L’antico esemplare integro di orologio meccanico, tra i pochissimi giunti a noi dal ‘400
Un ritratto del giovane Galileo Galilei, uno dei più antichi conosciuti, un prezioso svegliatore monastico del ‘400, il più antico esemplare integro di orologio meccanico, e il viaggio virtuale “Galileo VR. La vita, le scoperte, il processo”: sono le novità del Museo Galileo presentate oggi, venerdì 14 febbraio, alla presenza di Roberto Ferrari, direttore esecutivo del Museo Galileo, e di Giovanni Bettarini, assessore alla cultura del Comune di Firenze.
Santi di Tito (?), Ritratto di Galileo Galilei, primo decennio XVII secolo, olio su tela, 70 × 61 cm. Questo ritratto offre una rappresentazione inedita del grande scienziato in età giovanile, all’età di circa 40 anni, quando era professore di matematica all’Università di Padova. Il dipinto risale ai primissimi anni del Seicento e potrebbe essere la fonte figurativa del ritratto inciso da Giuseppe Calendi per la biografia di Giovanni Battista Clemente Nelli, una delle opere più antiche che ritraggono Galilei. Quanto all’attribuzione, allo stato attuale delle ricerche è difficile asserire con certezza che il ritratto sia opera esclusiva di Santi di Tito (1536-1603). Indubbia invece la paternità fiorentina del ritratto, come suggerisce l’attenzione al dato naturalistico che si rivela nella puntuale resa della veste e nella vivacità espressiva del volto, sintomi ormai maturi di quel cambio di rotta della cultura figurativa fiorentina, fondata sempre sul magistero del disegno, ma in questo specifico caso aggiornata sulla maniera veneta-emiliana. L’iscrizione in alto, che fa riferimento alle scoperte celesti del 1610, è probabilmente un’aggiunta successiva. Si tratta di un ritratto tra i più antichi di Galileo di cui le fonti serbano memoria. L’opera è esposta nel percorso museale permanente, nella sala VII dedicata a “Il nuovo mondo di Galileo”.
Svegliatore monastico; Italia, fine XIV – inizi XV secolo; ottone e ferro; 14 × 11 × 25 cm, Firenze, Museo Galileo, inv. 3990, Donazione Del Vecchio. Lo svegliatore monastico, databile tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo, è un prezioso strumento di misurazione del tempo, donato al Museo Galileo dalla figlia di Gian Carlo Del Vecchio, illustre collezionista di orologi antichi. Si tratta del più antico esemplare integro di orologio meccanico conosciuto e uno dei pochissimi giunti fino a noi. Le cifre sul quadrante sono gotiche, a testimonianza della notevole antichità dell’oggetto. Il quadrante girevole, diviso in 24 ore indicate, non serve tanto a indicare l’ora corrente, ma piuttosto a svincolare il dispositivo della sveglia. Il meccanismo, dotato di una “corona freni” come regolatore delle oscillazioni, testimonia la raffinatezza della tecnica orologiera medievale. Questo svegliatore fu esposto nel 1953 al Science Museum di Londra, dove fu attentamente analizzato da un gruppo di studiosi inglesi di orologeria. Un orologio simile è raffigurato nel dipinto Vergine annunciata di Filippino Lippi, conservato nella Pinacoteca Comunale di San Gimignano. L’orologio sarà inserito nel percorso museale nei prossimi mesi, nella sala al piano terreno dedicata agli antichi orologi meccanici.
“Galileo VR. La vita, le scoperte, il processo”. Oltre a questi due straordinari pezzi, è stato presentato il progetto “Galileo VR. La vita, le scoperte, il processo”, un progetto innovativo realizzato in collaborazione con VIS – Virtual Immersions in Science, primo spinoff della Scuola Normale Superiore di Pisa. Il progetto mira a raccontare l’emblematica figura di Galileo Galilei, la sua vita e le sue rivoluzionarie scoperte per mezzo di un video in realtà virtuale fruibile con visori VR stand-alone. Il video 360 è diviso in tre capitoli: il primo introduttivo, il secondo dedicato alla spiegazione di alcune delle sue principali scoperte, l’ultimo sul processo, la condanna e gli ultimi anni di vita. Galileo è la voce narrante del viaggio, tutti i testi recitati sono ispirati dagli scritti di Galileo e assemblati per creare una storia coinvolgente. Il contenuto è stato realizzato in nove lingue: italiano, inglese, spagnolo, tedesco, francese, cinese, russo, giapponese e arabo. Entro la primavera 2025 alcune postazioni per fruire questa nuova esperienza museale saranno installate in prossimità della Sala VII del Museo, dedicata a “Il nuovo mondo di Galileo”. È in programma anche la realizzazione di una versione 2D per la fruizione su schermo.
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