CONSIGLIO PAT * SECONDA COMMISSIONE: «AFFITTI BREVI E TURISTICI, NO AI DDL 39 E 27 (4 VOTI CONTRARI E 3 FAVOREVOLI)»

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18.52 – martedì 21 gennaio 2025

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Affitti turistici, no della Seconda commissione ai ddl 39 e 27. Due i temi di cui si è occupata questo pomeriggio la Seconda commissione permanente, presieduta da Antonella Brunet (Lista Fugatti). I lavori sono iniziati con la consultazione con l’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione della provincia di Trento sul ddl 31 di modifica della legge provinciale sul lavoro del 1983 in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, presentato a prima firma di Lucia Maestri (Pd) e sottoscritto dai colleghi di Pd, Campobase, AVS e Casa Autonomia. A seguire l’esame dei disegni di legge 27 e 39, rispettivamente a prima firma di Filippo Degasperi (Onda) e di Paolo Zanella (Pd), sul tema delle locazioni turistiche: i due testi sono stati respinti con 4 voti contrari (Antonella Brunet, Carlo Daldoss, Christian Girardi, Luca Guglielmi) e 3 favorevoli (Lucia Maestri, Alessio Manica, Francesco Valduga).

 

Ddl 31, gli Operatori di prevenzione: d’accordo, ma serve una riorganizzazione organica

Il disegno di legge 31 di Lucia Maestri (qui la notizia del primo passaggio in Commissione), interviene a modifica della legge provinciale del 1983 in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro prevedendo tra l’altro l’impegno per la Provincia a realizzare programmi di alta formazione per promuovere la sicurezza sul lavoro. Il testo prevede inoltre una relazione annuale della Giunta alla Commissione consiliare competente sullo stato della sicurezza sul lavoro e la costituzione di un fondo per la prevenzione degli infortuni che sarebbe finanziato anche con il ricavato delle multe per la violazione delle misure di sicurezza sui luoghi di lavoro.

L’audizione di oggi dell’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione della provincia di Trento segue quelle dello scorso 29 ottobre. In Seconda commissione è intervenuto il dottor Marcello Cestari che ha ricordato che l’Ordine vede 2.200 iscritti, tra i quali il 10% afferenti all’area della prevenzione. Ha quindi proposto un inquadramento del tema ricordando come, negli anni, si sia chiesta l’applicazione dell’articolo 13 del decreto legge 758, che nella scorsa legislatura ha visto avviarsi l’uso vincolato delle risorse. Nel resto d’Italia, ha aggiunto, l’articolo 13 ha visto applicazione in modalità eterogenee, il Trentino è uno degli ultimi territori ad applicarlo. Nelle ultime due legislature, ha raccontato, si è cambiato, si è preso coscienza dell’importanza di investire in prevenzione.

Ha citato quindi le risorse accantonate dal 2008 che ha definito un tesoretto importante. L’Ordine, ha affermato, è soddisfatto e convinto della riforma sul settore delle risorse che senza una programmazione non potevano essere utilizzate. Importante è, ha proseguito, prendere atto che si parla di somme dai 300.000 euro fino ai 700.000 euro all’anno, risorse che ogni anno possono essere usate per l’attività di prevenzione extra Lea. Quindi il riferimento al testo di Maestri: Cestari ha riportato l’accordo dell’Ordine sul primo articolo: l’Ordine è concorde. Ha quindi ricordato che ogni anno sono 15-20 le persone iscritte al corso di laurea, una cifra che non copre nemmeno il fabbisogno basilare delle aziende in organigramma per poter seguire la sicurezza. A livello generale, ha aggiunto, c’è difficoltà di reperimento del personale.

Sull’articolo 2 ha ricordato che l’Ordine concorda sulla relazione annuale: i dati sono importanti ma spesso viziati dagli infortuni in itinere. Ha auspicato un rafforzamento dell’ufficio preposto alle analisi e descritto una relazione complessiva come uno strumento positivo. Sugli articoli 3 e 4 ha indicato come positivo il fatto di introdurre una dotazione non solo derivante dalle sanzioni, ma anche dal bilancio provinciale. Non si vede citato, poi, il coinvolgimento del Comitato provinciale, ha ricordato Cestari, un organo tecnico formato da persone competenti che sarebbe opportuno coinvolgere per la parte di gestione delle iniziative di prevenzione. Pur concordando con lo spirito del ddl, ha sintetizzato, l’Ordine trova il ddl un’iniziativa isolata ed estemporanea principalmente sulla questione risorse, mentre il Trentino meriterebbe una rivisitazione complessiva, un disegno complessivo.

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Sarebbe auspicabile, ha dichiarato Cestari, un ddl organico per la riorganizzazione della prevenzione a livello istituzionale, prendendo atto delle riforme nazionali. Ancora: i professionisti evidenziano la necessità del potenziamento della formazione universitaria, bisognerebbe potenziare il corso di laurea insediato a Trento perché 15 professionisti all’anno sono pochi. Il tecnico della professione è innestato sulle professioni sanitarie, ma all’80% va a lavorare nelle imprese e solo in piccola parte lavora nell’ambito sanitario o pubblico: servirebbe quindi un po’ di marketing in questo senso. Infine ha indicato la necessità di valorizzare i professionisti (ai concorsi c’è scarsa partecipazione, ha detto) e di investire sui giovani e sulle nuove generazioni, sulla scuola perché formare i lavoratori di una certa età è doveroso ma poco efficace, mentre formare i giovani sulla sicurezza porta in futuro a lavoratori acculturati.

Lucia Maestri ha detto di capire che si possa definire il ddl estemporaneo, perché la vera riforma che si richiede attiene alla Giunta. Come consiglieri le proposte che si possono portare non sono così estese come sarebbe utile, ha sottolineato. Maestri si è detta d’accordo che c’è stato uno sblocco delle risorse, che ha detto sono destinate non a detta di tutti in maniera proficua. Esiste una necessità di riorganizzazione, ha concordato la consigliera: se non lo farà la Giunta ci si prende l’incarico di formulare un’ulteriore proposta, anche vista l’esigenza che si sente diffusa. Ha quindi ricordato le ragioni della nascita del ddl: normalmente i consiglieri provinciali conoscono i dati sugli infortuni solo dai giornali, il tema è delegato a trattativa tra Giunta e Tavolo. Sulle risorse aggiuntive: si sono previste pensando a uno dei temi scottanti, la difficoltà che si incontra a determinare nei cantieri le figure di Rls e Rlst. La finalità, ha affermato Maestri, è portare questa discussione nel Consiglio provinciale almeno una volta all’anno.

Il ddl tornerà in Seconda commissione per l’esame il 18 febbraio.

Affitti brevi e turistici: no ai ddl 39 e 27 (4 voti contrari e 3 favorevoli)

I ddl 27, di disciplina degli alloggi a uso turistico di Filippo Degasperi, e il disegno di legge 39 relativo a misure di contenimento delle locazioni brevi e turistiche in favore di quelle residenziali ordinarie di Paolo Zanella e dei colleghi del Pd, Casa Autonomia e AVS, hanno visto un iter congiunto (qui). Le audizioni risalgono allo scorso 24 settembre.
Oggi Paolo Zanella ha precisato che la proposta di legge di cui è primo firmatario si incardina sulla legge sulla ricettività turistica, ma l’obiettivo ha a che fare con l’accesso all’abitare: è una delle tante cose che vanno fatte e che sono state proposte al Comitato provinciale sulla condizione abitativa. Il consigliere ha ricordato che oggi si legge sulla stampa che l’aumento dei prezzi delle case è stato, sia per affitti che per acquisti, il più elevato d’Italia. Inoltre, ha detto, le ricerche di case in affitto sono aumentate del 52,5% a Trento e del 17,8% in tutta la provincia; ogni giorno sul giornale c’è un articolo sul tema. Se si guarda alla carenza di alloggi la situazione è drammatica, ha proseguito, in più c’è il tema degli sfratti che vede la provincia una delle poche in cui i provvedimenti emessi sono in aumento percentuale rispetto all’anno precedente. Un tema che ha ricordato toccare anche la fine delle locazioni: si sfrattano le persone per trasformare gli appartamenti in affitti turistici.

Zanella ha citato lo studio di Nomisma che dice che il territorio è la terza regione in Italia per presenza di affitti turistici brevi dopo la Sardegna e la Toscana. Quindi ha citato l’esempio di quest’ultima regione che, con l’Irpet si è mossa e ha modificato il testo unico sul turismo: è stato approvato a dicembre l’articolo 59, analogo a ciò che si propone con il ddl. Zanella ha ricordato l’opportunità che i Comuni regolamentassero il tema, lo stop messo dal Ministero degli Interni alle key box e al check-in online per evitare gli abusi, ma ciò non basta per regolamentare l’attività, ha precisato. Ha voluto poi ricordare la posizione del Cal in audizione: dice che ciò che si sta facendo si fa bene a farlo, bene introdurre un meccanismo organizzativo sulla base dei contingenti, che i Comuni devono mettere un limite alle autorizzazioni degli affitti turistici brevi. Ci si contesta che si norma solo un pezzetto della materia, ha concluso, ma anche la Giunta fa i provvedimenti a pezzi.

Filippo Degasperi (Onda) ha parlato del proprio ddl come un testo sì perfettibile, ma che vorrebbe dare almeno qualche risposta a un problema complesso. Un ddl che non si può definire ideologico, anzi, che è molto moderato perché fa riferimento ai comuni turistici e ad alta intensità abitativa e non prevede divieti di alcun genere, ha affermato: dice semplicemente che la competenza a definire se in una certa zona di ciascun comune si possa praticare questo tipo di attività vada assegnata a livello comunale.

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La qualità: si voleva dare un contributo in questa direzione nel momento in cui si prescriverebbe per gli alloggi turistici un attestato di idoneità a tutela del turista e dell’immagine trentina. Ad esempio tra i parametri ha citato il numero di persone che possono essere ospitate, la presenza delle utenze, il numero dei posti auto. Ha ricordato l’impossibilità di usare alloggi realizzati con l’edilizia pubblica come turistici e descritto il proprio testo come un ddl senza divieti e obblighi, semplicemente con qualche requisito in più per chi vuole affittare ai turisti, con un’attenzione al fatto che il Trentino non è tutto uguale. I fenomeni vanno governati, ha aggiunto Degasperi, si vuole cercare di farlo per un fenomeno che evidentemente è sfuggito: prima si prova a rincorrerlo prima si danno risposte ai cittadini che hanno bisogno di una casa, ai lavoratori e a chi si occupa di accoglienza in modo legittimo.

L’assessore Roberto Failoni ha posto l’accento sul lavoro degli uffici che stanno cercando di capire quali proposte potranno andare a far parte della proposta che si porterà avanti nei prossimi mesi. Ha detto di non condividere il paragone tra Toscana e Trentino, due mondi totalmente diversi, e ricordato nuovamente che si sta cercando di capire quali possono essere le proposte che possono entrare in un ddl collettivo. Sarà cura, ha detto, condividere la proposta con i firmatari dei due ddl, ma oggi il parere proposto da parte della Giunta è negativo.

Antonella Brunet ha ricordato la possibilità per i proponenti di ritirare le proposte in vista di un lavoro comune. L’argomento, ha affermato, è da affrontare, ma si sa che lo sta affrontando la Giunta dal punto di vista urbanistico, dell’abitare e turistico. Christian Girardi (FdI) ha parlato di due ddl che analizzano un problema che non può essere banalizzato ed associato solo alla dimensione turistica: ha detto di non condividere il pensiero per cui gli affitti turistici siano causa della difficoltà di chi cerca un affitto.

Oltre agli aspetti legati ai settori turistici e urbanistico c’è la questione della zona, ha ricordato: ci sono zone in cui ci possono essere problematiche sugli affitti brevi, ma altre in cui bisognerebbe prevedere incentivi per chi decide di affittare in questo modo le abitazioni per evitare lo spopolamento delle valli. Il consigliere ha sottolineato come costruire una norma in queste direzioni non sia semplice e, come direzione da intraprendere, indicato la tutela della proprietà privata: un piccolo fondo di garanzia non può bastare. Girardi ha ricordato inoltre come l’affitto breve abbia contribuito a un buon recupero di gran parte di un patrimonio che altrimenti sarebbe rimasto inerte.

Sull’attestato di idoneità degli alloggi previsto dal ddl Degasperi: bisogna ovviamente vigilare su questo tema, ma per come è oggi la norma urbanistica, una unità immobiliare che viene affittata nel breve termine ha agibilità residenziale e quindi ciò che chiede Degasperi è già previsto. Ha quindi nuovamente posto l’accento sulle differenze che vi sono nelle diverse zone del Trentino: in alcune se si decidesse di limitare questo fenomeno la leva urbanistica sarebbe l’unica strada, ma bisogna capire come declinarla sugli ambiti. Stiamo attenti perché la norma urbanistica non è perfetta e inserendone altre si innescano altri effetti, ha affermato ricordando che bisogna contemperare gli interessi facendo in modo che nessuno ne esca penalizzato.

Degasperi ha chiesto a Failoni se vi sia la possibilità di essere coinvolti nel processo o se si tratti di un percorso unilaterale. L’assessore ha ricordato il lavoro dei dirigenti del Dipartimento in atto da mesi e ribadito la disponibilità, nel momento in cui ci sarà una prima bozza condivisa con la maggioranza, di ragionarci assieme. Francesco Valduga (Campobase) ha incalzato l’assesssore: ha ricordato, rispetto alla critica mossa di presentare ddl estemporanei su questioni puntuali, che come minoranze non si può che fare ciò, a meno che non ci sia la disponibilità della Giunta a inserire alcune proposte delle minoranze in un testo più complessivo e organico.

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Ha poi chiesto in cosa si concretizza la disponibilità espressa dall’assessore, visto che c’è anche una questione di visibilità del lavoro fatto. Failoni ha risposto che è chiaro che le riforme sono poi della Giunta, dall’altra parte il lavoro in corso da parte degli uffici è capire se ci sono aspetti che si possono proporre che sono nei due ddl. Riprendendo una domanda rivoltagli da Valduga, ha affermato che non si sa se si potrà arrivare a un ddl Failoni-Zanella-Degasperi, ma ha ricordato che nulla vieta il confronto, una volta che si avrà in mano una proposta condivisa dalla maggioranza.

Zanella ha detto di aver capito che non sarà recuperato il cuore della legge, cioè la possibilità per i Comuni di regolamentare: niente di obbligatorio, ma qualcosa che dava più autonomia agli enti locali di governare un tema che devono governare. Il tema, ha aggiunto, non è far emergere il nero, che si fa emergere con un contrasto complessivo. Il tema degli affitti brevi è un sottotema del tema complessivo casa su cui si aspetta una riforma.
Carlo Daldoss (FdI) ha sottolineato la volontà di tenere in considerazione i due ddl, un passo politicamente importante. Sulla possibilità di responsabilizzare i Comuni sulle scelte ha detto che potrebbe essere il pilastro di una futura possibilità e ricordato che la differenziazione all’interno del territorio è ampia. Come ampia è la disponibilità da parte dell’assessore, ha concluso, su un tema sociale con tantissime sfaccettature.

Terminata la discussione generale, il voto. Il ddl 27 di Degasperi è stato respinto con 3 voti favorevoli (Maestri, Manica, Valduga) e 4 contrari (Brunet, Daldoss, Girardi, Guglielmi). Respinto anche il ddl 39, sempre con 3 voti favorevoli e 4 contrari.



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