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Berco di Ferrara, ottomila no ai licenziamenti: sciopero e manifestazione #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


di
Tommaso Moretto e Davide Soattin

A Copparo lavorano più di 200 polesani: In corteo anche il presidente della Provincia, i sindaci del capoluogo e Adria, Cittadin e Barbujani

Lunedì la manifestazione e lo sciopero di otto ore contro i 480 licenziamenti annunciati alla «Berco», l’azienda metalmeccanica (parti di macchine cingolate per movimento terra) di proprietà del colosso tedesco «Thyssenkrupp». Lungo il corteo seguito da comizi in piazza. «Eravamo fra i sette e gli ottomila», racconta Davide Benazzo, segretario dei metalmeccanici Cgil di Rovigo. Sono fra i 200 e i 250 gli operai veneti, quasi tutti polesani, che lavorano nello stabilimento a Copparo. Una seconda fabbrica è a Castelfranco Veneto (Treviso) ma, per ora, dovrebbe essere risparmiato dai tagli.

La solidarietà

A Copparo anche il presidente della Provincia di Rovigo e sindaco di Stienta, Enrico Ferrarese, il sindaco di Adria Massimo Barbujani e quello di Rovigo, Valeria Cittadin che ha dichiarato: «Vicini alla Berco, dalla parte dei lavoratori, le produzioni restino in Italia». Per Polesella, dove risiedono molti operai «Berco», c’era il vicesindaco Lorena Rossin. «Gli animi sono accesi — ha commentato Laura Cestari, consigliere regionale veneta — i lavoratori hanno la sensazione che l’azienda li abbia spremuti fino all’osso per poi andare via». Ritengono che l’azienda voglia chiudere a Copparo nel giro di un paio d’anni. «C’era tanta gente, diversi negozianti hanno chiuso le attività per solidarietà» ha fatto sapere Davide Brandalesi, Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria) Cisl. «L’azienda non sembra avere intenzione di fare marcia indietro» ha dichiarato un altro referente Cisl, Simone Girotto, di Polesella. «È l’ultima fabbrica del gruppo tedesco rimasta in Italia e credo che la Thyssen abbia ancora qualcosa da farsi perdonare» ha dichiarato Simone Nonnato della Rsu Uil riferendosi ai 7 operai morti nel 2007 in uno stabilimento a Torino.




















































Appuntamento a Roma

C’era anche la parlamentare Pd, Nadia Romeo, che ha detto: «Bisogna lavorare ad un nuovo piano industriale senza la mannaia dei licenziamenti come ricatto». La settimana scorsa riunione del tavolo ministeriale sulla crisi «Berco». L’assessore regionale Valeria Mantovan, che ieri a Copparo non c’era, ha dichiarato: «Auspico che il dialogo tra le parti possa proseguire utilmente anche nei pochi giorni che ci separano dal prossimo incontro». L’appuntamento è giovedì a Roma. Per ora l’azienda ha congelato i licenziamenti solo per 8 giorni.

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Salvare l’industria

Alla manifestazione anche i segretari nazionali dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Michele De Palma, Ferdinando Uliano e Rocco Palombella. «Lo sciopero dei metalmeccanici è per la dignità dei lavoratori. Qui si combatte per salvare l’industria, il lavoro» le parole di De Palma. «Sono tante le aziende che su questo territorio hanno chiuso o stanno per farlo — ha sottolineato De Palma — chiediamo un confronto speciale qui nel Ferrarese». Una situazione simile a quella polesana. Tanto che l’omologo Cgil rodigino Benazzo ha aggiunto: «Molto preoccupati per il futuro, negli incontri nessuna azienda ha prospettive positive da qui alla metà del 2025».

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