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Roma, 11 ottobre 2024 – Il coro della maggioranza è unanime. Tutti smentiscono l’ipotesi di nuove tasse sulla casa e di una revisione tout court dei valori catastali. Lo esclude categoricamente Forza Italia, lo ribadisce Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia. In realtà l’obiettivo del governo non è quello di un aumento generalizzato dell’imposizione. Ma concentrato solo su alcune categorie di immobili, in particolare quelli che hanno usufruito del Superbonus o degli altri incentivi per le ristrutturazioni. Detrazioni che, tra l’altro, saranno soggette a un’ulteriore sforbiciata, dopo quella prevista nel 2024. Nella manovra dovrebbe esserci un piano “alloggi” per favorire la mobilità dei lavoratori fra le Regione e la riconferma del fondo di garanzia per i giovani che acquistano un’abitazione.
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti (Ansa)
LA REVISIONE DEL CATASTO
Il ritocco delle rendite degli immobili che sono stati oggetto di riqualificazione era già prevista dal 2005. Poi la norma, nel 2023, era stata rafforzata con l’obbligo per l’Agenzia delle Entrate di verificare se sia stata presentata la revisione degli immobili che hanno usufruito del Superbonus. In caso di omissione erano state previste sanzioni fino a 8.264 euro. La novità è che questi controlli potrebbero essere resi ancora più stringenti, ampliando il perimetro dei controlli fino a comprendere tutte le abitazioni che hanno usufruito dei bonus edilizi. In questo caso la platea potrebbe riguardare circa 2 milioni di edifici e una platea difficile da valutare di contribuenti.
QUANTO COSTA
È difficile una stima esatta. Anche perché buona parte degli alloggi che hanno usufruito del bonus rientrano nella categoria delle prime case e, quindi, non soggetti all’Imu. Una prima stima degli aumenti l’ha realizzata Nomisma per gli edifici che hanno registrato un miglioramento dell’efficienza energetica grazie anche al Superbonus: l’impatto sarebbe di circa 300 euro a contribuente.
LE ALTRE IMPOSTE
Un’eventuale revisione del catasto, sia pure mirata, avrebbe un effetto a cascata su tutte le imposte che gravano sulle abitazioni. A partire, ovviamente, dall’Imu pagata solo dalla seconda abitazione: la base per il calcolo di questo tributo è proprio la rendita catastale che viene aumentata del 5% e poi moltiplicata per l’aliquota del Comune. Potrebbe diventare più salata anche la Tari, l’imposta sulla raccolta dei rifiuti, calcolata sulla superficie catastale: in caso di aumento dopo gli interventi di riqualificazione farà lievitare anche l’importo. Infine, il valore catastale incide anche sull’Isee. La notizia positiva è che la prima casa sarà fuori dal calcolo dell’indice ai fine dell’erogazione del bonus di Natale di 100 euro destinato ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 28mila euro. Ovviamente la revisione delle rendite catastali avrà un effetto diretto sulle imposte pagate per la compravendita degli immobili.
IL TAGLIO DEI BONUS
Sempre nel pacchetto-casa della prossima manovra economica ci sarà una sforbiciata degli attuali bonus. Già dal 2025 il maxi-incentivo del 110% si ridurrà al 65%. Resterà in vigore il bonus per le ristrutturazioni ma riguarderà il 36% dei lavori con un limite di spesa a 48mila euro. Senza nuovi interventi di rifinanziamento in finanziaria i proprietari di immobili dovranno dire addio a tutti gli incentivi in scadenza a fine 2024: Ecobonus, Sismabonus, Bonus Mobili e Bonus Verde, con detrazioni già allungate fino a 10 anni per le spese effettuate nel 2024. Resiste fino a fine 2025, al momento, il Bonus Barriere (al 75%).
IL PIANO-CASA
La conferma è arrivata ieri dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, che ha raccolto una proposta lanciata dal neopresidente di Confindustria, Emanuele Orsini: dare abitazioni con affitti calmierati, fino a un massimo di 500 euro, ai neoassunti che si spostano da una regione all’altra. Il progetto casa dovrebbe partire “da piani di rigenerazione urbana” per recuperare edifici già esistenti.
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