«Direttori pagati senza lavorare». All’Asl di Lecce lo scandalo dei dipartimenti fantasma #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Ordine dei medici, sindacati dei camici bianchi e la battagliera sigla Cisal Sanità sentono l’odore acre del bluff attorno ai 19 dipartimenti istituiti nella Asl di Lecce che, a fronte di appannaggi per quasi 300 mila euro annui elargiti ai direttori, sarebbero sostanzialmente inerti. Non svolgerebbero, cioè, le importanti attività previste dall’apposito regolamento. 
Insomma, per dirla in maniera cruda, i circa 15 mila euro all’anno intascati da ciascun direttore di dipartimento sarebbero un premio alla fatuità, ad un’inerzia di sostanza e di forma, a sentire il presidente dell’ordine dei medici della provincia di Lecce, Donato De Giorgi.

De Giorgi: «Diparimenti non operativi»

«Da ciò che ci risulta – spiega il presidente dell’ordine, Donato De Giorgi – i dipartimenti ed i comitati di dipartimento non si sono mai riuniti in assemblea, tranne una sola volta subito dopo la loro istituzione. Non esiste un solo verbale che attesti una riunione dipartimentale o dei comitati di dipartimento. E ciò, a mio giudizio, vuol dire che i dipartimenti non sono operativi, anche se i direttori vengono pagati». La Asl, chiamata in causa, sul punto, è lapidaria: «Non risultano alla direzione generale doglianze formali su presunte inattività dei dipartimenti». 

Il ruolo dei dipartimenti

Per comprendere l’importanza dei dipartimenti nell’architettura aziendale, va detto che essi sono stati concepiti come aggregazioni di unità operative poste a presidio di reti o percorsi clinici e svolgono funzioni di grande rilevanza su diversi fronti, dall’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ai processi di presa in carico e cura dei pazienti, fino alle prestazioni sanitarie con finalità preventive, diagnostiche, terapeutiche, palliative, riabilitative e di medicina legale. Ma di verbali d’assemblea, cioè di attestazioni d’operosità trasformata in decisioni e provvedimenti che fanno massa critica, l’ordine dei medici non ha contezza.

I comitati di dipartimento e le assemblee

L’assemblea di dipartimento «è convocata almeno una volta all’anno dal direttore del dipartimento per essere informata sugli obiettivi e sull’andamento del dipartimento», recita l’articolo 7 del regolamento generale dell’organizzazione dipartimentale. Mentre l’articolo 4 dispone che il comitato di dipartimento «si riunisce di norma almeno una volta al mese secondo un calendario programmato annualmente». Ma neppure dei verbali del comitato sembra vi sia testimonianza concreta. 

I dipartimenti della Asl di Lecce divennero un caso nel febbraio del 2023, quando si scoprì che ben 25 direttori erano stati nominati senza che fosse stato prima istituito il comitato di dipartimento, l’organo collegiale preposto ad indicare al direttore generale la terna di nomi tra cui scegliere il capo del dipartimento. Della vicenda si occuparono gli operatori del Nirs, il Nucleo ispettivo regionale sanitario. Seguì una repentina riduzione del numero dei dipartimenti che da 25 diventarono 19. Peraltro, la Asl, dopo avere azzerato i dipartimenti, li ha rimessi in piedi ponendoci a capo quasi tutti i direttori uscenti. 

Giovanni D’Ambra, in una lettera inviata alla Procura della Corte dei Conti di Bari e alla Regione, rileva che «la Asl vorrebbe adottare l’organizzazione dipartimentale a stralcio». E insiste: «Ma a stralcio di cosa? I dipartimenti esistono solo sulla carta e vorrei sapere a che titolo i direttori vengono pagati col denaro pubblico», facendo notare che non è stato ancora adottato l’atto aziendale. Rimandando, infine, al dettato della legge regionale 4 del 2010, Giovanni D’Ambra, rivolgendosi al direttore generale dell’Asl di Lecce Stefano Rossi, ne rammenta un passo: «I direttori generali istituiscono, mediante l’atto aziendale, i dipartimenti, le unità operative complesse, le unità operative semplici a valenza dipartimentale, le unità operative semplici e le strutture di staff». Insomma, l’impressione, secondo la Cisal, è che sia stato fatto tutto male e alla rovescia.

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