Trump, stop a Green Deal. Comprate l’auto che volete

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#finsubito

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 


Nei primi Ordini Esecutivi firmati ieri da Trump, in qualità di Presidente Usa appena insediato, c’è già la fine dei sussidi alle auto elettriche ed in generale a tutto il “Green Deal”. Dalle promesse elettorali il neo presidente è passato immediatamente ai fatti.

I 100 ordini esecutivi firmati nelle ore immediatamente successive allo sfarzoso insediamento di ieri 20 Gennaio, Trump l’ha passata a firmare tutti questi ordini esecutivi che spaziano dalla politica sui sessi (con l’abolizione a livello federale delle teorie del gender ed il riconoscimento dell’esclusività maschio-femmina), la Grazia per i responsabili dei disordini del 6 Gennaio a Capitol Hill, il cambio del nome al Golfo del Messico in Golfo d’America, il ritiro dall’OMS, rimpatrio dei clandestini e tanto altro. Ci chiedavamo, poco tempo fa, in che termini dalle promesse elettorali Trump sarebbe passato ai fatti per salvare il motore termico (leggi l’articolo qui)

Green Deal, Politiche Energetiche e Auto

Per quanto interessa il settore Auto Trump ha stabilito:

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

  • l’uscita dall’Accordo sul Clima di Parigi. La decisione ricalca quella già effettuata nel suo primo mandato nel 2017, ma a differenza di allora l’uscita effettiva (per le regole stabilite nell’Accordo stesso) avverrà molto in fretta, fra 1 anno.
  • Drill Baby Drill (Trivella ragazzo Trivella). Impulso immediato all’attività di estrazione del petrolio domestico per abbassare i costi dell’energia e favorire l’industria manifatturiera americana tagliando regolamentazioni considerate d’intralcio. Trump ha dichiarato la questione energetica emergenza nazionale annullando al contempo le normative sulla decrescita climatica dell’amministrazione Biden-Harris. Questo favorirà l’industria automobilistica statunitense e, probabilmente anche le scelte degli automobiolisti verso motori endotermici se porterà in discesa il prezzo della benzina.
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  • Stop ai sussidi alle auto elettriche. Nel discorso inaugurale Trump ha dichiarato : “Revocherò il mandato (obblighi, ndr) sulle elettriche, i cittadini americani potranno finalmente comprare l’auto che vogliono. E questo ci permetterà di salvaguardare l’industria dell’automobile e i suoi grandi lavoratori. Ritorno al mercato e libertà di scelta sull’acquisto di auto da parte dei consumatori quindi. Tra i primi atti firmati il 20 gennaio 2025 da Donald Trump c’è infatti la revoca dell’ordine esecutivo di Joe Biden che fissava il target del 50% delle vendite di nuovi veicoli elettrici entro il 2030.
    Concretamente il team del presidente intende abolire il credito d’imposta federale di 7.500 dollari per i veicoli elettrici e interrompere gli investimenti per la rete di ricarica. Si valuta anche di bloccare l’importazione di materiali e componenti per batterie provenienti dalla Cina, spingendo le aziende americane verso una produzione interna. Questo cambiamento sta già influenzando i piani dei costruttori automobilistici, molti dei quali stanno ridimensionando gli investimenti nell’elettrificazione.
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  • Dazi alle merci cinesi (fra le quali componenti auto) Questa mattina, a poche ore dal giuramento di Trump, il Wall Street Journal riporta che Trump ha in programma di pubblicare lunedì un ampio memorandum che ordina alle agenzie federali di studiare le politiche commerciali e valutare le relazioni commerciali degli Stati Uniti con la Cina e i vicini continentali, ma non arriverà a imporre nuovi dazi nel suo primo giorno in carica , come molti partner commerciali temevano. Un importante consigliere politico di Trump ha descritto il promemoria come un tentativo di delineare una visione per l’agenda commerciale di Trump “in modo misurato”. La reazione immediata è stata il crollo del dollaro… (Fonte: Zerohedge). L’aspettativa sui dazi è stata quindi frustrata il primo giorno, ma le misure saranno probabilmente solo rimandate di un paio di settimane. “Imporremo tariffe e tasse ai Paesi stranieri per arricchire i nostri cittadini” ha ribadito Donald Trump già nei primi minuti del suo secondo mandato, confermando come stia già valutando dazi del 25% su Messico e Canada a partire dal 1 febbraio. L’ordine esecutivo “America First Trade Policy” non esclude nemmeno misure contro l’Europa (vedi anche questo articolo)
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