Migranti, pace, lavoro. L’appello dei vescovi: «Cancellare i debiti ai Paesi poveri»
Al via ieri la sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente
Dal cardinale presidente Matteo Zuppi il monito della Chiesa:
«Il lavoro povero e precario è un ostacolo alla famiglia e alla legalità»
La sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente si è aperta ieri e si concluderà domani a Roma, presso la sede della CEI. I lavori, introdotti dal cardinale presidente Matteo Zuppi, si focalizzeranno sulla Seconda Assemblea Sinodale, in programma a Roma dal 31 marzo al 3 aprile, e sulla scelta del tema principale dell’Assemblea Generale di maggio. I Vescovi si confronteranno, poi, sui progetti di due documenti, rispettivamente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e della Commissione Episcopale per l’educazione, la scuola e l’università. All’ordine del giorno anche un aggiornamento sul Giubileo 2025. “Guardiamo con simpatia agli sforzi per una rinnovata presenza dei cristiani nella vita politica del Paese e, mi auguro, dell’Europa, a partire dalla Settimana Sociale di Trieste” detto il cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi, introducendo i lavori del Consiglio episcopale permanente. “È importante che ciò avvenga nel tracciato della Dottrina sociale della Chiesa, nella pur legittima pluralità di espressioni politiche”, ha aggiunto. “Mi piacerebbe che il Giubileo ci spronasse a fare programmi creativi e stabili per quanti vivono difficoltà, anche in collaborazione con quanti condividono la nostra stessa sensibilità”. “Se volgiamo lo sguardo all’Italia, troviamo situazioni che minacciano la persona” che è al centro “delle nostre scelte e preoccupazioni. Fa riflettere la condizione del lavoro povero e precario, che favorisce peraltro sacche di illegalità, la difficoltà per tanti di arrivare alla fine del mese e di poter immaginare il futuro” ha detto Zuppi. “Strettamente legata alla famiglia e alla natalità è la questione della casa – ha aggiunto il cardinale di Bologna – che richiede certamente uno sforzo straordinario per garantire prezzi d’acquisto accessibili e garanzie adeguate agli affittuari”. La Cei chiede anche di garantire ai migranti canali di ingresso sicuri: “Sul fronte dell’immigrazione, nonostante la riduzione degli sbarchi (secondo i dati recenti, nel 2024 sono sbarcati sulle coste italiane 66.317 migranti, il 58% in meno rispetto ai 157.651 arrivati nel 2023), rimane elevato il numero di vittime di naufragio (circa 1.700 morti in mare, 1 ogni 40 arrivi, superiore ai morti nella rotta del Mediterraneo occidentale che è di 1 ogni 36)”, ha sottolineato il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi nell’introduzione al Consiglio episcopale permanete. “È evidente la necessità di non indebolire la cultura dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati, offrendo regole di diritti e doveri sicuri, flussi e canali che permettano l’ingresso dei necessari lavoratori, che non sono mai solo braccia – ha detto il cardinale di Bologna -, ma persone che richiedono politiche lungimiranti di integrazione”. Bisogna allora guardare alle esperienze che funzionano: “L’esperienza dei corridoi umanitari e lavorativi è da valorizzare perché garantisce dignità e sicurezza a chi fugge da situazioni drammatiche”, ha evidenziato Zuppi. “Il Giubileo può diventare una occasione per tornare a bussare alla porta dei Paesi ricchi, compresa l’Italia, perché rimettano i debiti dei Paesi poveri, che non hanno modo di ripagarli” ha detto il cardinale rilanciando uno dei temi dell’Anno Santo particolarmente caro a Papa Francesco. In questi paesi “vivono milioni di persone in condizioni di vita prive di dignità. Si badi che i debiti degli Stati sono talora contratti con privati: la Chiesa non può non far sentire la sua voce perché si stabilisca una equità sociale e i pochi straricchi non profittino della loro posizione di vantaggio per influenzare la politica per i propri interessi”, ha aggiunto il presidente dei vescovi italiani. “La Chiesa in Italia è vicina ai palestinesi e alla loro sofferenza perché si possa finalmente avviare un percorso che permetta a questo popolo di essere riconosciuto nella sua piena dignità e libertà” ha detto Zuppi toccando la questione della pace in Medio Oriente. Poco prima il presidente dei vescovi italiani avevo detto che “la tregua raggiunta in Terra Santa ci auguriamo che rafforzi la pace e avvii un nuovo processo che porti ad un futuro concreto. La Chiesa in Italia è vicina a Israele – aveva sottolineato – perché possa riabbracciare finalmente i propri cari rapiti, avere la sicurezza necessaria e continuare a lottare contro l’antisemitismo che si manifesta dentro forme subdole e ambigue. La recente Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei ha avuto come tema proprio il Giubileo, nella consapevolezza – ha poi ricordato Zuppi – che solo l’amicizia e il dialogo continueranno a rendere saldo il nostro rapporto per quanto ci riguarda costante e affatto indebolito. Già in passato sono intervenuto con chiarezza condannando fenomeni di risorgente antisemitismo, mai accettabili”.
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