Ceo di Trenitalia, il presidente della Provincia ed il sindaco di Cassino, per fare squadra ed ottenere interventi capaci di rivoluzionare il servizio di trasporto ferroviario sul territorio. (Leggi qui: Scintille e tensioni, i pendolari finiscono sullo sfondo del Consiglio).
Il documento chiede l’istituzione di nuove corse Espresso Cassino-Frosinone-Roma che non effettuerebbero altre fermate; viene chiesta la diminuzione del costo del biglietto e degli abbonamenti; viene sollecitata, infine, una maggiore manutenzione. L’iniziativa della mozione è, senza alcun dubbio, meritevole di apprezzamento. Sia per chi l’ha sottoscritta, che per chi l’ha votata. Tuttavia…
Una mozione lodevole
Tuttavia quella mozione ha valore infinitesimale ai fini pratici della risoluzione vera dei problemi che quotidianamente sono costretti ad affrontare gli incolpevoli pendolari ciociari. In politica, una mozione o un Ordine del Giorno a nessuno si negano. Non è il Comune capoluogo ad avere la competenza per intervenire sul disastro del trasporto ferroviario regionale. Sono altri.
Tra la Regione Lazio, Trenitalia ed i vari responsabili regionali delle Ferrovie, negli anni di tavoli ne sono stati fatti più che all’Ikea. Risultati? Zero carbonella. L’impressione forte è che i disagi dei pendolari ciociari in realtà a nessuno interessino per davvero. Se non ai diretti interessati.
L’aspetto politico
Venendo invece all’aspetto squisitamente politico: è di solare evidenza, ribadita dalle parole e dai comportamenti tenuti ieri in Aula, che l’accordo di collaborazione programmatica tra il sindaco del Capoluogo Riccardo Mastrangeli e l’ex sindaco Domenico Marzi ha sparigliato le carte sul tavolo. A tutti, nessuno escluso. Tanto nel centrodestra, che nel centrosinistra. Facendo saltare tutti piani. E a taluni anche i nervi. Il quadro politico, emerso dalle elezioni del 2022 si è completamente trasformato a Frosinone.
Non esiste più l’originaria maggioranza di centrodestra. Così come non esiste più l’opposizione di centrosinistra. Si sono chiuse le stagioni del bipolarismo e dei poli. C’è stato un “travaso” di consiglieri, da uno schieramento all’altro, senza precedenti. Segno di un Consiglio Comunale piuttosto fluido. E anche dell’effervescenza della politica cittadina. Che avrà ulteriori evoluzioni quando si andrà a votare la prossima volta.
In soldoni. Chi aspira a vincere le elezioni del 2027 nel capoluogo si caratterizzerà con una veste molto civica e poco partitica. Meglio ancora se trasversale. In pratica, la proiezione degli assetti dell’attuale Consiglio comunale. Che hanno mandato in soffitta e reso anticaglie gli schemi Fdi – Lega – Forza Italia da un lato, Pd e M5S dall’altro.
I risvolti nazionali
Resta da capire però come interpreteranno la situazione di Frosinone, i vertici regionali e nazionali dei Partiti. In teoria è una posizione oggettivamente anomala. Lo è ancora di più se nella riflessione si inserisce la posizione assunta ieri in Aula dal consigliere di Forza Italia Pasquale Cirillo che ha attaccato l’assessore regionale ai Trasporti che è espressione di FdI.
Il quadro è ancora meno comprensibile nel momento in cui si tiene conto del fatto che Matteo Salvini la settimana scorsa ha minacciato di revocare la fiducia al Governatore del Lazio Francesco Rocca e passare all’appoggio esterno. E sul piano nazionale, in queste ore è tornato all’attacco per il Decreto Sicurezza, la rottamazione e la pace fiscale. Ricevendo accoglienze poco entusiaste. Resta da capire allora come verranno lette le alleanze trasversali di Ciociaria: cominciate a Ferentino, proseguite a Veroli ed ora approdate a Frosinone.
Per quanto riguarda la situazione politica attuale intanto l’ok di FdI e Lega a Mastrangeli c’è già stato. L’aver messo in sicurezza la consiliatura fino alla scadenza naturale del 2027 era l’obiettivo non dichiarato ma sperato da tutti. Chi però pensava di tenere sotto schiaffo il sindaco nei prossimi mesi, con la sola forza della incertezza dei numeri per approvare le delibere, adesso dopo l’accordo con Marzi deve cambiare necessariamente strategia. Mastrangeli non lo metteranno in difficoltà le Prime Convocazioni, i numeri legali, le astensioni, o altro.
Ora servirà un’opposizione organica
Occorre un’azione politica vera, questa volta. Qualcosa di incisivo e di collegiale, tra tutti coloro che non ne condividono l’azione di governo. I battitori liberi, avranno solo “gloria” personale ma non impensieriranno in alcun modo il sindaco.
Che l’accordo tra il primo cittadine e l’ex abbia provocato più di qualche orticaria è stato ulteriormente certificato dalle parole, anche piuttosto forti, che sono volate ieri in aula, in entrambi gli schieramenti. Il confronto, quasi lo scontro, da politico, si è trasformato in taluni casi personale. Sintomatico di tanti nervi scoperti. E in senso assolutamente trasversale.
A riprova, da sottolineare gli scambi di vedute tra il sindaco e il capo gruppo della sua lista civica Anselmo Pizzutelli. Ma anche quelli tra Forza Italia e Fratelli d’Italia. Tra il PD e la Lista Marzi. Tutti attori che, in teoria, dovrebbero stare dalla stessa parte e parlare una sola lingua. Ma nella realtà non è così: per questo, occorrerà la somministrazione di massicce dosi di camomilla e di malox per alcune settimane. Fino al giorno della discussione del Bilancio di previsione.
Se non si rasserenano gli animi, il prossimo consiglio comunale rischia di diventare la rilettura in chiave moderna del celebre film western “Sfida all’ok Corral”. In fin dei conti è “solo” politica. Ma quella vera.
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