Rapporto Efsa: Xylella fastidiosa è una grave minaccia

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L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha redatto, su mandato della Commissione europea, una lista degli Organismi nocivi prioritari. Secondo il rapporto, Xylella fastidiosa si conferma uno dei principali candidati fra i parassiti da quarantena prioritari dell’Ue, con conseguenze economiche e ambientali potenzialmente devastanti

Per rendere disponibili dati utili all’aggiornamento della valutazione del rischio fitosanitario per la lista degli Organismi nocivi prioritari, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa, European food safety authority), su mandato della Commissione europea, ha redatto e pubblicato un rapporto con le informazioni aggiornate su diffusione e impatto economico-ambientale di Xylella fastidiosa e altri organismi nocivi (Arrhenodes minutus, Bactericera cockerelli, Dendrolimus sibiricus, Nepovirus myrtilli, Polygraphus proximus, Popillia japonica, Ralstonia pseudosolanacearum, Spodoptera frugiperda, Thrips palmi).

Secondo il rapporto dell’Efsa X. fastidiosa è uno dei batteri fitopatogeni più pericolosi al mondo, responsabile di gravi danni a colture fondamentali per l’economia e il paesaggio mediterraneo, come olivi, mandorli, viti e agrumi. Il batterio è stato identificato come uno dei principali candidati tra i parassiti da quarantena prioritari dell’Ue, con conseguenze economiche e ambientali potenzialmente devastanti.

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Rapporto Efsa: rischio di rapida espansione di Xylella

Il rapporto Efsa evidenzia che il batterio è già presente in Italia, Francia, Spagna e Portogallo, con un alto rischio di ulteriore espansione nelle regioni meridionali dell’Ue. Caratteristica di X. fastidiosa è la sua capacità di diffondersi rapidamente attraverso insetti vettori, come la sputacchina media (Philaenus spumarius), particolarmente attiva nei climi mediterranei.

Secondo gli esperti dell’Efsa il periodo di latenza della malattia – cioè il tempo che intercorre tra l’infezione e la manifestazione dei sintomi – può durare da 2 a 8 anni, rendendo particolarmente difficile il contenimento dell’epidemia. In Puglia il batterio è stato probabilmente introdotto intorno al 2008, anche se è stato ufficialmente riconosciuto solo nel 2013. Ciò prova quanto la sua individuazione possa essere tardiva, favorendo la diffusione silenziosa del batterio su ampie superfici agricole.

Impatto particolarmente dannoso per l’olivo

X. fastidiosa è un batterio con diverse sottospecie e numerosi ceppi, che attaccano specie vegetali diverse. L’olivo è fra le piante più vulnerabili e colpite dalla sottospecie pauca. Il rapporto Efsa rivela differenze significative tra oliveti a bassa e alta suscettibilità.

In oliveti giovani (meno di 60 anni) e ben gestiti le perdite di produzione sono minori, del 25% nei casi più comuni. La presenza di varietà meno suscettibili e una gestione agronomica efficiente possono ridurre significativamente l’impatto del batterio.

In oliveti secolari (più di 60 anni) le perdite di produzione si attestano in media intorno al 60%. Gli olivi più vecchi, soprattutto se gestiti in maniera estensiva, sono particolarmente vulnerabili e difficili da proteggere.

X. fastidiosa danneggia anche mandorlo, soprattutto se non irrigato, e vite, su cui può causare perdite significative (come in California).

Xylella, oltre a causare perdite di produzione, causa anche problemi di natura ambientale: la perdita di biodiversità, la scomparsa di olivi secolari, l’aumento dell’impiego di agrofarmaci per ridurre il numero di insetti vettori.

Decisive le misure di prevenzione e contenimento

Attualmente non esiste una cura per X. fastidiosa. Il controllo del batterio si basa su misure di prevenzione e contenimento che comprendono:

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Saldo e stralcio

 

  • eradicazione delle piante infette, che – seppur drastica – è una delle poche strategie efficaci per limitare la diffusione;
  • monitoraggio e sorveglianza, essenziali per evitare epidemie fuori controllo;
  • controllo degli insetti vettori attraverso la gestione della vegetazione spontanea e l’uso di trattamenti mirati utili a ridurre la trasmissione della malattia;
  • sviluppo di varietà resistenti, al momento unica possibile soluzione a lungo termine per contrastare il problema.

Rapporto Efsa raccomanda azioni coordinate

Per il rapporto Efsa il rischio di una ulteriore espansione della Xyllela è elevato e, senza un’efficace strategia di contenimento, potrebbe compromettere in modo irreversibile colture simbolo del Mediterraneo. L’Efsa sottolinea che ancora una volta l’urgenza di azioni coordinate tra governi, istituzioni scientifiche e agricoltori per fermare il batterio e proteggere il patrimonio agricolo europeo.

Per l’Efsa l’esperienza della Puglia dimostra che il tempo è un fattore critico: più si ritarda l’intervento, più difficile sarà fermare la malattia. Solo un approccio integrato e sostenibile può evitare un disastro ecologico ed economico su scala continentale.





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